L’innovazione automotive tra pneumatici e sicurezza

In attesa della rivoluzione driverless car, l’innovazione nel mondo automotive si sviluppa su temi chiave come l’alimentazione e la sicurezza

Pubblicato il 27 Giu 2017

Automobili a guida autonoma, automobili elettriche, automobili condivise. Le promesse della tecnologia quando si tratta di automobili e di veicoli in generale sono di grande portata sia per quanto riguarda lo sviluppo tecnologico vero e proprio sia per quanto riguarda i modelli di business e sociali nonché l’impatto su altre industrie e sui contesti urbani.

Per arrivare a quelle promesse la strada è però ancora lunga, non lunghissima ma serve ancora del tempo e soprattutto serve che si rifletta bene sulle soluzioni proposte le quali ancora presentano aspetti da approfondire come è per esempio il caso di un recente studio svedese che ha rilevato che la produzione delle batterie per i veicoli Tesla emette tanto Co2 quanto guidare un’automobile con motore a combustione per otto anni, studio che però è confutabile come scrive Popular Mechanics . Insomma si toglie si l’inquinamento dalle città, quindi dai luoghi dove vive la maggiore densità di popolazione, ma non si riduce l’inquinamento generale e nemmeno quindi l’effetto serra. Bisogna lavorare ancora su questi elementi e proprio per compiere i passi successivi che portano in prospettiva alle grandi innovazione paradigmatiche ma che nel frattempo ci aiutano a comprendere quale è la strada imboccata, l’Hub Innovazione Trentino ha organizzato recentemente un incontro presso la Fondazione Bruno Kessler a proposito dell’innovazione in ambito automotive.

Un incontro che ha voluto fare il punto sui filoni di ricerca attuali, sulle innovazioni tecniche e tecnologiche alle quali si sta lavorando in termini di motori, pneumatici, batterie, carburanti, sistemi di sicurezza, un incontro che ha visto la partecipazione del Centro ricerche Fiat con Stefano Slaghenaufi e Leandro D’Orazio, di Fiamm con il suo chief research and technology advisor Giuseppe Lodi, del Polo meccatronica di Rovereto con il direttore della ProM Facility Paolo Gregori che ha illustrato come il polo è in grado di rendere disponibili a chiunque macchine per la produzione adattiva, per il taglio laser e per altre applicazioni al fine di accelerare l’innovazione industriale, anche in ambito automotive dove si sta lavorando alla realizzazione di un veicolo per partecipare ai campionati universitari per auto elettriche. E poi ancora Luca Giannini, project manager innovative compound di Pirelli Tyre e Alberto Castagnini, central technical office manager di Landi Renzo.

Carburanti

Castagnini ha enfatizzato come la vita per i motori a combustione è destinata a essere ancora lunga perché esiste un’alternativa maggiormente ecologica data dall’alimentazione a Gpl e a metano. Si tratta di una opportunità consistente visto che i gas naturali producono tassi di inquinamento molto inferiori rispetto alle benzine tradizionali e visto che per esempio il metano non produce particolato. Si tratta di una opportunità concreta anche perché richiede modifiche minime agli attuali veicoli e può essere facilmente definita una rete di distribuzione : “al fine di accrescere il valore di questa opportunità – spiega Castagnini – stiamo per esempio lavorando a sistemi che consentiranno di avere distributori di gpl e metano self service, quindi aperti sempre e realizzati per essere altamente sicuri, al pari di un distributore tradizionale”.

Batterie

Alimentazione alternativa è quella a batterie, vero nodo strutturale, industriale, produttivo per l’affermazione dei veicoli elettrici e qui è Lodi di Fiamm a spiegare come perché si registri un passo avanti nell’alimentazione elettrica, per la realizzazione soprattutto di veicoli ibridi, serve fare evolvere i circuiti elettrici che le auto hanno oggi a bordo e che lavorano a 12volt: “stiamo lavorando alla realizzazione di un circuito parallelo da 48 volt in modo da garantire le necessarie prestazioni, un circuito che affiancherà quello tradizionale da 12 volt e che avrà il compito di rendere più efficienti i veicoli ibridi capaci di recuperare tutta l’energia cinetica che oggi va sprecata e quindi di ridurre sensibilmente l’inquinamento prodotto”.

Pneumatici

Le emissioni dei veicoli sono un tema delicatissimo, lo si è visto anche con gli scandali che hanno colpito grandi produttori, e sono una sfida perché i parametri imposti saranno sempre più stringenti e perché è ancora piuttosto difficile misurare l’effettiva portata degli inquinanti, si calcola per esempio che tra le prove in laboratorio e l’effettivo uso possa anche esserci una differenza prossima al 40% nei valori rilevati. Tantissimo. Una differenza che deve tenere conto di tutti gli elementi del veicolo come sottolinea Giannini i quale enfatizza che fatto 100 il valore della vita totale di un pneumatico che comprende materie prime, produzione, utilizzo, smaltimento e proprio la fase di utilizzo quella che produce il 90% dell’inquinamento. Serve quindi migliorare gli pneumatici per renderli non solo più sicuri, più longevi, più performanti e quindi capaci di fare risparmiare carburante al veicolo, ma anche meno inquinanti : “stiamo lavorando a livello nanotecnologico per mettere a punto materiali di nuova generazione – dice il manager di Pirelli – al fine di ottenere il massimo possibile da tutti gli elementi che caratterizzano gli penumatici, compresa la loro capacità di ridurre l’impatto ambientale sia dello pneumatico stesso sia del veicolo che lo monta”. Giannini da anche un consiglio importante: “già oggi gli pneumatici di nuova generazione hanno elevate prestazioni in tutti i sensi ma è fondamentale, per tutti, che essi siano sempre gonfiati al meglio, teniamo in considerazione che mediamente un pneumatico perde il 2% di aria al mese, è quindi opportuno farli controllare con frequenza, vi è una profonda differenza di prestazioni tra un penumatico giustamente gonfiato e uno che non lo è”.

Sicurezza

Il Centro ricerche Fiat ha invece lavorato sul sistema di chiamata automatica che sarà adottato in tutta Europa, parallelamente all’adozione del numero unico per le emergenze della Ue, il 112, e che consentirà ai veicoli di chiamare in automatico i soccorsi in caso di incidente. Il sistema è al momento applicato alle autovetture perché, spiegano Slanghenaufi e D’Orazio: “scatta allo scattare degli airbag, cosa che non è al momento possibile riprodurre in altre tipologie di veicoli come le motociclette o i camion”. Il sistema di chiamata automatica è in grado di ridurre i tempi di soccorso ma è anche propedeutico a sistemi di guida autonoma come quelli che il Centro ricerche Fiat sta già sperimentando su veicoli speciali come per esempio quelli per uso agricolo che, si comprende, sono i migliori possibili sui quali effettuare sperimentazioni perché agiscono su terreni controllati e devono svolgere compiti che per la gran parte sono ripetitivi.

Luca Mion e Mauro Casotto, rispettivamente head of innovation di Hub Innovazione Trentino e vice presidente di Hub Innovazione Trentino e direttore della direzione operativa di Trentino Sviluppo hanno inoltre enfatizzato come da un lato il settore dell’automotive rivesta importanza nell’ambito dell’industria e della ricerca del territorio e dall’altro come l’incontro organizzato rappresenta solo il primo di un ciclo che toccherà anche altri settori verticali sui quali il sistema di Hub Innovazione Trentino che è frutto della collaborazione di Trentino Sviluppo, Fondazione Bruno Kessler, Università di Trento, Fondazione Edmund Mach punta per accelerare il processo di innovazione dell’economia e della società trentine.

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