Venture capital monitor 2011: 43 investimenti con un valore medio di un milione di euro

Pubblicato il 16 Lug 2012

In sintesi i dati recitano che nel 2011 gli investimenti da parte di venture capital in aziende innovative italiane sono stati 43, par al 34% del totale delle operazioni di private equity, con un valore medio di 1 milione di euro a fronte di una percentuale media delle quote acquisite del 40.

Più in prospettiva appare che l’anno precedente gli investimenti sono stati 31 per un valore medio di 2,7 milioni di euro e nel 2009 furono 20 con un valore medio di 1,4 milioni di euro. Crescita quindi è quella rilevata dalla nuova edizione del Venture capital monitor (Vem) realizzato da Liuc Università Cattaneo con il supporto di Aifi, Bird&Bird, Sici e Dedalus.

Il rapporto giunto alla sua quarta edizione rileva esclusivamente i nuovi investimenti effettuati da venture capital in imprese innovative italiane, non comprende quindi né le operazioni degli investitori informali, né quelle generate da investitori industriali che, benché in Italia non esistano ancora i Corporate venture capital, vedono comunque muoversi con un certo slancio alcuni gruppi industriali di medie e grandi dimensioni.

Fatte queste precisazioni e annunciando che è stata avviata la collaborazione con Iban per rilevare le operazioni dei business angel già a partire dal prossimo rapporto, va detto che i dati che il Vem rileva sono interessanti non solo per la parte di analisi quantitativa e qualitativa dello scenario ma soprattutto per la analisi dettagliata di ogni singolo deal che rappresenta l’elemento di caratterizzazione di questo studio.

Tra gli altri dati rilevati emerge che gli investimenti di origine privata sono quelli più diffusi, il 79% del totale, che l’aspetto relativo alle exit è ancora quello maggiormente critico infatti del totale dei deal rilevati dall’osservatorio negli anni dal 2004-2011, l’86% è ancora in pancia al portafoglio degli investitori, il 37% è write-off, il 35% exit di tipo industriale, 8% buy back, 4% releverage (quindi sono entrati fondi di expansion sostituendosi al VC).

Il settore principale di investimento nel 2011 è stato Ict con preponderanza per web e mobile app seguito dai beni per industria, cleantech (che era il primo settore nel 2010), biotecnologie, health care, terziario avanzato, servizi finanziari, media e comunicazione e trasporti.

Geograficamente è la Lombardia a confermarsi la regione dove si generano la maggior parte dei deal ma cresce la Toscana e anche alcune regioni del sud : Campania, Sardegna e Sicilia.

Il Vem monitor analizza anche la relazione tra l’attività complessiva e quella dei singoli operatori rilevando che complessivamente nel 2011 si sono rivelati attivi in 23 con Piemonte High Tech, Innogest, Sci, Principia, Zernike Meta Ventures, Imi Fondi Chiusi, Eporgen Venture, TTVenture, 360 Capital Partner, Vertis, MP Venture, Genextra, Finlombarda Gestioni, Intesa Sanpaolo, Value PArtners Friulia, Italian Angels for Growth, Ame Ventures, Strategia Italia, Digital Investment, Alice Ventures e Cape Regione Siciliana, avere eseguito almeno una operazione nel periodo 2004-2011 e così elencati proprio per numero di deal.

Novità dell’edizione 2011 del Vem è l’analisi di alcuni aspetti di carattere legale a cura di Bird&Bird che per esempio ha rilevato che la gran parte delle società, il 56%, era di tipo Srl, il 42% Spa e il 2% di diritto estero.

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