Glossario della startup e del venture capital

Pubblicato il 23 Mar 2016

Il glossario della startup e del venture capital: tutte le parole che devi conoscere per capire questo mondo.

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Acceleratore. Programma di supporto allo sviluppo delle startup che ha una durata definita e che prevede il coinvolgimento di mentor e partner industriali. Di solito ogni programma termina con un demo day in cui le startup incontrano imprese e investitori.

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Open Innovation
Startup

Acquisition. E’ quanto avviene quando una società acquisisce completamente o (la maggioranza delle quote) di un’altra società. Può essere “amichevole” (agreed upon) o ostile (senza accordo).

Acqui-hire. E’ l’acquisto formale da parte di una società di un’altra società (generalmente in difficoltà) con lo scopo di acquisirne i talenti, cioè le persone che ci lavorano. Nel mondo startup, l’acqui-hire spesso è il soft landing (cioè l’alternativa più indolore) rispetto alla chiusura della startup stessa.

Agile. E’ una metodologia nata in ambito di sviluppo software e promuove lo sviluppo incrementale del software stesso, enfatizzando la collaborazione e l’adattabilità.

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Blockchain. Per alcuni è la Blockchain è la nuova generazione di Internet, o meglio ancora è la Nuova Internet. Per maggior precisione si ritiene che possa rappresentare una sorta di Internet delle Transazioni e per coloro che guardano oltre al concetto di transazione può rappresentare la Internet del Valore. La blockchain è un protocollo di comunicazione, che identifica una tecnologia basata sulla logica del database distribuito (un database in cui i  dati non sono memorizzati su un solo computer ma su più macchine collegate tra loro, chiamate nodi). E’ la piattaforma su cui oggi moltissime startup sviluppano innovative soluzioni.

Brevetto (o patent). E’ il titolo, assegnato dagli uffici preposti, che tutela un’innovazione tecnica, oppure un prodotto o un processo che fornisce una nuova soluzione a un determinato problema tecnico. Consente a chi ha realizzato un’invenzione di poterla produrre e commercializzare in esclusiva nello stato in cui il brevetto è stato richiesto. Tecnologie coperte da brevetti sono molto più difendibili sul mercato.

Business angel –  Sono gli investitori cosiddetti informali, di solito singole persone con disponibilità finanziaria tipo manager o imprenditori che si appassionano a una startup e portano a essa sia capitale sia esperienze, conoscenze, contatti. I business angel a differenza dei fondi di investimento investono risorse proprie e spesso la loro motivazione non è esclusivamente finanziaria. I business angel investono anche in gruppo al fine di differenziare le operazioni e quindi distribuire il rischio. (vedi la guida per capire i business angel).

Business plan. Documento nel quale un progetto di impresa, o un piano di sviluppo, viene esposto in termini di linguaggio aziendale, con riferimento alle variabili strategiche, tecnologiche, commerciali ed economico-finanziarie. Esso è la base per la richiesta del capitale di rischio e quindi è, spesso, per l’imprenditore il primo strumento di contatto con l’investitore istituzionale.

B2a, b2b, b2c, b2b2c. Sono le sigle che indicano come il modello di business intende rivolgersi al mercato: b2a significa che si rivolge alla pubblica amministrazione, b2b che è un modello da business a business quindi i clienti sono altre imprese, b2c indica che il cliente è consumer, quindi l’utente finale, mentre b2b2c indica che il prodotto è pensato per l’utente finale ma che è venduto tramite altre aziende che a loro volta lo portano sul mercato al dettaglio.

Burn Rate. La velocità con la quale la startup spende le risorse finanziarie rese disponibili dai finanziamenti. Più il burn rate è elevato meno sarà il tempo che la startup ha a disposizione per rendere il suo progetto sostenibile sul mercato.

Buy-out. Tecnica finanziaria diretta all’acquisizione di un’impresa mediante il ricorso prevalente al capitale di debito, che verrà per lo più rimborsato con l’utilizzo dei flussi di cassa positivi generati dall’impresa stessa.

Buy back. Il buy back è il riacquisto da parte della startup delle quote societarie detenute da altri investitori. Non è molto frequente, ma può avvenire quando la startup ha sufficiente liquidità per farlo, anche in previsione di nuovi round d’investimento.

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Capital Gain. Differenza tra il prezzo di acquisto di una partecipazione e il ricavo derivante dalla sua vendita. Rappresenta la fonte di ricavo principale per un investitore nel capitale di rischio.

