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Ecco il terzo batch di A-Road e il futuro dell’ecosistema italiano

All’evento di presentazione delle 5 startup del nuovo batch del programma di Growth Capital è intervenuto l’AD di CDP VC che ha illustrato i piani di sviluppo degli investimenti in startup in Italia

Pubblicato il 05 Dic 2022

I fondatori delle scaleup del terzo batch di A-Road

Growth Capital ha presentato le startup del nuovo batch di A-Road, il terzo, si tratta di Cosmico che offre un servizi che consente alle aziende di ingaggiare professionisti che lavorano da remoto, di Cubbit che ha sviluppato la tecnologia, la piattaforma e il servizio per il cloud distribuito, di Kippy che ha messo a punto soluzioni per il benessere e il tracciamento degli animali domestici, di Spiagge.it che ha sviluppato una piattaforma software b2c e b2b che consente di gestire e prenotare il posto in spiaggia, e di Wetacoo che sta innovando li settore della logistica offrendo u servizio integrato e gestito tramite piattaforma digitale per le spedizioni e lo storage di beni.

Ognuna delle startup avrà la possibilità di accedere a una serie di servizi, a fundraising e sono affiancate da un mentor: Paola Bonomo per Cosmico, Duccio Vitali per Cubbit, Milena Mondini de Focatiis per Kippy, Alessandro Petazzi per Spiagge.it e Andrea Zocchi per Wetacoo.

Fabio Mondini de Focatiis, founding partner di Growth Capital ha sottolineato come queste startup sono state selezionate tenendo presente la loro potenzialità di crescita e come il programma A-Road sta già dimostrando la sua efficacia visto che tutte le cinque startup del primo batch hanno già raccolto investimenti.

All’evento di presentazione delle cinque nuove startup oltre ai fondatori: Francesco Marino, Simone Tornabene per Cosmico, Stefano Onofri per Cubbit, Marco Brunetti, Simone Sangiorgi per Kippy, Gabriele Greco, Niccolò Para e Andrea Menchi per Spiaggge.it e Federico Prugnoli per Wetacoo sono intervenuti anche Marco Gubitosi di Legance che è uno dei partner del programma,

Gianluca Maruzzella di Indigo con il suo mentor Duccio Vitali e Jules-Arthur Sastre con il mentor Tommaso Gamaleri per Tundr, due delle startup che hanno partecipato ai batch precedenti e che hanno testimoniato come l’efficacia del programma si sia riverberata sulla crescita del loro business.

CDP Venture Capital e la crescita dell’ecosistema

Growth Capital ha anche invitato alla presentazione Enrico Resmini, amministratore delegato di CDP Venture Capital il quale ha illustrato i risultati ottenuti fino a oggi e i programmi di sviluppo per l’immediato futuro: “L’Italia delle startup sta vivendo un momento magico, siamo un Paese che ha forte spirito imprenditoriale ma mancava il capitale che ora c’è. Con CDP Venture Capital siamo partiti a gennaio 2020 con l’obiettivo di coprire tutto lo spettro del mercato degli investimenti in startup: trasferimento tecnologico, pre-seed, seed, round Aa e successivi con un mix di interventi diretti e indiretti, oggi abbiamo 1,8 miliardi di euro di asset under management, o meglio 2 miliardi perché abbiamo appena raccolto ulteriori 200milioni, erano 230milioni di euro nel gennaio 2020, e di questi ne abbiamo già assegnati circa 1 miliardo che è già investito, abbiamo 300 startup nel nostro portafoglio, 18 programmi di accelerazione che coinvolgono 110 partner, 5 poli di trasferimento tecnologico a cui partecipano 45 università e centri di ricerca, 22 fondi di venture capital finanziati di cui 65 nuovi veicoli e nuovi fondi. Tutte azioni che hanno dato fiducia al mercato, tanto che i dati relativamente al 2022 puntano a 2,3, 2,5 miliardi di investimenti complessivi nelle startup, di questa cifra la nostra incidenza meno del 10%  quindi non è CDP Venture Capital che sta gonfiando il mercato ma tutti i partner veicolano risorse, i VC da noi finanziati hanno un effetto leva di 2,7 ovvero per ogni euro dato da noi i gestori ne hanno raccolti 2,7, sulle startup l’effetto leva è 3,6”.

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“Il mercato ha iniziato a svilupparsi con circoli virtuosi, storie di successo, crescita delle valutazioni, nuovi investitori internazionali, corporate, però non possiamo dimenticare che i 2,5 miliardi nostri se confrontati con quanto investe la Francia sono ancora troppo pochi, loro sono partiti prima e oggi chiudono l’anno tra 13-15 miliardi di euro investiti in startup, la strada da fare è tanta, in una scala da 0 a 10 al momento siamo tra il 3 e il 4 – continua Resmini – . Nei prossimi 18 mesi arriveremo a 5,4 miliardi di euro di assett under management di cui 2 arrivano dal governo, mezzo miliardo dal PNRR, e 1 miliardo da sottoscrittori privati e da CDP stessa, per un totale di 3,5 miliardi e mezzo di nuove risorse, che con effetto leva possono generare sostanziale crescita dl mercato. Continuiamo a supportare le strategie di investimento adottate fino a qui, compreso il rifinanziamento di fondi come per esempio il Fondo Sud che quest’anno esaurirà le risorse attualmente disponibili. Ampliamo la gamma con il  Fondo di Fondi Internazionale rivolto a gestori internazionali in cui agiremo come LP ma che dovranno avere una sede anche in Italia assumere personale in Italia, un modello che già i francesi hanno usato con BPI; lavoriamo al fondo di fondi venture debt fund , oggi in Italia solo la BEI fa venture debt e poi nasceranno il Digtal TRansformation Fund e il Green Transformation Fund che sono finanziati con i soldi del PNRR e che saranno operartivi dall’inizio del 2023 fino al 2025-2026 per rispettare appunto i tempi del PNRR, da qualche settimana abbiam lanciato il fondo per gli investimenti large stage che non c’era ancora in Italia. Tutto questo deve contribuire a consolidare l’ecosistema italiano ed europeo, oggi il 65% delle scaleup europee va in America o in Asia perciò ci serve un grande fondo europeo per le scaleup late stage che abbia come target minimo una dimensione pari a 500milioni di euro. Infine vedo due scenari possibili, uno che potremmo definire inerziale e uno più di rapida crescita a seconda di quanto saranno i capitali internazionali che arriveranno in Italia, dovremmo arrivare a un valore annuale investito in startup in Italia compreso tra i 5 e i 9 miliardi di euro l’anno, dobbiamo puntare ad avere un ecosistema veramente robusto entro li 2025”.

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