Ecco i cinque campioni di Industrio

Pubblicato il 02 Dic 2014

Il primo Demo Day di Industrio ha confermato il successo atteso. Investitori e imprenditori si sono dati appuntamento nei locali dell’incubatore industriale di Rovereto per assistere alle presentazioni delle cinque startup che hanno costituito la prima squadra di imprese innovative che ha preso forma grazie al supporto finanziario e industriale di Industrio.

La qualità dei cinque progetti si è potuta toccare con mano, tutti erano presenti con prototipi o prime versioni dei loro prodotti. L’imbottigliatore innovativo di Dr.Wine faceva bella mostra di se all’ingresso dell’incubatore che per via delle sue dimensioni non è stato portato all’interno degli spazi. Il sistema consente di migliorare l’efficacia del processo di imbottigliamento riducendo la quantità di ossigeno e quindi migliorando la capacità del vino di conservarsi nel tempo perché meno soggetto all’ossidazione.

 L’arnia tecnologica di Melixa era invece in mostra nello spazio riservato alla startup che mira a consentire a chi alleva api, compresi coloro che lo fanno per hobby, di ridurre costi senza rinunciare a conoscere il comportamento delle api e la loro capacità di produzione. Secondo gli inventori di questo sistema che si compone sia dell’hardware da montare sull’arnia sia della app per tenere sotto controllo le attività delle api da remoto, il vantaggio più significativo si ha nella riduzione dei costi e dei tempi necessari all’apicoltore per seguire le sue arnie che spesso sono sparse sul territorio a volte anche a distanza di centinaia di chilometri. “Il ritorno in termini di risparmi aumenta con il crescere della distanza tra l’apicoltore e le sue arnie – precisa Manuel Benedetti, ingegnere e strategic advisor di Melixa – al momento stiamo raccogliendo dati dal mercato per definire la media delle distanze che oggi gli apicoltori devono percorrere al fine di avere anche un quadro completo delle loro esigenze e delle effettive potenzialità”.

Poi la stampante 3D professionale di MeccatroniCore che si propone quale scelta ideale per chi ha la necessità di stampare oggetti ad alta qualità a un prezzo che si colloca nella fascia medio alta, circa 6500 euro, ma che offre una serie di funzionalità avanzate come per esempio l’integrazione del computer, completo di schermo lcd di ampie dimensioni, che quindi consente alla stampante di operare in modo autonomo e quindi di adattarsi a contesti diversi: officine meccaniche, artigiani e perfino artisti.

Le restanti due startup presentate hanno entrambe a che fare con il mondo delle bici. La prima è Lock and Charge e ha messo a punto un dispositivo composto da una sorta di lucchetto elettronico che funge anche da connettore per la ricarica delle batterie qualora la bici sia elettrica e da una palina, o stallo, che è la stazione di ricarica e che può essere acquistato e posizionato da chiunque: esercizi commerciali, alberghi, parcheggi, stazioni ferroviarie, centri commerciali, in modo da creare una rete capillare di punti di ricarica e di sosta sicura capace di rendere effettivamente conveniente l’utilizzo della bici o di altri sistemi di trasporto personale dotati di motore elettrico. “Quando utilizzato come lucchetto di sicurezza il sistema è in grado di inviare messaggi di allarme allo smartphone dell’utente qualora si verifichino tentativi di furto”, sottolinea Andrej Sobotkiewicz, fondatore e Ceo della startup.

Infine BikeeBike, motore elettrico ad altissime prestazioni che può essere installato su qualsiasi bicicletta. Visivamente è una specie di disco che si inserisce tra la catena e il pedale e che è stato progettato per essere opportunamente bilanciato e quindi non avere effetti sull’assetto della bici. Il motore è molto compatto e molto potente, la startup ne ha realizzato diverse versioni per essere compatibile con le diverse normative in termini di potenza che sono oggi in vigore in Unione Europea, Stati Uniti e Svizzera. Il motore è stato ampiamente testato e collaudato attraverso un processo di sviluppo industriale meticoloso che è stato possibile proprio grazie al supporto delle imprese che concorrono al successo di Industrio.

“Il nostro motore – afferma Matteo Spaggiari, fondatore e Ceo di BikeeBike – ha oggi il suo principale concorrente in un dispositivo simile realizzato da Bosh ma il nostro è molto più efficiente e compatto, tanto che già abbiamo suscitato l’interesse del gruppo tedesco”.

Le potenzialità sul fronte industriale dell’incubatore  gestito da Jari Ognibeni che è Ceo e co-fondatore della struttura si comprende bene scorrendo la lista dei partner industriali e scientifici: Optoelettronica Italia, Hsl, 3Tec, Attrezzeria Trentina, Lean Evolution, Reniero e Associati, Delta Informatica, Fondazione Bruno Kessler, Fondazione Edmund Mach.

“Queste cinque startup sono il primo batch, le prime che Industrio ha sostenuto – afferma Alfredo Maglione che è il presidente e il co-fondatore di Industrio presentato i progetti per il futuro – il prossimo anno abbiamo in programma di incubare 10 startup per un totale di circa 40 persone, contro le 22 delle 5 startup attuali, di fare crescere il nostro team da 9 a 15 persone, di coinvolgere almeno altri 4 nuovi partner industriali e di portare da 8 a 12 il numero di partner finanziari e finanziatori”.

Un piano ambizioso certo ma perfettamente in linea sia con le potenzialità del territorio sia con la crescente esigenza di realizzare startup e aziende innovative con forte caratterizzazione industriale e orientate al dare nuovo significato al concetto di made in Italy.

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