Cap Table. La Capitalization Table è uno strumento impiegato per tenere traccia dei cambiamenti di proprietà della società e del variare dei soci. In pratica è una tabella in cui si inseriscono e tengono aggiornati i titoli dell’azienda, chi li possiede,  i prezzi pagati dagli investitori per questi titoli, la percentuale di partecipazione di ciascun investitore nella società, il valore dei loro titoli e la loro diluizione nel tempo.

Cash flow. E’ il flusso di cassa, cioè la differenza tra entrate e uscite di una società in un determinato periodo. Per le startup che generano fatturato, il cash flow rappresenta anche una componente di autofinanziamento.

Closing. Momento della conclusione di un’operazione di investimento, generalmente coincidente con la girata delle azioni (quote) della società acquisita e il conseguente versamento del prezzo di acquisto da parte dell’investitore.

Committment. E’ l’impegno dell’investitore (rappresentata da una cifra) a portare la startup nella fase di due diligence, che se si conclude bene, porta all’investimento effettivo.

Corporate governance. Insieme delle regole che definiscono i comportamenti da rispettare per il buon governo dell’impresa e i rapporti tra i soci e il management.

Corporate venture capital. Fondo di venture capital derivante dalle attività di investimento di un’azienda, di solito aziende di grandi dimensioni. Esistono anche Cvc collettivi dove più aziende fanno convergere le loro risorse per gli investimenti.

Convertible note. Una convertible note è un veicolo di investimento spesso utilizzato dagli investitori seed che investono in startup che desiderano rimandare la valutazione della startup al momento di un nuovo round di finanziamento o al raggiungimento di una milestone. Sono strutturate come come prestiti , ma che possono essere in una fase successiva convertiti in equity, cioè quote della società. Per l’investitore è dunque un prestito, per la startup un debito. Al fine di compensare l’investitore business angel per il rischio aggiuntivo di aver già investito nel round seed precedente, le convertible note contengono  clausole aggiuntive di compensazione o sconti.

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Deal. E’ l’affare, cioè la chiusura dell’operazione d’investimento.

Deal flow. Flusso delle opportunità di investimento individuate e analizzate da un investitore nel capitale di rischio.

Diluizione. La dilution è riferita alle quote societarie e consiste nella diminuzione del valore delle quote detenute provocata dall’aumento di capitale o emissione di nuove quote o esercizio di stock options e altri eventi che incidono sull’assetto delle quote societarie.

Direct Listing. Direct Public Offering è un metodo con il quale è possibile quotarsi in Borsa, simile all’IPO. E’ un metodo più snello e meno costoso, forse con più rischi, rispetto all’IPO, poichè  è l’azienda stessa a gestire il processo in modo diretto senza impiegare i servizi degli intermediari finanziari, tipicamente banche di investimento; senza compiere il roadshow per raccogliere l’impegno dagli azionisti potenziali e senza definire un prezzo di debutto dell’azione.

Disinvestimento. Cessione, totale o parziale, della partecipazione detenuta dall’investitore al termine di un’operazione di investimento e una volta raggiunti gli obiettivi di creazione di valore all’interno dell’azienda partecipata.

Disruption. L’innovazione disruptive è quella che rappresenta una rottura molto decisa con il mercato o il settore nel quale avviene: può essere una tecnologia (un prodotto), un modello di business, l’identificazione di una nuova audience, un cambiamento radicale nei prezzi di mercato.

Down round. Si definsce tale il round d’investimento nel quale i nuovi investitori acquisiscono quote della società dando una valutazione (della startup) inferiore a quella attribuita in precedenti round. Determina la diluizione degli investitori pre-esistenti.

Drag along. Diritto dell’investitore nel capitale di rischio di obbligare gli altri soci alla vendita del controllo dell’impresa, in genere qualora le previste, alternative modalità di disinvestimento da parte dell’investitore non siano state perseguibili entro un termine concordato (definito anche Diritto di trascinamento).

Due diligence. Insieme di attività, svolte direttamente dall’investitore o per mezzo di consulenti esterni, volte ad approfondire, preventivamente all’investimento, “lo stato di salute” dell’impresa e la corrispondenza dei contenuti del business plan.

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Early stage financing. Investimento in capitale di rischio effettuato nelle prime fasi di vita di un’impresa, comprende sia le operazioni di seed sia quelle di startup.

