ScaleIT, cosa succederà ora alle società selezionate

Pubblicato il 15 Ott 2016

Grande successo per l’edizione 2016 di ScaleIT, l’unico evento di matching per scaleup italiane, 15 quelle selezionate per presentarsi al pubblico di investitori, internazionali e nazionali, lo scorso 12 ottobre a Milano.

Come abbiamo delineato in questo articolo dedicato alla definizione di società scaleup , mentre la startup è focalizzata sulla ricerca del prodotto, (compresi market fit e business model), la scaleup è focalizzata sulla propria crescita, il che significa che deve trovare nuovi mercati su scala globale. L’internazionalizzazione della società porta benefici in termini di mercato, di capitali e di risorse umane. ScaleIT nasce sopratutto per favorire l’accesso ai capitali internazionali, dando maggiore visibilità alle società italiane e offrendo un’opportunità di incontro. Una società italiana che deve crescere fa certamente molta fatica a trovare in Italia i capitali necessari, basta pensare che gli investimenti nel nostro Paese si esprimono ancora in milioni di euro, mentre in ecosistemi più sviluppati (semplicemente andando a Londra o Berlino) siamo nell’ordine dei miliardi.

Molto importante, dunque, per la maturazione del nostro ecosistema, che gli investitori internazionali richiamati da ScaleIT stiano rispondendo bene, in questa seconda edizione hanno partecipato: Ardian, Aster Capital, Axa Strategic Ventures, C5 Capital, Cisco Investments, Columbia Lake Partners, Earlybird, Eight Roads Ventures, Endeavour Vision, Highland Europe, Holtzbrinck Ventures, IdInvest Partners, Join Capital, Kreos Capital, Nauta Capital, Omnes Capital, Orange Growth Capital, Partech Ventures, Senovo, Symphony Technology Group.

Presenti anche tutti i principali fondi VC nazionali.

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“Stiamo notando una chiara crescita di interesse degli investitori internazionali verso le scaleup italiane”, dice Lorenzo Franchini, founder dell’evento “Negli ultimi dodici mesi ci sono stati otto investimenti di fondi internazionali su scaleup italiane contro i due dei precedenti dodici anni. Gli investitori che hanno partecipato a questa edizione erano quasi il doppio rispetto alla precedente. Speriamo che la raccolta delle quindici scaleup selezionate sia in linea con i risultati dell’anno scorso”.

Le scaleup di ScaleIT

A presentare le proprie innovazioni sul palco di ScaleIT si sono alternate società attive in diversi settori: dal digital puro al software, dal foodtech al fashion. Requisiti minimi: almeno un milione di euro di ricavi o un milione di utenti per il b2c e la possibilità di ottenere un round di finanziamento Series A o Series B per scalare a livello internazionale. Le richieste delle nuove imprese potevano variare tra 3 e 15 milioni di euro.

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Blastingnews, la piattaforma di social publishing che permette a tutti di pubblicare articoli, ora vuole sviluppare nuove tecnologie e accelerare la crescita nei nuovi mercati.

Buzzoole, piattaforma di influencer marketing per le aziende è in fundraising per tentare l’approccio al mercato americano e consolidare la propria presenza in Italia, Regno Unito e Russia, paese in cui a breve la società aprirà una sede

Certilogo, piattaforma di autenticazione dei prodotti in crowdsourcing che lavora con più di 50 brand a livello globale, punta a crescere su nuovi mercati e nuovi settori e costruire un forte brand Certilogo.

D-Orbit, sistema per il recupero dei satelliti in orbita che dà lavoro a più di 30 persone tra Italia, Stati Uniti e Portogallo vuole espandere il suo raggio d’azione tra Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) e Stati Uniti e completare la sede di produzione in Italia.

Hyperfair, piattaforma di realtà virtuale social per le aziende che ha sede legale in California ma la maggior parte dei dipendenti in una sede in riva al lago di Lecco, ha bisogno di capitali per migliorare la tecnologia e potenziare il marketing.

In Aria! Networks (ottvideo.me), content delivery network per la trasmissione video in qualità broadcast su IP pubblico vuole rendere prodotto e piattaforma ancora più efficace.

