GiPStech, come la vede l'investitore Massimo Vanzi

Pubblicato il 03 Giu 2014

GiPStech è una startup che comincia a essere molto ben conosciuta nell'ecosistema dell'innovazione, benchè abbia davanti a se oltre un anno di lavoro per accorciare le distanze con il mercato, il primo prototipo è previsto per il 2015. Ma le sue promesse sono convincenti, se già un primo nucleo di business angel IAG entra nella compagine societaria con un investimento seed.

GiPStech sta sviluppando una tecnologia che consentirà un posizionamento molto preciso all’interno di spazi chiusi, ricavando una funzionalità del tutto simile al GPS lì dove il segnale satellitare non arriva.
Una tecnologia innovativa che sfrutta i sensori oggi presenti sui comuni smartphone assieme ad un fenomeno naturale, il geomagnetismo, che ha da sempre guidato le migrazioni degli uccelli, l’orientamento dei navigatori e che viene oggi utilizzato dai sistemi di navigazione per esterni.

Nata dalla ricerca maturata in stretta collaborazione con l'Università della Calabria, GiPStech nel suo percorso non passa inosservata: a settembre 2013 ha conquistato l’edizione italiana di Techcrunch, ma già prima è stata finalista alla Start Cup Calabria e al Premio Gaetano Marzotto e ha vinto un grant Working Capital.

La scorsa settimana, GiPStech, ha fatto ancora parlare di se sulla stampa per aver ricevuto un investimento di 200 mila euro da un gruppo di business angel associati Italian Angels for Growth, un investimento non elevato nella cifra ma significativo in questo momento, se si pensa che tutto l'impianto tecnologico deve ancora raggiungere una completa validazione. Per calarsi nei panni del ragionamento seguito dall'investor, Startupbusiness ha rivolto alcune domande a Massimo Vanzi, uno dei più attivi soci IAG nonchè champion che ha seguito l'investimento e grande esperto di tecnologie elettroniche e informatiche.

Massimo, quali sono stati gli elementi tecnologici che hanno colpito maggiormente e spinto a investire i soci IAG?

“In molti, anche grossi calibri come Apple, Google e Samsung, stanno lavorando sul tema dell'indoor positioning e localization, è un peccato che i comodissimi navigatori che utilizzano il segnale satellitare si blocchino all'ingresso di ogni edificio non riuscendo più a ricevere il segnale! Da qualche anno si cerca una soluzione a questo problema, finora non si è trovato di meglio che utilizzare il meccanismo della triangolazione di segnali radio e in particolare degli access point wifi; ma la realtà è che o si riempie lo spazio di radio o la precisione della localizzazione è troppo bassa per la maggior parte degli utilizzi pratici. Ci è piaciuta molto l'idea di GiPStech di poter utilizzare, per migliorare la precisione di localizzazione, un segnale elettromagnetico che esiste ovunque e cioè il campo magnetico terrestre, sembrerebbe il classico uovo di Colombo e naturalmente va dimostrato che questo segnale sia facilmente utilizzabile in aggiunta agli altri segnali disponibili e che possa effettivamente portare ad un netto miglioramento della precisione, come sostenuto dai ragazzi GiPStech”.

Quali sono secondo lei i principali mercati verticali in cui GiPStech potrebbe avere più senso, portare valore e generare business?

“Se si raggiungerà l'obiettivo promesso di precisioni nell'ordine di 1-2 metri allora si aprirà un grande mercato di utilizzo con lo sviluppo di apps ad hoc per fiere, scuole, edifici pubblici, ospedali, musei, plants industriali, ma anche retail, grandi magazzini e supermercati, etc.; non solo per localizzazione di persone ma anche di oggetti/strumenti e apparecchiature”.

Si ribadisce spesso il concetto che il business angel apporta non solo cash ma sopratutto competenze e network, in questo caso che tipo di aiuto potete dare a Gipstech?

“Si ribadisce perché è vero… anche in questo caso! e succederà in particolare quando cominceremo a cercare i primi partners tecnologici e i primi validatori della tecnologia, attraverso la rete di contatti che gli angels possono fornire sarà sicuramente più ampio lo spettro di opportunità che potremo mettere in campo”.

Prevedete un ritorno sull'investimento in tempi rapidi? Trattandosi di un investimento seed, come investitori siete maggiormente orientati a una exit rapida o avete messo in conto un altro round?

“Sarà inevitabile cercare un next round che stimiamo potrà avvenire tra circa un anno quando sperabilmente avremo dimostrato la validità sostanziale dell'approccio e della piattaforma tecnologica; il target più probabile a mio parere sarà comunque, al momento opportuno, quello di una exit che potrebbe essere molto interessante con un major player del mercato”.

Se tutti i delicati elementi del puzzle che fanno di un investimento in capitale di rischio una exit di successo andranno al posto giusto, per i soci IAG si potrebbero prospettare dei gran bei ritorni: Apple ha acquisito meno di un anno fa per 20 milioni di euro, una startup molto early stage chiamata WiFiSlam, che intende fare localizzazione indoor limitandosi a sfruttare i segnali wifi. Certo, siamo in Silicon Valley.

Ma GiPStech oltre a una tecnologia disruptive, complessa e algoritmi proprietari; il supporto del principale (anche per posizionamento a livello internazionale) angel network italiano ha un solidissimo team, capace di pensare in grande e lavorare sodo e sotto stress.

da sinistra Matteo Faggin, Gaetano D'Aquila, Giuseppe Cutrì, Giuseppe Fedele

Il founder team, capeggiato da Gaetano D'Aquila, attuale Ceo, coinvolge Giuseppe Cutrì (CTO), Giuseppe Fedele (R&D) e Matteo Faggin (CFO e business development), già noto nell'ecosistema per iniziative quali SeedLab.

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