Elevator pitch o semplicemente pitch. Si tratta della modalità di presentazione in cui la startup in pochi minuti illustra a potenziali investitori e partner industriali le sue attività e il suo progetto d’impresa. Gli elevator pitch possono avere una durata compresa tra il minuto e mezzo e gli 8-10 minuti e sono supportati da una presentazione di poche slide denominata pitch deck o da modalità più creative e variegate, come abbiamo visto nello show tv.

Equity. Capitale proprio dell’azienda, versato, generalmente, attraverso la sottoscrizione di titoli azionari o quote. La sua remunerazione dipende dalla redditività e dal successo dell’iniziativa, sia in termini di utile prodotto e distribuito ai soci tramite dividendi, sia in termini di aumento di valore delle azioni. L’investitore in cambio del suo apporto chiede una parte di equity, variabile in base a diversi elementi tra cui l’evaluation pre-money, cioè il valore della startup prima dell’investimento.

Exit. Termine con il quale si identifica il disinvestimento, e cioè la cessione, totale o parziale, della partecipazione detenuta dall’investitore al temine di un’operazione di investimento e una volta raggiunti gli obiettivi di creazione di valore all’interno dell’azienda partecipata. La exit può per esempio avvenire per operazioni di acquisizione o per quotazione in Borsa.

Expansion financing. Investimento in capitale di rischio effettuato nelle fasi di sviluppo dell’impresa, realizzato attraverso un aumento di capitale e finalizzato a espandere (geograficamente, merceologicamente ecc.) un’attività già esistente.

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Follow on. Successivo investimento nel capitale di rischio di un’impresa già partecipata dallo stesso investitore.

Fondo d’investimento mobiliare chiuso. Strumento finanziario che raccoglie capitali presso investitori istituzionali (quali banche, fondazioni, compagnie assicurative, fondi pensione) e presso privati, per investirli nel capitale di rischio di imprese non quotate.

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ICO. Initial Coin Offering sono una forma di finanziamento, utilizzata da startup o da soggetti che intendono realizzare un determinato progetto, resa possibile tramite la tecnologia blockchain. In estrema sintesi, per reperire dei finanziamenti si propone al pubblico (normalmente tramite un cd. “withepaper”) un progetto che sarà realizzato tramite Blockchain con creazione di “token” da cedere, a fronte di un corrispettivo, ai soggetti finanziatori.

Incubatore. Si tratta di strutture che offrono alle startup i finanziamenti iniziali, lo spazio dove lavorare, il supporto di professionisti e di mentor al fine di aiutarle a superare la fase iniziale di validazione del progetto d’impresa. Di solito la permanenza all’interno dell’incubatore ha una durata definita.

Initial Public Offering (IPO). Offerta pubblica di vendita o di sottoscrizione di azioni di un’impresa, finalizzata ad avviare il processo di quotazione in Borsa.

Inoptati, diritti. In occasione di nuovi aumenti di capitale la società offre agli azionisti un numero di diritti proporzionale alle azioni già possedute, diritti che consento l’acquisto delle nuove azioni in emissione al prezzo stabilito dell’offerta. Se questi diritti non vengono esercitati dall’azionista vengono definiti inoptati e vengono venduti dall’emittente in un’asta che dura 5 giorni.

Investitore. Può essere di diversi tipi, nelle aziende startup generalmente investono business angel, fondi di venture capital e investitori dal mondo industriale.

Investitore captive. Operatore nel capitale di rischio posseduto per una quota di maggioranza da un’istituzione finanziaria o industriale che ne definisce le linee strategiche e operative e gli fornisce i capitali necessari per l’attività di investimento. Si contrappone all’investitore indipendente.

Investitore indipendente. Operatore nel capitale di rischio non riconducibile, in termini sia di emanazione sia di provenienza dei capitali utilizzati, a un’altra istituzione finanziaria o industriale, mantenendo, pertanto, totale autonomia strategica e gestionale.

Investment agreement. Contratto di investimento che contiene l’insieme delle clausole che regolano l’operazione di acquisizione della partecipazione.

Investment company. Operatore del capitale di rischio, differente dalle Sgr generaliste, specificamente dedicato all’Italia. A partire dal 2011 tale dicitura sostituisce la precedente ‘country fund’.

IP o Intellectual Property. E’ l’insieme dei principi giuridici che regola le questioni brevettuali, la tutela del brand (marchio, logo, ecc) e il copyright eventuale. E’ un argomento molto delicato, geograficamente variegato,  e in grande evoluzione che può richiedere, anche nella startup, la consulenza di uno professionista specializzato.

