Video

Open innovation, attenzione a gufi e reazionari (video)

Gli scettici, i reazionari sono un freno alla trasformazione aziendale e alla open innovation, che però non deve scoraggiare chi vuole davvero innovare

Pubblicato il 31 Gen 2017

L’open innovation è il metodo, il processo, che le aziende oggi dovrebbero cavalcare per accelerare il proprio rinnovamento e la digitalizzazione. In Italia il tema della open innovation è entrato nelle strategie aziendali molto di recente rispetto ad altri Paesi, e anche molto timidamente.

In questo video Andrea Rangone, CEO di Digital360 Group, mette in guardia da un pericolo: le aziende che hanno investito per prime sull’innovazione aperta e non vedono ancora risultati soddisfacenti rischiano di scoraggiarsi, anche a causa del canto di vittoria che al primo fallimento scettici, gufi e reazionari sono pronti a elevare.  Invece, avverte Rangone, l’open innovation è un processo lento: bisogna pazientare. Bisogna “imparare facendo” e “imparare fallendo”, di certo non possiamo permetterci di pensare che l’open innovation sia  una tendenza di marketing e finire per abbandonarla quando passa la moda o dopo i primi insuccessi. Servono convinzione, partecipazione, determinazione.

La vera trasformazione digitale è possibile solo se riceve il sostegno deciso dei vertici aziendali, che hanno però bisogno di “portarsi dietro” tutta l’azienda, sciogliendo le inevitabili sacche di resistenza (che si formano sempre in nome del business, ovviamente…). C’è quindi un tema forte di nuova cultura aziendale diffusa. Ormai dovrebbe essere chiaro che non bastano solo gli investimenti né le tecnologie se non c’è il coinvolgimento di tutti i livelli aziendali.

Sul tema, leggi anche gli articoli:

Open innovation, chi si ferma davanti al primo insuccesso è perduto 

Rangone: Industria4.0, i riflettori della politica per superare le barriere culturali 

@RIPRODUZIONE RISERVATA

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati