ByoMusic: l’artigianato musicale abbraccia il digitale

Pubblicato il 17 Mar 2015

“Il desiderio del musicista è di avere strumento totalmente personalizzato, come se fosse un abito su misura. Un musicista, infatti, ha bisogno che sia lo strumento ad adattarsi e non viceversa. Per questo, spesso, evita i prodotti standard e va alla ricerca della particolarità. ByoMusic è stata creata proprio per rendere possibile tutto questo”.

A parlare è Thomas Brusati, 31 anni, laureato in Product Design al Politecnico di Milano, e fondatore di ByoMusic (Build Your Own Music), startup innovativa che ha visto la luce nel 2012. Il progetto nasce come liuteria digitale, ma presto inizia a muoversi in una direzione che lo porta ad ampliare l’offerta di servizi, andando a coprire anche l’area del Sound Design. Attraverso ByoMusic, quindi, i musicisti non solo hanno la possibilità di configurare tutte le caratteristiche delle singole parti della chitarra e delle percussioni (presto, infatti, sarà attiva la configurazione per la batteria), ma possono inviare le proprie tracce (registrate in home-recording), per permettere ai fonici di “lavorarle” e infine possono comprare singoli prodotti musicali artigianali.

Thoma Brusati founder di Byomusic
Una laurea in disegno industriale al Politecnico di Milano, un’esperienza professionale in Australia lavorando per un e-commerce della Apple e la concretizzazione di un’idea che unisce passione e necessità: Thomas, raccontaci i primi passi di ByoMusic e quali sono gli elementi che ti hanno spinto a crearla.

ByoMusic ha preso forma a partire dall’unione tra la voglia di concretizzare il mio percorso formativo (focalizzato sul disegno industriale) e la passione per gli strumenti musicali. Una volta tornato da un’esperienza di lavoro in Australia mi sono chiesto: ‘Io non sono un liutaio, però so progettare: come posso arrivare, quindi, a progettare degli strumenti?’. Da questa domanda è nata l’idea di iniziare a collaborare con degli artigiani, per fare in modo che i miei progetti vedessero davvero la luce e non restassero solo su carta o su pc.

Sono consapevole, infatti, che il musicista vuole possedere uno strumento unico e il mestiere del liutaio risponde proprio a questa esigenza. Io ho voluto trasportare la fase della progettazione direttamente online, in modo da permettere a qualsiasi musicista, in qualsiasi parte del mondo, di poter configurare il singolo pezzo del proprio strumento, scegliendo anche i più piccoli dettagli, e poi vederlo realizzato da un artigiano italiano.

Sul nostro sito, il musicista accede a delle pagine di configurazione, dove può scegliere tutte le caratteristiche per il proprio strumento. Noi di ByoMusic, alla fine di questo processo, ci occupiamo di tradurre le sue scelte in un progetto vero e proprio. A questo punto, arriva il momento degli artigiani che collaborano con noi e che creano ciò che l’utente ha realizzato attraverso il sito.

Nel processo di configurazione realizzato da ByoMusic, quindi, non avviene mai un contatto diretto tra il musicista e l’artigiano?

Con il sistema che abbiamo creato facciamo in modo che l’artigiano abbia l’opportunità di preoccuparsi solo di fare il proprio mestiere, senza “distrazioni”.

Infatti, le parti relative al customer care e al marketing sono curate direttamente da ByoMusic e in questo modo l’artigiano ha la possibilità di concentrarsi principalmente sul proprio lavoro, senza doversi preoccupare troppo della gestione del sito web o della comunicazione.

Noi ci proponiamo di rappresentare l’anello di congiunzione (in campo musicale) tra il “saper fare bene” dell’artigiano e la possibilità di vendere online, mantenendo alta la qualità dei prodotti.

La produzione dei vostri prodotti viene affidata ad artigiani locali, ma il vostro sguardo non è puntato solo sulla penisola italiana. Facendo una panoramica della situazione attuale, qual è la percentuale di clienti italiani e di clienti esteri che avete registrato fino ad ora? In che modo vi muoverete in futuro?

