Costruire green, LeapFactory lancia LeapHome, la casa in un kit

L’ innovativa società sta rivoluzionando il modo in cui si realizzano le case, portando verso nuove frontiere il concetto di costruire green

Pubblicato il 20 Giu 2017

LeapFactory è diventata famosa per le sue architetture di montagna. La società torinese ha infatti sviluppato tecniche costruttive che impiegano materiali innovativi per realizzare rifugi nelle più impervie zone di montagna che sono ecosostenibili e energeticamente autonomi. Oggi la società fondata da Stefano Testa e Luca Gentilcore compie un importante passo che mette in mostra la sua capacità di design, di ingegnerizzazione e di commercializzazione di edifici prefabbricati. Grazie a un aumento di capitale da 700mila euro che cinque soci privati hanno iniettato nella società nel corso dell’ultimo anno è nata la divisione LeapHome.

“LeapHome – spiega Stefano Testa a Startupbusiness – applica la medesima filosofia costruttiva che abbiamo adottato fino a oggi estendendola a edifici residenziali che sono interamente prefabbricati e che possono essere installati, montati e resi operativi in qualsiasi parte del mondo”. Si tratta in pratica di un kit di montaggio che non richiede la presenza di un cantiere e che consente di installare una vera e propria abitazione con dimensioni che partono da 30,40 metri quadrati e possono arrivare a superfici maggiori “ne stiamo installando una da 800 metri quadrati a Piacenza”, dice Testa. Le abitazioni di LeapFactory sono studiate per essere installate facilmente, come se fosse un mobile Ikea, e sono tutte ad altissime prestazioni energetiche grazie a isolamenti e ottimizzazione. “Tecnicamente le case possono essere energeticamente autonome, quindi operare totalmente off-grid, dipende da ciò che l’utente richiede, in questo caso però i costi salgono perché bisogna integrare gli impianti”, spiega il co-fondatore.

LeapHut – Unità modulari elitrasportabili, ad altissime prestazioni. Sviluppate per condizioni climatiche estreme

La società ha definito due modelli base che si chiamano Frame e Landscape ai quali si affianca un programma denominato HomePlus per la realizzazione di progetti ad-hoc: “in tutti i casi c’è sempre un livello di personalizzazione perché le case vanno poi integrate nel contesto che le ospiterà ma con il programma HomePlus possiamo rispondere a ogni specifica esigenza, possiamo realizzare edifici da uno o due piani e perfino, volendo, interi quartieri, progetti di social housing”.

Per avere un’idea dei costi si può considerare che mediamente le case di LeapFactory hanno un valore pari ai due mila euro a metro quadrato, hanno caratteristiche di peso e di volume ridotte quindi possono essere montate ovunque senza nemmeno che sia necessaria una squadra di operai specializzati perché l’ingegnerizzazione delle componenti strutturali, degli infissi, degli arredamenti interni fissi è fatta in modo che il montaggio risulti preciso e facile. “E’ sufficiente che vi sia un terreno edificabile, dove è possibile gettare un minimo di fondazione per poter procedere alla realizzazione della casa che è considerata, legalmente, al pari di un edificio tradizionale”, spiega Testa.

Con questo progetto LeapFactory punta a crescere considerevolmente anche in termini di volume d’affari, le previsioni parlano di un fatturato 2018 tra i tre e i quattro milioni di euro, inoltre la società ha già superato una prima fase delle call Horizon 2020 per l’ottenimento di finanziamenti europei ed è già attiva nella ricerca di nuove persone da assumere, soprattutto ingegneri e ricercatori perché, conclude Testi : “il vero valore aggiunto di LeapFactory è il processo di ricerca della metodologia costruttiva, dei materiali e delle performance energetiche dei nostri edifici”.

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