Trump e la bizzarra isteria della Silicon Valley

La Silicon Valley sbrocca contro president Trump. Perchè? Solo Peter Thiel ha creduto sin dall’inizio in questo outsider davvero disruptive

Pubblicato il 10 Nov 2016

I guru della Silicon Valley si sono spaventati per via del fatto che il signor Donald Trump è stato eletto nuovo presidente degli Stati Uniti. Il signor Dave McClure, per citarne uno, il fondatore di 500 Startup ha tuonato dal palco dell’affollatissimo Websummit di Lisbona non risparmiando strali e linguaggio colorito .

La Silicon Valley, la culla delle startup, la culla del concetto del ‘vogliamo cambiare il mondo’ si spaventa per questo? Come fai a cambiare il mondo se nemmeno lo hai capito? Come puoi pensare di alzare l’asticella dell’innovazione che, per inciso non è solo prodotti e soluzioni ma è soprattutto cultura e cambiamento della mentalità, se non hai la minima idea di come è il mondo che vuoi cambiare. E se ti fai trovare sorpreso dall’elezione di Trump significa che il mondo che vuoi cambiare l’hai capito per nulla. È triste quindi registrare questa reazione isterica da parte della Silicon Valley, o meglio da una parte della Silicon Valley perché c’è anche la parte di quelli che il mondo lo hanno capito e di certo non si sono fatti trovare impreparati dall’ascesa del presidente eletto Donald Trump, tra loro, anche qui per citarne uno, il signor Peter Thiel che già in tempi non sospetti ha puntato sul candidato outsider che contro ogni previsione, contro ogni pressione mediatica, contro ogni ostracismo intellettualoide ha conquistato lo scranno più potente dell’era moderna.  E oggi Thiel si pone in modo costruttivo nei confronti della nuova Amministrazione statunitense.

Se vuoi fare innovazione, se vuoi cambiare il mondo, se vuoi contribuire a costruire una umanità migliore devi sapere da dove stai partendo, devi sapere quali sono le criticità e quali le opportunità. Se sei così ottuso dal pensare che Trump ha vinto perché gli elettori sono ignoranti significa che hai capito nulla e significa che la tua startup, la tua innovazione l’hai pensata e progettata tarandola sui parametri che riscontri nella presunta elite che frequenti. Se invece sei un vero innovatore, un vero imprenditore, allora guardi oltre, oltre il tuo recinto di frequentazioni, oltre la tua zona di confort, oltre la critica un po’ becera e riduttiva. Se veramente in cuor tuo pensi che per avere una migliore democrazia servirebbe avere elettori più consapevoli, e non ti limiti a chiuderti dentro la miope considerazione che è colpa degli ignoranti, allora fai qualcosa, fai una startup che aiuta a creare e a diffondere tale consapevolezza, fallo andando a vedere quale è lo scenario di partenza, fallo senza arroganza e miopia, fallo con lo scopo di migliorare veramente il mondo in cui vivi e fallo  – come dice un Marco Montemagno che ha superato se stesso   – pensando in grande, e nel lungo termine.

Se sei un innovatore, se sei una delle voci più ascoltate della Silicon Valley non ti è permesso essere così miope dal reagire di pancia a qualcosa che non hai previsto, perché la colpa non è di quel qualcosa, ma della tua incapacità di avere studiato e di esserti messo nelle condizioni di prevedere.

Emil Abirascid

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