Al momento gli ordini effettuati provengono per il 70% dall’Italia e per il 30% dall’estero (negli ultimi mesi abbiamo spedito tamburelli in Irlanda, Olanda, Stati Uniti). Soprattutto nell’ultimo periodo, però, sono aumentate notevolmente le richieste che arrivano dall’estero.

Il mercato italiano, per quanto riguarda l’ambito degli strumenti musicali, è abbastanza contenuto e, in aggiunta, noi ci rivolgiamo a nicchie di musicisti. Alla luce di queste considerazioni, pensando al futuro, non posso negare che l’intenzione è di affacciarsi sempre di più sul mercato estero.

Non dobbiamo dimenticare, inoltre, che in Italia c’è ancora molta diffidenza quando si parla di pagamenti online. Non sono mancati, ad esempio, degli episodi di richieste di pagamenti in contanti, da parte di musicisti della zona. Questo sistema non è concepibile con un’attività come la nostra, perché va a rallentare il processo.

immagine realtiva a startup Byomusic

Una delle forze fondamentali della vostra realtà è rappresentata dalla rete di collaboratori artigiani che avete creato attorno a ByoMusic: quali sono le altre figure che fanno parte del team?

ByoMusic è una startup e come in ogni azienda appena avviata chi è alla guida si trova a dover fare di tutto e ad occuparsi della maggior parte degli aspetti, ma chiaramente non può fare tutto da solo perché è necessario avere la possibilità di guardare il proprio progetto da più punti di vista. Al mio fianco, quotidianamente, sono presenti mio padre, che ha lavorato come dirigente per oltre 30 anni in alcune realtà aziendali, e che segue ByoMusic dal punto di vista amministrativo-gestionale, e un’altra persona che si occupa della parte di programmazione e della gestione dei nostri canali social.

Attorno al cuore della mia impresa non mancano tutte le collaborazioni avviate con gli artigiani: dall’azienda che tratta e commercializza legni al professionista che si occupa della verniciatura e finitura di superficie, all’artigiano che produce plettri.

Collaboriamo, inoltre, con alcuni professionisti del suono (tra cui il fonico dei Verdena).

Quali sono i vostri competitor diretti e indiretti?

Dal punto di vista dei competitor indiretti, dobbiamo focalizzarci su tutti quei siti che permettono la vendita di strumenti online (es. www.thomann.de e strumentimusicali.net) e lo scambio degli strumenti usati (es. MercatinoMusicale.com).

Per la categoria dei competitor diretti, invece, dobbiamo concentrarci su quelle realtà che propongono, ad esempio, la customizzazione degli strumenti, in particolare della chitarra (es. Warmoth.com). Analizzandoli, però, è possibile capire che abbiamo competitor diretti per le singole parti della nostra offerta: ognuno di loro, infatti, si dedica a nicchie specifiche, mentre noi cerchiamo di abbracciare più nicchie.

Inoltre, non dobbiamo dimenticarci anche della presenza di alcuni liutai italiani che hanno deciso di strutturarsi meglio, dando vita anche a degli e-commerce attraverso i quali vendono i propri prodotti.

E, infine, dal punto di vista della sostenibilità economica, quale scelte avete deciso di intraprendere? Vi siete autofinanziati o avete chiuso dei round di finanziamento?

Nel 2012 siamo partiti autofinanziandoci, avanzando da subito richieste di finanziamento sia alle Camere di Commercio che a livello di Comunità Europea, con un fondo per lo sviluppo delle Startup (Fondo SEED). Qui arriva la prima nota dolente: abbiamo aspettato una linea di credito a tasso agevolato (nell’ambito del Fondo SEED) da novembre del 2012 a febbraio 2015: l’attesa è stata di oltre due anni e mezzo per poter avere una risposta certa. Durante la prima fase, quindi, ci siamo autofinanziati e solo ora abbiamo la possibilità di poter usufruire di questa linea di credito.

Questo ci sta facendo capire che in Italia l’imprenditoria giovanile non è supportata come dovrebbe essere, ma la nascita continua di imprese fondate da giovani, nonostante tutto, è la prova che se si vuole far crescere qualcosa, un modo lo si può sempre trovare.

 di Jessica Malfatto

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