#MWC15: Huawei stupisce, Cina da paura

Pubblicato il 02 Mar 2015

Le startup di elettronica in Europa e Stati Uniti hanno appena perso il loro principale vantaggio competitivo.

La Cina ha colpito ancora. Dopo l’esordio del One Plus One pochi mesi fa, un cellulare definito in inglese “flagship killer” (killer del modello di punta), è stato presentato ieri al Mobile World Congress di Barcellona (#MWC15)  il Huawei Watch. TechCrunch lo descrive come “l’Android Wear di gran lunga più bello” sul mercato. I canali YouTube sono impazziti. Gli articoli sulle testate di tecnologia ne parlano come se fosse una rivoluzione.

In realtà la vera rivoluzione non è nel prodotto, palesemente un Moto 360 migliorato, ma nel fatto che le aziende di Shenzhen siano state in grado di portare sul mercato europeo e statunitense dei prodotti disegnati internamente e superiori sia in qualità che nel prezzo ai prodotti di alta gamma progettati in EU o USA.

Dopo la delusione di molti utenti per il design dell’Apple Watch e quello del taglio sullo schermo del Moto 360, il mercato stava ancora aspettando uno smartwatch degno di esser chiamato tale.

Non solo il prodotto è obiettivamente gradevole alla vista: è anche presentato in maniera esemplare, con spot pubblicitari che sfoggiano lo stile ed il budget di colossi come BMW.

Samsung è rimasta fuori dai giochi con il Gear, un device venduto in 800,000 unità, ma che in Europa non si vede in giro nonostante venisse dato anche in bundle con il Galaxy Note 3.

L’unica vera alternativa all’Huawei Watch potrebbe essere l’LG watch, appena presentato al #MWC15. Il design dell’Huawei rimane comunque più accattivante.

La Cina ha fatto passi da gigante e da pure e semplici fabbriche per la produzione di progetti stranieri è diventata la casa di progettisti e designer.

TotalTech su Youtube esclama “these Chinese manufacturers ain’t f***** around!” [“Questi produttori cinesi non scherzano!”].

Parlare in modo così generico di una nazione è politicamente scorretto, ma dati gli stereotipi dei prodotti di fabbricazione cinese, dal punto di vista europeo questa è una evoluzione che spaventa.

Il classico “Designed by Apple in California, Assembled in China” è destinato a scomparire e diventare “Designed in China, Assembled in China, Sold in Europe”.

Il know-how europeo e statunitense di cui ci vantavamo non serve più. Le campagne marketing online permettono di vendere ad un mercato globale sul quale contano sempre di più la competività sui prezzi e l’appeal del prodotto che il branding.

Non solo, prodotti come il One Plus (che era disponibile solo su invito), portano nei valori una certa esclusività. Molto di più di un prodotto consumer Apple.

Il ciclo di sviluppo di un prodotto, che solo per la prototipazione e per la logistica impiega mesi in Europa (con produzione in Cina), viene abbreviato e ottimizzato se tutto il processo si svolge in loco.

Per esempio, ci sono aziende specializzate che gestiscono in completa autonomia campagne Kickstarter per la creazione, prototipazione e produzione di gadget innovativi, il tutto su territorio cinese.

I problemi di lingua, comunicazione, design, e qualità del prodotto sembrano superati. Il 2015 sarà l’anno della Cina.

cina, shenzhen map

Cosa dovranno fare le startup e le grandi aziende europee per esser competitive? Secondo alcuni sono destinate a scomparire o comunque a smettere di fare hardware. Altri sostengono che il Made in Italy rimarrà un simbolo di qualità. Altri ancora stanno pensando di trasferirsi in Cina per cogliere le nuove opportunità. Voi cosa ne pensate?

di Carlo de Micheli

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati