Redooc, la matematica è pop

Pubblicato il 06 Feb 2015

Stem è acronimo di science, technology, engineering, mathematics (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica) ed è usato in ambito educativo per enfatizzare l’importanza di queste materie e discipline che ancora troppo poco sono popolari tra docenti e studenti nelle scuole di ogni livello in molti Paesi tra cui anche in Italia. Per questo motivo è fondamentale lavorare su programmi e strumenti che rendano più facile, rapido, efficace, dinamico l’insegnamento delle materie scientifico-tecnologiche partendo dalla matematica che è base di ogni disciplina Stem. Ed è per questo che iniziative come quelle della startup Redooc  che ha messo a punto una piattaforma per rendere la matematica più semplice e il suo insegnamento più divertente vanno messe in luce così come va messa in luce la capacità di questa azienda di sostenere la diffusione dei suoi strumenti grazie alla collaborazione di altre aziende sponsor che consentono alle scuole di adottare la piattaforma Redooc in numero di licenze sufficienti per gli studenti che frequentano.

Il bisogno di un’educazione Stem di qualità è evidente: l’Italia è 19esima al mondo per Pil e 32esima per competenze matematiche; un ragazzo su quattro delle scuole superiori ha un debito in matematica a settembre; neppure mezzo miliardo speso ogni anno in ripetizioni private riesce ad attutire il problema – racconta a Startupbusiness Chiara Burberi, co-fondatrice e presidente di Redooc – Stiamo rivoluzionando il modo di fare education in Italia, a partire dalla matematica: usiamo il linguaggio dei ragazzi come video, grafiche, concetti di matematica immersi nella vita quotidiana e giochi seri per incentivarli ad allenarsi, a collaborare e a competere. Ogni ragazzo deve essere libero di scegliere il proprio percorso: non una scuola per tutti, ma una scuola per ciascuno è il nostro approccio”.

In questo modo è partito il progetto che si chiama ‘adotta un liceo’ e che già si sta espandendo in alcune scuole (qui l’elenco di quelle che già hanno adottato la piattaforma di Reedoc).

redooc - chiara burberi
Chiara Burberi, co-founder di Redooc

“Le società che collaborano con noi in vario modo sono tutte estremamente sensibili alla Company social responsability (Csr) e ci supportano in modo semplice ma concreto: adottando una scuola, aiutandoci a sviluppare contenuti di qualità, velocizzando la diffusione del servizio presso le famiglie italiane – aggiunge Burberi – . Non sono necessari grandi investimenti, ma la disponibilità a sperimentare nuove strade semplici, per esempio lo smartphone a scuola”. (qui l’elenco delle aziende che partecipano al programma di Redooc )

A inaugurare il programma ‘adotta una scuola’ di Redooc è l’iniziativa che ha visto impegnata Bip (Business integration partners) nello sponsorizzare cento licenze per altrettanti studenti dell’istituto Curie Sraffa di Milano per l’anno scolastico 2014/2015.

Questo genere di iniziative è certamente apprezzabile perché mette insieme competenze tecnologiche, risorse private e tensione verso la consapevolezza di dover migliorare l’educazione e la scuola che sono gli unici elementi sui quali è necessario lavorare per costruire un Paese sempre migliore, ma denotano anche il deficit di attenzione che le istituzioni hanno nei confronti del processo di adozione delle nuove tecnologie che spesso sono introdotte nelle scuole partendo dai dispositivi e non dai contenuti quando invece bisognerebbe fare esattamente il contrario. Appare così rilevante l’esistenza di iniziative e piattaforme tecnologiche come quella di Redooc perché è da queste nuove forme di diffusione della conoscenza e di insegnamento che bisogna partire per rinnovare il modo in cui la scuola forma le nuove generazioni.

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