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Large deal. Investimento di importo (equity) compreso tra i 150 milioni di euro e i 300 milioni di euro.

Liquidation preference. Clausola che può essere contenuta nel contratto di investimento al fine di definire una distribuzione preferenziale per l’investitore del ricavato derivante dalla vendita della società o da altri eventi liquidatori.

Lock-up. Accordo tra i soci di una società in base al quale tutti o parte di questi si impegnano a non cedere le proprie partecipazioni prima di una predeterminata scadenza.

Love capital o Fff. Si tratta del capitale raccolto nella fase precedente la creazione stessa della startup, capitale che viene raccolto presso familiari, parenti, amici. Noto anche come Family, friend and fool (Fff).

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Mega deal. Investimento di importo (equity) superiore ai 300 milioni di euro.

Mentor. Sono i professionisti, esperti, manager, imprenditori che dedicano del tempo a consigliare le startup sulle loro azioni strategiche e tattiche. Si solito i mentor sono anche business angel o operano all’interno di incubatori e programmi di accelerazione. Ci sono mentor con competenze tecnologiche e

Milestone. Momenti di verifica del percorso di sviluppo di una iniziativa generalmente legati al raggiungimento di dati obiettivi.

Mvp, Minimum viable product. La prima versione del prodotto che serve sia per testarne le funzionalità e raccogliere i primi commenti dagli utenti iniziali , sia per mostrare ai potenziali investitori o partner finanziari la capacità di realizzazione di ciò che ci si propone di fare aumentando così la credibilità del progetto.

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NDA

Non-disclosure agreement. Un accordo tipico attraverso il quale due o più parti (la startup e gli investitori, p.e.) si impegnano alla riservatezza sulle informazioni sensibili e confidenziali condivise.

<O>

Option Plan. È il piano per l’assegnazione delle opzioni, quindi i diritti di acquistare una determinata quantità di quote o azioni a un prezzo predeterminato, fino a che non sono esercitate non generano redditto e quindi non sono soggette a tassazione. L’option pool è il pacchetto di azioni o quote che vengono destinate ai dipendenti, manager, collaboratori dell’azienda.

Open Innovation. Secondo il fondatore del concetto Henry Chesbrough, l’open innovation è un processo di sviluppo di nuovo valore, innovazione e avanzamento tecnologico di un’azienda attraverso il ricorso a risorse esterne all’azienda stessa. Nel contesto startup, questo concetto è divenuto molto importante poichè ha creato un modello di riferimento per la collaborazione tra aziende consolidate e startup.

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Pivot. Termine che deriva dal gergo del basket e che indica il cambio di strategia di una startup in relazione per esempio al posizionamento del sui prodotto o servizio sul mercato o alle modifiche al prodotto stesso per renderlo più interessante agli acquirenti. Il pivoting avviene dopo che la startup ha testato il suo modello originale scoprendo che modificandolo si ottengono migliori risultati.

Portfolio company. Impresa presente nel portafoglio di un investitore nel capitale di rischio.

Private debt. Termine utilizzato per indicare, in modo generale, l’attività dell’investitore in capitale di debito.

Private equity. Termine utilizzato per indicare, in modo generale, l’attività dell’investitore nel capitale di rischio, facendo specifico riferimento alle operazioni di investimento realizzate in fasi del ciclo di vita delle aziende successive a quella iniziale.

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Replacement capital. Investimento finalizzato alla ristrutturazione della compagine societaria di un’impresa, in cui l’investitore nel capitale di rischio si sostituisce, temporaneamente, a uno o più soci non più interessati a proseguire l’attività.

Round di investimento A, B, C. Sono le varie fasi di raccolta del capitale che seguono le fasi di Fff, pre-seed e seed. Ogni nuovo round di raccolta di capitali è contrassegnato dalla lettera in modo da evidenziare la capacità della startup di trovare finanziatori e quindi il suo percorso di crescita e sviluppo. Secondo alcuni puristi anche la quotazione in Borsa (Ipo) è da considerarsi come round di finanziamento.

<S>

SaaS. Software as a service. Il modello di distribuzione del software oggi prevalente tra le software company, abilitato dal cloud, che prevede che una certa applicazione venga messa a disposizione del cliente via internet e venduta come abbonamento. E’ principalmente sviluppato per il B2B.

