Fintech

Cresce nel 2021 il fatturato di Cherry, startup fintech

La startup lavora con i suoi algoritmi, la data science e l’intelligenza artificiale nel settore dei crediti deteriorati. I suoi clienti sono banche, fondi, gestori, studi legali. Con un semplice codice fiscale o una partita IVA, può ricostruire un’intera posizione debitoria

Pubblicato il 12 Apr 2022

“Il 2021 è stato un anno determinante per il posizionamento di Cherry sul mercato”, afferma Mara Di Giorgio, CEO di Cherry.  “Dopo due anni di ricerca e lavoro sulle soluzioni tecnologiche in grado di soddisfare le esigenze degli operatori, negli scorsi dodici mesi abbiamo dato seguito a importanti investimenti sul personale, i cui costi sono cresciuti di oltre il 40%, consentendoci di ottimizzare il nostro business model e definire i servizi con cui ci presentiamo sul mercato. Siamo nati per servire principalmente gli operatori del mercato NPE, oggi siamo in grado di offrire servizi lungo tutta la filiera del credito e nel 2022 contiamo di consolidare il passaggio dalla fase di startup a quella di scaleup”.

La startup fintech milanese, fondata nel 2019 da Mara Di Giorgio, Luca Bonacina e Giovanni Bossi, fornisce servizi di artificial intelligence per gli operatori del credito: prodotto di punta è la piattaforma Cherry Bit, che tramite algoritmi proprietari è in grado di recuperare, in maniera automatica e veloce, le informazioni necessarie a una profonda data remediation, applicandola a diversi scenari, soprattutto quelli NPL (crediti deteriorati).

La startup ha lanciato anche Cherry Sea, un osservatorio che tramite i portali del Ministero della Giustizia ha realizzato un’analisi sui dati relativi a tutti i fallimenti registrati nei 140 tribunali italiani.

Neegli ultimi dodici mesi Cherry ha portato il valore della produzione a superare la soglia del milione di euro, raggiungendo quota 1,2 milioni e raddoppiando il risultato dell’anno precedente.

Nel bilancio al 31 dicembre 2021 approvato dal CdA dell’azienda, si registrano segni positivi per tutti i principali indicatori: EBITDA a 299mila euro in aumento del 218%, un risultato d’esercizio in utile, per il terzo anno consecutivo, pari a 33.763 euro, indebitamento azzerato, totale attivi, pari a 2,5 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto al 2020 e un patrimonio netto di 2,2 milioni di euro.

“Dal 2019 a oggi Cherry Bit ha lavorato complessivamente posizioni per oltre 35 miliardi di euro GBV”, aggiunge Luca Bonacina, Head of Technology di Cherry. “Le evoluzioni della nostra tecnologia ci hanno portato alla creazione di ulteriori servizi, che completano l’offerta di Cherry. Recentemente abbiamo rilasciato Cherry Brick, tool che offre un servizio di scouting di affari immobiliari tramite le aste in Italia, di crediti fiscali derivanti da procedure concorsuali e di procedure legali verso gli assuntori del credito. Grazie a questa nuova offerta di servizi e nuovi progetti in cantiere, puntiamo a raddoppiare il volume della produzione nei prossimi due anni”.

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