Imprenditorialità, è il momento dei solopreneur

Pubblicato il 04 Giu 2016

Per costruire una startup di successo serve un team che oltre ad avere le giuste competenze deve essere anche affiatato, questo è quanto comunemente si sostiene. Un team quindi, e non una sola persona, perché solo con il team si riesce a crescere rapidamente e si può incontrare la fiducia del mercato e degli investitori. Questo principio resta valido, eppure c’è una categoria di imprenditori che sempre più sta dimostrando come anche la scelta di lavorare da soli possa essere vincente. Certo non si tratta di costruire aziende globali o di aspirare a realizzare il prossimo decacorno, ma in uno scenario di forte cambiamento come quello attuale anche quelli che tradizionalmente si definiscono liberi professionisti o freelance, e ormai noti con il nome di solopreneur stanno acquisendo un ruolo sempre meno marginale.

Essere un solopreneur è una scelta che ha i suoi pro e i suoi contro: la possibilità di gestire il proprio tempo, quella di poter lavorare senza vincoli di tipo geografico dando vita al fenomeno del neo-nomadismo, la possibilità di prendere decisioni in modo rapido, delle quali rispondere solo a se stesso, e di non dover dedicare tempo e risorse a riunioni o consigli di amministrazione e ai giochi politici che inevitabilmente si creano nelle organizzazioni più complesse. D’altra parte il solopreneur può fare crescere la sua impresa solo fino a un certo punto, perché anche automatizzando tutte le procedure automatizzabili le sue risorse fisiche e temporali hanno un limite finito; il solopreneur deve essere capace di gestire tutti i vari aspetti della sua impresa, quindi non solo quelli strettamente legati al core business ma anche quelli di gestione amministrativa per esempio. Il solopreneur poi deve saper farsi conoscere, creare un suo proprio posizionamento in un mercato che è sempre più affollato. La solopreneurship, così come la creazione di una qualsiasi altra impresa, è strada praticabile solo da chi considera il rischio parte del business e non è certo adatto a coloro che preferiscono la strada del lavoro dipendente, almeno fino a che questa tipologia di lavoro sarà disponibile.

(guarda il video di Fred Wilson – 10 ways to be your own boss)

Anche la percezione nei confronti dei solopreneur è oggetto di cambiamento, perché non solo il valore di quelli più bravi sta emergendo in molti contesti, e non necessariamente quelli puramente tecnologici ma anche quelli più tradizionali dove però l’impiego delle tecnologie consente una migliore organizzazione e una maggiore competitività, ma anche perché è di fatto caduto uno degli elementi che maggiormente venivano utilizzati per sminuire la scelta dei solopreneur: l’incapacità per questo modello di creare posti di lavoro. In realtà, sempre più spesso i solopreneur tendono a collaborare tra loro per acquisire specifiche competenze su specifici progetti e queste collaborazioni sono volano di sviluppo del business:  una rete capace di erogare competenze e servizi di alto valore e in diversi settori, di creare sinergie operative anche temporanee, capace di essere globale e di poter supportare anche clienti di maggiori dimensioni e con interessi internazionali. Un sistema che sta dimostrando di funzionare efficacemente e in modo più agile e diretto rispetto alle organizzazioni classiche, un sistema che quindi applica naturalmente i principi della distribuzione delle responsabilità, quindi non è gerarchico, e che è in grado di adattarsi rapidamente e con una flessibilità unica alle richieste e ai cambiamenti del mercato.

I solopreneur sono visti ancora come singole entità piuttosto che come un organismo sinergico, soprattutto da chi si occupa di politiche del lavoro, ma è venuto il momento di guardare a questo fenomeno con occhio nuovo perché questo popolo fatto di freelance, liberi professionisti, consulenti, pesa sempre di più sui numeri complessivi della forza lavoro: si calcola per esempio che in Usa siano circa un terzo del totale. Online esistono non poche risorse per questo tipo di imprenditori, come per esempio The Solopreneur Hour e The Solopreneur Life.

Infine, i solopreneur rappresentano anche un mercato target per chi offre servizi di vario genere: da quelli finanziari a quelli logistici, da quelli per l’organizzazione dei viaggi a quelli per l’acquisto di beni e servizi. Un mercato che ha esigenze specifiche e che può certamente rappresentare una opportunità non trascurabile per aziende e startup che ne individuino le esigenze e siano capaci di trasformarle in proposte e offerte efficaci.

Emil Abirascid

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