Mattia Corbetta: l'Italia è un Paese per startup

Pubblicato il 26 Ott 2013

Lo scorso 25 ottobre a Smau Milano, l'associazione Italia Startup ha presentato l'iniziativa Who is Who, indirizzata a mappare l'ecosistema italiano dell'innovazione (report scaricabile qui).

Al Convegno è intervenuto, tra gli altri anche Mattia Corbetta, giovane (27 anni) componente della Task Force dell'ex Ministro Passera e tuttora membro della Segreteria Tecnica del Ministro dello Sviluppo Economico, per il quale si occupa di implementare le policy a supporto delle startup innovative.

Mattia Corbetta ha raccontato i passi avanti realizzati dal Governo a favore delle imprese innovative a partire dal Decreto Crescita Bis, quanto c'è ancora da fare e i progetti sui quali si sta effettivamente concentrando lo sforzo anche della Segreteria.

L'obiettivo è rendere l'Italia un Paese più “friendly” per fare impresa innovativa, non solo per gli stessi imprenditori italici ma addirittura attirando imprese startup dall'estero.

Ma se le startup italiane fanno di tutto per andare all'estero, perchè una startup estera dovrebbe venire qui da noi?

A margine del Convegno, Startupbusiness ha posto l'interrogativo direttamente a Mattia Corbetta, che ha mostrato una convinzione quasi contagiosa: l'Italia è un Paese per startup.

Potete ascoltarlo nel video (fatto al volo) o leggere oltre la sintesi testuale.

Ecco i punti salienti nella risposta di Corbetta.

– L'Italia è un serbatoio di talenti, idee innovative, creatività.

– Con il Decreto Crescita Bis, si è introdotta una disciplina strutturata e robusta per sostenere le startup: per esempio, l'Italia è oggi un Paese che permette a una startup innovativa di accedere all'equity crowdfunding attraverso un regolamento di dettaglio che garantisce certezza del diritto e che nessun altro Stato ha.

– Ci sono diverse agevolazioni che hanno reso aprire una startup innovativa in Italia più semplice: non ci sono oneri per l'avvio, c'è una disciplina del lavoro ritagliata sulle esigenze della startup, ci sono meccanismi di “fail fast”, incentivi per l'internazionalizzazione, agevolazioni fiscali per chi realizza investimenti, garanzie sul credito erogato dalle banche.

– L'offerta politica a sostegno delle startup innovative si è irrobustita e bisogna fare in modo che questo messaggio raggiunga i giovani imprenditori innovativi italiani e esteri.

Nella direzione di “rendere più accogliente” il nostro Paese alle startup estere, va anche il progetto della “startup visa” sul quale si è espresso, nel corso del Convegno, Alessandro Fusacchia, Consigliere Speciale del Ministro degli Affari Esteri (già Consigliere del Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera e coordinatore della task force per le start up). Il visto “start-up” fa parte del piano programmatico Destinazione Italia: si tratta di introdurre una categoria di visto “fast track” per chi arrivando dall'estero voglia fare impresa innovativa in Italia, qui maggiori dettagli.

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