ScaleupLa scaleup è una società innovativa che ha già sviluppato il suo prodotto o servizio, ha definito il suo business model (scalabile e ripetibile), opera sul mercato e presenta alcune caratteristiche di successo che le permettono di ambire a una crescita internazionale in termini di mercato, business, organizzazione, fatturato. Sotto il profilo finanziario, lo scopo della scaleup e della sua crescita è anche quello di ripagare i suoi investitori, attraverso una forma di exit.

Seed. Investimento nella primissima fase di sperimentazione dell’idea d’impresa quando è ancora da dimostrare la validità tecnica del prodotto o servizio.

Spin off. Creazione di una società indipendente ed autonoma, derivante dallo scorporo di uno o più determinati rami d’azienda (spin-off industriale) ovvero di uno o più prodotti derivanti dall’attività di ricerca (spin-off di ricerca, o accademico).

Stage. E’ la fase di sviluppo in cui si trova una startup. Non ci sono regole precise o indicatori fissi per stabilire in che fase una startup sia, poichè vanno considerate diverse metriche e condizioni. Le categorie, rispetto alla raccolta di investimenti, sono early-stage (che comprende il seed); expansion (che comprende first, second and mezzanine financing); later stage (che viene definito anche bridge stage, se la startup va verso l’IPO).

Startup. è un’attività d’impresa innovativa nella sua fase di avvio. Può, e generalmente è, basata su una componente tecnologica molto forte, a volte tutelabile attraverso brevetti. Per essere appetibile agli occhi dell’investitore la startup deve essere scalabile e “fast growing”, cioè capace di crescere velocemente in diversi mercati, anche internazionali. La definizione sintetica, coniata da Steve Blank, è oggi “La startup è un’organizzazione temporanea, che ha lo scopo di cercare un business model scalabile e ripetibile”.

Startup financing. Investimento finalizzato all’avvio di un’attività imprenditoriale, quando non si conosce ancora la validità commerciale del prodotto/servizio, ma esiste già almeno un prototipo.

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Tag along. Diritto dell’investitore nel capitale di rischio di partecipare, pro-quota, alla vendita, nel caso in cui gli altri soci decidano di cedere la loro partecipazione nell’impresa (definito anche Diritto di co-vendita).

Target company. Impresa oggetto di investimento da parte di un investitore nel capitale di rischio.

Term Sheet. E’ un documento preparatorio del contratto vero e proprio, firmato da startup e investitore che delinea i punti essenziali dell’accordo e, generalmente, vincola la startup a non portare avanti trattative con altri investitori.

Traction. E’ usata con diverse accezioni, generalmente si riferisce alle metriche (KPI), cioè è l’insieme degli elementi, per esempio numero di utenti attivi, traffico sul sito web, che consentono di valutare quanto il prodotto o servizio trova positivo riscontro sul mercato. Spesso gli investitori li richiedono sia per comprendere meglio il modello della startup sia perché ciò denota che è già presente il Mvp.

Trade sale. Modalità di disinvestimento, attraverso la quale la partecipazione detenuta dall’investitore nel capitale di rischio viene ceduta ad un acquirente industriale, determinato all’acquisto in virtù di una motivazione strategica.

Tranche di investimento. Suddivisione del versamento dell’ammontare di investimento in più rate generalmente subordinate al raggiungimento di dati obiettivi.

Turnaround financing. Operazione con la quale un investitore nel capitale di rischio acquisisce un’impresa in dissesto finanziario al fine di ristrutturarla e renderla nuovamente profittevole.

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Valuation. E’ il processo attraverso il quale il valore di una startup viene individuato e determina quindi quanto capitale la startup può riuscire a raccogliere e cedendo quale equity.  Nelle trattative tra startup e investitori è spesso oggetto di contrasto, sopratutto nelle fasi early stage. I round d’investimento successivi al primo sono tendenzialmente influenzati dalla valutazione nel primo investimento. 

Venture Capital. Attività di investimento in capitale di rischio realizzata da operatori professionali e finalizzata alla realizzazione di operazioni di early stage ed expansion.

<W>

Way out. Sono le modalità di disinvestimento, o exit , dall’azienda che possono prendere la forma di Ipo, trade sale, buy back, write off.

Write off. Abbattimento totale o parziale del valore della partecipazione detenuta da un investitore nel capitale di rischio a seguito della perdita di valore permanente della società partecipata ovvero della sua liquidazione o fallimento con conseguente riduzione della quota detenuta o uscita definitiva dalla compagine azionaria.

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