Facciamoci l'automobile

Pubblicato il 01 Feb 2013

Co-creazione, micro-factoring e presto anche crowdfunding. Sono questi i principi sui quali si basa il modello di innovazione e di business di Local Motors. La società che ha sede a Phoenix nello stato Usa dell’Arizona è ormai un fenomeno internazionale perché ha saputo rivoluzionare i paradigmi alla base della progettazione, realizzazione e costruzione di veicoli.

Startupbusiness in occasione di InnovaDay Motorsportech organizzato da DemoCenterSipe dell’Università di Modena e Reggio Emilia, ha incontrato Damien Declercq, head of business development di Local Motors.

“Local Motors è una piattaforma a disposizione di chiunque desidera progettare veicoli di ogni tipo, dalle auto, alle barche, se si vuole anche uno space shuttle”, dice il manager che è di nazionalità francese che cinque anni fa ha contribuito alla fondazione di Local Motors che è nata in un garage dell’Arizona, e per una volta il garage era proprio il luogo più appropriato perché oggi la sede della società è un grande, sofisticatissimo, modernissimo, tecnologico garage che ospita la micro-factory.

“Noi siamo una piattaforma di servizi che consentono a designer e ingegneri di tutto il mondo di collaborare allo sviluppo di progetti innovativi, ad aziende strutturate di accelerare il loro processo di innovazione attraverso il rapid protoyping come è successo con Bmw che è venuta da noi per alimentare la loro pipeline di innovazione, e a società che vogliono realizzare progetti ma che non hanno le competenze di lanciare delle call e dei contest ai membri della nostra community al fine di realizzare ciò che desiderano così come è per esempio avvenuto con il veicolo commissionato da Domino’s Pizza per le consegne denominato Local Forge”.

Naturalmente Local Motors realizza anche i suoi prodotti che vende con un tasso di personalizzazione che supera la semplice modifica degli interni o degli impianti ma riguarda la struttura vera e propria del veicolo: “è ciò che accade attualmente con il nostro prodotto Rally Fighter che al momento è anche la nostra principale linea di business e che entro il 2013 diverrà profittevole” Fino a oggi Local Motors ha venduto 50 unità di questo veicolo e prevede di venderne 100 nei prossimi 12 mesi. Il prezzo di vendita è 99mila dollari (circa 73 mila euro): “i nostri clienti che ordinano Rally Fighter vendono nella micro factory e in due fine settimana da tre giorni costruiscono il loro veicolo insieme a noi, nessun’auto esce dalla fabbrica con il medesimo look e con la medesima struttura. Abbiamo clienti soprattutto americani, tedeschi, arabi, sudafricani, australiani e una cosa che accade piuttosto spesso è che il cliente viene con il figlio e insieme collaborano alla costruzione, è un’esperienza e non solo un’automobile. C’è gente che viene da noi e che ha già decine di veicoli di lusso e costosissimi ma nessuno lo ha potuto costruire come avviene con il Rally Fighter”.

La micro factory fa tutto, lo fa in modo nuovo, partecipato, innovativo ma non è adatta per la produzione di massa: “stiamo lavorando allo sviluppo del nostro business e ciò comprende anche possibili accordi con aziende in grado di supportare la produzione delle nostre unità in quantità superiori a quelle attuali, ma stiamo anche lavorando allo sviluppo di nuove piattaforme tecnologhe che renderanno il processo di co-creazione, co-engineering, co-design ancora più efficace e nei nostri piani c’è anche l’espansione internazionale, al momento non prevediamo l’apertura di altre micro factory oltre a quella di Phoenix ma stiamo ricevendo richieste per iniziare a sviluppare la rete commerciale alla quale poi, eventualmente, seguirà quella degli impianti. In Italia l’area di Modena con tutte le sue eccellenze industriali in ambito motoristico è certamente uno dei luoghi tra quelli che nel mondo attirano maggiormente la nostra attenzione che, forse, in futuro potrebbe concretizzarsi in qualcosa di più”.

L’espansione internazionale è motivata non solo dal desiderio di conquistare nuovi mercati e nuovi clienti ma anche dal fatto che già oggi gli ingegneri che rispondono ai contest e che utilizzano la piattaforma di co-creazione arrivano proprio dal tutto il mondo: “solo il 25% dei partecipanti è americano, gli lavorano da ovunque: Francia, Armenia, Italia, Brasile sono i primi che mi vengono in mente”.

Local Motors conta oggi uno staff di 50 persone e circa 40 investitori individuali ed è alla ricerca di un investitore di tipo venture capital per accelerare il suo processo di evoluzione sia industriale sia di mercato, processo che intende alimentare anche con l’applicazione del concetto di crowdfunding dove i partecipanti finanziano lo sviluppo di un progetto terminato il quale ottengono il prodotto, in pratica acquistano il veicolo quando questo è ancora un’idea, quando è ancora sulla carta, contribuiscono al finanziamento della sua progettazione e realizzazione e quando è pronto diventano proprietari di una unità.

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