Web Summit 2016, il reportage da Lisbona

Il Web Summit 2016 per la prima volta a Lisbona, ha avuto il successo atteso, nonostante il caos. Ecco il bello e il brutto dell’evento startup più hot d’Europa

Pubblicato il 16 Nov 2016

Il Web Summit 2016 è finito cinque giorni fa, ha avuto la sua prima edizione nella città di Lisbona, un evento affollato e intensissimo come ci raccontano i nostri due inviati: Maria Matloub e Maxim Guérin , lei libanese, lui francese, entrambi vivono e lavorano a Milano e hanno scelto di vivere l’esperienza del Web Summit anche per condividerla con i lettori di Startupbusiness, ecco i loro racconti, arricchita dalla selezione degli articoli dedicati al Web Summit da EconomyUp.

 
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Lisbona invasa dai partecipanti al Web Summit, organizzazione da migliorare, Trump domina conversazioni. Ma saranno qui anche le prossime edizioni.

Di Maria Matloub

Con più di 53mila partecipanti da più di 160 Paesi in quattro giorni, la città abitata da 530 mila persone letteralmente invasa, una vera prima volta per Lisbona. La prima volta del Web Summit che è planato nella capitale portoghese dopo avere lasciato la sua sede storica di Dublino (dell’ecosistema startup di Lisbona abbiamo scritto qui).

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Non solo il mondo dell’industria delle startup tecnologiche era a lì, ma anche il sole sì è presentato portando temperature alte per la stagione, lasciando alla tempesta Trump il dominio delle conversazioni. Prima, durante e dopo le elezioni in Usa, c’erano, in un modo o nell’altro domande sulla elezione, opinioni di ogni tipo: quelli che dicevano che il mondo sarà fatto a fette e quelli persuasi che si è visto di peggio. Sul palco centrale e in tutti i panel, ma anche durante le pause pranzo, tutti parlavano dell’America, argomento diventato il passepartout per fare conversione e incontrare gente durante le lunghe file di attesa che hanno contrassegnato le varie fasi della manifestazione. Una folla composta da 53mila persone, di cui 7mila Ceo, 15mila agenzie di varia natura, 200 startup iscritte ai pitch e poi investitori e altri attori dell’ecosistema, tutti raccolti dall’ app creata dagli organzzatori per facilitare gli incontri e scambiare i contatti.

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Le 200 startup sono state selezionate da oltre 60mila applications, in semifinale sono arrivate in sette da cui le tre finaliste: una svizzera, una cipriota e una danese che poi ha vinto la competition. Il pitch finale si è svolto sul palco centrale dell’evento davanti a 15 mila persone e la danese Kubo-Robot.com l’ha spuntata su tutte con il suo educational robot per bambini e ha ricevuto 100mila euro di finanziamento vc da Portugal Ventures. Poi Papayapods.com che è un marketplace per l’affitto di case e Soiltron.com di Cipro con una tecnologia per generare energia direttamente dal suolo (torneremo a parlare di loro a brevissimo).

Nelle varie conferenze si è parlato naturalmente di tecnologie con i Cto di Amazon e Facebook, di strategie con il Ceo di Tinder e i manager di Renault-Nissan Alliance, di intelligenza artificiale con gli esperti dell’Mit e poi di scenari e politica con personaggi di rilevanza internazionale come José Manuel Barroso, attualmente chairman non esecutivo di Goldman Sachs International e precedentemente presidente della Commissione Europea e primo ministro del Portogallo che ha voluto affrontare il tema Brexit e l’importanza che l’evento divenuto il principale pellegrinaggio per il mondo delle aziende tecnologiche, ha per il Portogallo, che è entrato a pieno titolo nella mappa dei Paesi con maggiore attenzione all’innovazione.

Tanta gente vuole dire anche caos. Con più di 10 presentazioni in contemporanea sui tre giorni, scegliere il programma migliore da seguire non è stato facile anche perché per molti interventi interessanti ce né sono stato anche di piuttosto deludenti. Bisogna pianificare in anticipo e in modo rigoroso perché altrimenti non si fa in tempo a seguire tutto ciò che si desidera, soprattutto in caso di ritardi o tempi non rispettati.

Va anche detto che non è facile organizzare tutto in una città nuova, dove appunto Web Summit è arrivato da Dublino e ha scelto Lisbona perché qui il mondo delle startup e dell’innovazione si è fatto una strada dopo la crisi economica, raccogliendo il supporto del governo ma anche sostegno per stranieri che desiderano trasferire qui le loro aziende innovative (come abbiamo scritto su Startupbusiness – link – ). Un paese che cresce a grande velocità con più di 500 startup, più di 70 incubatori e la scelta di Lisbona, anche perché capitale di uno dei Paesi dell’Ue oggi meno costosi, ha permesso a più gente di partecipare, e agli organizzatori di offrire più cose a prezzi maggiormente competitivi.

La città ha firmato un contratto per tre anni con l’organizzazione di Web Summit, e si parla di una ulteriore estensione per altri due o tre anni. Già oggi a pochi giorni dalla chiusura dell’evento 2016 sono in vendita i biglietti per il Web Summit 2017 a prezzi vantaggiosissimi e con offerte che possono includere la partecipazione ad altri eventi organizzati dal medesimo gruppo come Rise di Hong Kong, Collision o MoneyConf che a Lisbona aveva un padiglione dedicato e un tema altrettanto preciso: il futuro delle transazioni, si parlava di blockchain, ethereum e delle banche del futuro.