Inventia, piattaforma di customer engagement multicanale.

Italdron, azienda produttrice di droni professionali che sarebbero in grande anche di raccogliere e processare dati, vuole sviluppare prodotti ancora più avanzati dal punto di vista tecnologico.

Mcollective, piattaforma per la distribuzione online to offline di abbigliamento ora punta alla crescita estera.

Sailsquare, piattaforma social per organizzare vacanze in barca a vela che intende alimentare la sua espansione all’estero.

Sardex, circuito di scambio tra imprese attraverso il credito commerciale, cercano VC specializzati nel fintech per espandersi in nuovi mercati.

Thron, piattaforma per il digital asset management per le imprese, vuole espandersi in Europa e negli Stati Uniti.

Tutored, piattaforma social per studenti dove è possibile trovare appunti, ripetizioni, scambi di libri e così via, intende scalare e fare business all’estero.

Velasca brand online to offline di scarpe artigianali italiane, punta a espandersi anche sul mercato americano.

Viniexport, marketplace di vini all’ingrosso che vuole espandersi nel mercato europeo.

Cosa possono sperare e di cosa devono avere paura

ScaleIT porta bene: lo scorso anno, delle 11 aziende partecipanti, 8 hanno poi ottenuto l’investimento, per una cifra di circa 43 milioni di euro.

Anche per le società che si sono presentate quest’anno, vista anche l’alta qualità delle proposte, riconosciuta da tutti i partecipanti, si spera che di ottenere gli stessi risultati del 2015 (o anche migliorarli).

Quello che nei prossimi mesi succederà alle società selezionate dagli investitori sarà di affrontare e organizzare mail di follow up, call su skype, incontri, proposte, controproposte, contrattazioni, che coinvolgeranno non solo gli eventuali nuovi investitori interessati, ma anche gli investitori già presenti nella società e i legali. Se tutto andrà bene, minimo 3-4 mesi di tempo saranno dedicati a queste attività, prima di chiudere il deal.

Una situazione entusiasmante, ma anche molto stressante per la società e i suoi leader.

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Paradossalmente (e in generale), trovare i finanziamenti per scalare, potrebbe anche generare ansia nei founder: sulla paura del successo, la paura di vincere, sono stati scritti libri, ma non si intende qui entrare nel merito di riflessioni psicologiche. Piuttosto sottolineare, che nel contesto “startup” e “scaleup”,  il successo è più difficile da gestire dello stesso fallimento, rispetto al quale si è fin dall’inizio in qualche modo preparati.

L’aspetto difficile da affrontare è (una volta trovato l’investimento), la gestione della crescita: in termini di risorse umane, di motivazione del team, di integrazione  con figure manageriali nuove; di obiettivi e pianificazioni da ridefinire; di tempistiche differenti con cui fare le cose; dinamiche e modalità di lavoro diverse; più riunioni, più reportistiche, più kpi; bisogna mantenere il controllo, la leadership, la cultura aziendale di un’organizzazione che diventa più grande; bisogna monitorare ancora più efficacemente i bilanci e le spese correnti; i rapporti con gli investitori di un round di questo tipo possono essere molto più impegnativi.

Alle problematiche dello scaleup, il fondatore di Linkedin e investitore Reid Hoffman insieme a Greylock Partners, hanno dedicato un intero corso alla Stanford University chiamato CS183C: Technology-Enabled Blitzscaling, di cui sono disponibili in video le lezioni che ospitano personaggi come Marissa Mayer, Eric Schimdt, Sam Altman, Brian Chesky, Elisabeth Holmes, ecc.

Anche diversi founder di società internazionali hanno espresso riflessioni e offerto consigli sulla gestione dello scaleup:

Brian Halligan, Fondatore e Ceo di Hubspot 

Josh McFarland, fondatore di TellApart (video – Come arrivare da 7 a 100 ml di $ di fatturato in 3 passi)

Julia Hartz, fondatore e Ceo Eventbrite (video)

Patrick Collison, fondatore di Stripe

d.c.

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