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Sandbox fintech, esordisce anche in Italia questo ‘facilitatore’ di innovazione

In molti altri Paesi è già utilizzata questo strumento tecnico-normativo per favorire l’innovazione nei servizi finanziari e le startup. In Italia esordisce con il plauso di diverse realtà del settore, come ItaliaFintech e VC Hub. Ma solo l’effettiva operatività ci dirà se questo modello nella burocratica Italia funziona

Pubblicato il 19 Lug 2021

Anche l’Italia si dota di un ambiente sicuro, affidabile e stimolante come la Sandbox normativa per il Fintech: con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto attuativo del Ministero dell’Economia e delle Finanze la Sanbox fintech italiana è al via.

Nel resto del mondo sono già diversi i Paesi, e da diversi anni, che hanno scelto di adottare   un Regulatory Sandbox. Insieme al Regno Unito, hanno visto la nascita del Regulatory Sandbox in questi anni anche Hong Kong, Singapore, Olanda, Danimarca, Polonia e Lituania. In Italia si parla da diverso tempo di una Sandbox per il fintech, ufficialmente è dal 2019, nell’ambito del Decreto Crescita, che è in fase di studio da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze e delle Autorità competenti. E adesso è entrata in vigore, anche istituendo un Comitato FinTech presso il Ministero dell’economia e delle finanze che sovraintenderà a tutte le operazioni e detterà l’indirizzo della Sanbox FinTech italiana.

Cosa significa Sandbox?

Il termine arriva dal gergo degli sviluppatori informatici per i quali la ‘sandbox’ è un ambiente di test protetto, isolato, per sperimentare codice in fase di sviluppo e non ancora verificato senza compromettere i server live e i loro dati.

Per estensione, è diventato un termine che identifica un ambiente di sperimentazione per innovazioni tecnologiche e digitali che coinvolgono diversi aspetti quali quelli regolatori e legali.

Pertanto, una sandbox fintech (che riguarda tutti i servizi bancari, finanziari e assicurativi)  è teoricamente, secondo quanto scritto anche nel DL Decreto Crescita n. 34/2019  all’art. 36 (commi da 2-bis a 2-decies),  ” uno spazio tecnico-normativo sperimentale e temporaneo per le imprese del settore finanziario che operano attraverso la tecnologia (cd. fintech), con una regolamentazione semplificata, assicurando un livello di protezione adeguata per gli investitori”.

In effetti, la sandbox dovrebbe permettere di sperimentare innovazioni tecnologiche del fintech in un perimetro regolamentato, ma semplificato, assicurando a tutti gli stakeholder una forma di tutela, compresi consumatori e interesse pubblico.

Tutto ancora da verificare, se la semplificazione burocratica tra gli obiettivi della sandbox sia nei fatti vanificata dalle formalità richieste alle startup fintech per accedere alla sandbox, una criticità già sollevata da qualche osservatore.

“Si tratta a nostro avviso – dichiara Ivan Pellegrini, Co-Founder & CEO, Borsa del Credito e Vice Presidente, come ItaliaFintech – di un punto di confronto profondamente interessante per le aziende Fintech che possono operare dentro un recinto provvisorio e senza rischio di violazioni sanzionabili. Siamo abituati a considerare il nostro contesto come spesso eccessivamente regolamentato e a muoverci con forme di precauzione che a volte finiscono con il rallentare la crescita interna e per disincentivare gli investimenti dall’estero. Bene, ora, dentro la Sandbox normativa per le Fintech, regolatori, autorità, investitori, sviluppatori, organizzazioni e startup innovative possono apprendere, progettare, sviluppare e mettere alla prova nuove tecnologie e procedure nel settore bancario, finanziario o assicurativo nel contesto della simulazione. Rendendo possibile confrontarsi con la complessità del sistema per farlo proprio. In questo momento di fermento del settore, che, come ItaliaFintech, stiamo registrando, questa è l’occasione giusta anche per garantire un terreno di grande interesse e operatività per gli investitori esteri che stanno manifestando un’attenzione crescente verso le imprese innovative del nostro Paese. Ciò che farà la differenza sarà poi l’atteggiamento che i regolatori adotteranno, valuteremo lo strumento sulla base dei fatti, dei tempi e delle modalità.”

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Giuseppe Donvito, Partner, P101 e Socio Fondatore, VC Hub Italia: “Accolgo con favore la nuova legge sulla sandbox fintech, che consente anche in Italia la creazione di uno spazio tecnico e normativo sperimentale per le aziende fintech. Grazie a una regolamentazione semplificata, il regolatore consente una certa libertà di azione e sperimentazione, assicurando un livello di protezione adeguata agli investitori. Sono convinto che in un contesto iper-regolamentato come quello finanziario, un’iniziativa del genere favorirà la creazione di nuovi prodotti e servizi. Il sandbox fintech non potrà che far bene all’intero settore, anche considerando che, come emerge da un recente studio realizzato in UK, le startup e le Pmi innovative che aderiscono al sandbox hanno visto crescere del 15% la raccolta di capitali da fondi di venture capital”.

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