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In linea generale gli aspetti più critici sono la difficoltà di fare networking efficace anche se si incontrano persone interessanti e spesso persone che già si conoscono, quindi è più una occasione per rafforzare i contatti che già si hanno, soprattutto quelli internazionali.

Una difficoltà riscontrata da molti, compresi gli investitori, come ha confermato anche Peter Lazou di Gravity Ventures  che ha confessato di avere avuto aspettative un po’ più alte rispetto a quello che poi è stato possibile fare e alle persone, soprattutto altri investitori che è stato possibile incontrare anche nella investor lounge stessa. Ciò anche perché in molti hanno riscontrato che la selezione al momento dell’iscrizione all’evento non è stata molto precisa, pertanto c’erano anche investitori un po’ bizzarri.

Personalmente le aspettative erano più alte rispetto alla qualità che ho trovato, ma ciò è dovuto anche al fatto che è un evento che punta molto sulla quantità e quando hai così tanta gente la selezione diventa più difficile. Un aspetto interessante dell’organizzazione era la possibilità di fare la registrazione già direttamente in aeroporto cosa che ha permesso a molti di guadagnare molto tempo il giorno dell’arrivo.

Non credo che tornerò il prossimo anno ma non si sa mai, l’evento è certamente divertente ma vanno fatte le opportune valutazioni, dipende da ciò che si cerca e soprattutto se si è disposti a vivere tre giorni con tantissima gente e con un’organizzazione che per certi versi è inflessibile e rende molte cose, anche semplici incontri con i relatori, più difficili di quanto dovrebbe.

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Il WebSummit visto con gli occhi dello startupper: il posto giusto per lanciare una beta pubblica

Di Maxime Guérin, Cmo e  co-founder di TrackingDoc ( a sinistra nella foto)

Tre giorni possono sembrare pochi, ma la tre giorni del WebSummit è un esperienza davvero intensa. Dal 7 al 10 novembre, Lisbona è diventata la capitale delle startup.

Lisbona, una scelta ponderata. La capitale portoghese ha tutto per piacere a uno startupper: la vita costa poco (birre a un euro), gli incentivi e le agevolazioni statali sono notevoli, ma soprattutto si può fare surf. Che altro aggiungere, vivere a Lisbona sembra definitivamente più sexy che a Dublino (luogo storico dell’evento).

Ma si fa davvero del business in un evento come questo? 

Direi che, considerato il prezzo del biglietto compreso tra i 700 e i 5000 euro, non avrebbe molto senso andarci solo per “scroccare” caramelle e chiavette USB agli stand. Certo che si fa business, il WebSummit rappresenta davvero una bella opportunità, sia per le startup in fase avviamento sia per quelle già in forte crescita. Networking, partnership, vendita o fundraising al WebSummit si può fare di tutto, ma non tutto insieme. Tre giorni passano veloci e un evento così grande rischia di essere davvero dispersivo. Con TrackingDoc , ci siamo andati per lanciare la nostra Beta pubblica. La nuova versione del nostro sistema di prospezione commerciale 2.0 che offre la possibilità, a chiunque, di tracciare la lettura delle proprie proposte commerciali per qualificare l’effettivo interesse dei potenziali clienti.

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Evidentemente una strategia vincente, se abbiamo attratto l’attenzione di numerosi media locali fino addirittura a essere ripresi in foto sul quotidiano nazionale del Portogallo: Expresso. Riguardo la tipologia delle persone che si sono fermate al nostro stand, abbiamo visto di tutto; dal freelancer incuriosito dalla possibilità di poter scoprire finalmente perché i suoi clienti potenziali non rispondono ai sui preventivi, ai responsabili dell’innovazione di aziende internazionali alla ricerca di nuove idee su cui investire. Con loro abbiamo concordato degli appuntamenti di Demo live che si terranno a breve, non essendo possibile farlo al momento per colpa della cattiva connessione wifi (già un problema a Dublino). Poi ci sono ovviamente gli investitori, accorsi, pare, in più di 1500. Con i loro mitici cartellini rossi, è davvero difficile non notarli. Relazioni smart e cordiali, i più interessati vi propongono un appuntamento in un’area riservata.

Una macchina “perfetta” o quasi malgrado qualche problema minore (scarsa connessione wifi, crash a ripetizione dell’app dell’evento o ancora presentazioni Power Point inceppate anche durante la finale della startup competition) il WebSummit sembra una macchina perfetta. Un mondo idilliaco dove gli interessi di startup, investitori e politici si incontrano. In effetti, il WebSummit è anche una grande festa (Il NightSummit), un’occasione per divertirsi e conoscere nuova gente proveniente da tutto il mondo per sognare insieme. Una spensieratezza collettiva davvero piacevole da vivere, se non fosse stata però cosi effimera. Anche là, infatti, è entrata come ospite inatteso la politica americana per riportarci con i piedi sulla terra. Qualcosa d’importante è successo, in tanti ne sono rimasti storditi, qualcuno si è anche incazzato (ndr. si veda l’intervento di Dave McClure di cui abbiamo scritto qui) .

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