Over, da spin off a SpA in due anni, caso unico in Italia, finalmente una best practice

Pubblicato il 23 Gen 2015

E’ una case history che, nel nostro Paese, fa notizia: Over SpA, secondo quanto dichiarato dalla stessa società, è l’unico spin off universitario diventato società per azioni che ha nella propria compagine sociale un Ateneo, la Sapienza di Roma, Università in cui lo stesso progetto è nato. 

Un primo fortunato caso che può diventare un virtuoso modello di sviluppo imprenditoriale per giovani e brillanti studenti, dice la società nella nota che ha diffuso. Effettivamente, il modello italiano dell’innovazione ha sempre avuto un anello debolissimo nella difficoltà che il frutto di R&D delle Università italiane si trasformi in impresa, figurarsi poi farlo in soli due anni e riuscendo nel frattempo anche a prepararsi per il mercato, ottenere oltre un milione di euro di investimenti, e continuare costantemente lo sviluppo di un prodotto che intende rivoluzionare la gestione dell’elettricità negli edifici e la domotica.

“In un sistema economico stagnante come quello Italiano il nostro percorso conferma che, nonostante tutto, la ricerca scientifica unita a una forte determinazione può essere la chiave di rilancio dell’economia nazionale. – dice a Startupbusiness Adriano Cerocchi, Ceo e co-founder di Over – Certo è che bisogna avere il costante desiderio di superare le barriere imposte dall’ecosistema. Il nome “Over” ce lo siamo dati proprio per questa ragione, andare avanti oltre tutti gli ostacoli, una direzione da seguire ogni giorno.”

Over nasce come progetto di ricerca nei laboratori della Sapienza di Roma nel 2012. Qui, durante il suo dottorato di ricerca presso il dipartimento di Ingegneria Informatica, Automatica e Gestionale  della Sapienza di Roma, Adriano Cerocchi insieme al Prof. Roberto Baldoni (oggi presidente e socio di Over), e una squadra di altri ingegneri, anche loro oggi azionisti (Massimo Mecella, Leonardo Querzoni, Maurizio Tabachi), mette a punto un progetto che mira a rivoluzionare il concetto di Domotica, o meglio a semplificarla al punto da renderla accessibile a chiunque.

“Mio padre faceva l’elettricista e quando avevo 15-16 in estate mi portava a lavorare con lui nei cantieri. – racconta Adriano, classe 1985, ingegnere informatico – Questa esperienza è stata fondamentale per quello che stiamo facendo oggi con Over perchè so esattamente non solo le questioni “tecniche”, ma come si lavora in un cantiere e come ragionano gli elettricisti, che sono i nostri installatori. Rendere iper semplice l’installazione di Over , senza necessità di corsi, anzi utile perchè fa risparmiare moltissimo tempo è un punto che ci caratterizza. Molte soluzioni di domotica alla fine non prendono piede perchè complicano troppo il lavoro degli installatori, nel nostro caso la semplificano. A breve pubblicheremo online una serie di video tutorial che permetteranno agli installatori di imparare nell’arco di ore tutto quello che la nostra tecnologia permette di raggiungere.”

Il team lo definisce “impianto elettrico 2.0”: direttamente da computer, ipad o smartphone l’utente finale monitora, programma e aziona ogni dispositivo elettrico anche se non di ultima generazione, e non solo, in presenza di anomalie o di standby l’utente viene avvertito per evitare inutili quanto costosi consumi. Non solo risparmio ma anche maggiore sicurezza per la propria abitazione o per l’ufficio o l’azienda, anche quando ci si trova dall’altra parte del mondo.

Over riceve già nel 2012 un investimento seed da 100 mila euro e si iscrive al registro delle imprese innovative. Nel 2013 installa il suo primo OMeter, versione beta, vince la Competizione Fantastartup, avvia il primo lotto di produzione in serie.

E’ passato solo un anno.

“Abbiamo lavorato tantissimo, al netto della spettacolarizzazione che spesso avviene nel mondo delle startup, la verità è che bisogna davvero lavorarci convinti e in squadra. Da soli non si va da nessuna parte. La startup è un’azienda che va mandata avanti nel suo complesso e oltre alle cose “ci piacciono” ci sono da fare anche molte cose che piacciono meno, ma che vanno fatte per raggiungere certi risultati” continua Adriano Cerocchi.

Da gennaio 2014, Over entra sul mercato, è una startup commerciale, porta avanti diverse installazioni pilota e comicia a raccogliere preordini per i suoi due prodotti pronti e testati per il mercato. In un paio di mesi ha già pre-ordini per 250 mila euro. A luglio scorso si aggiudica un investimento da un milione di euro, che la porta nell’arco di alcuni mesi a trasformarsi in società di capitali, specificamente una SpA. Tra gli investitori un business angel, una società del settore Intermark Sistemi, leader nella distribuzione e nella progettazione integrata dei sistemi per l’automazione e Filas, oggi Lazio Innova.

“La scelta di diventare SpA, che non tutte le startup fanno, perchè comporta costi in più e appesantisce un pò la struttura societaria, per noi è stato un passo molto positivo – continua Cerocchi – perchè rende più fluida la ciorcolazione delle azioni, garantisce maggiormente il nostro socio “pubblico” (l’Università) e sopratutto ci ha dato a livello commerciale un’immagine molto più solida. I potenziali clienti con i quali si ragiona guardano con occhi molto diversi una Srl rispetto a una SpA. Ci presentiamo molto più affidabili, questo fatto per una startup è impagabile.”

La roadmap di Over prevede di portare l’azienda a break even entro l’anno e stabilizzare quindi la sua struttura aziendale e il mercato italiano. “Con l’ultima tranche dell’investimento, pensiamo verso fine anno di cominciare a muovere i primi passi in alcuni mercati esteri europei che sentiamo particolarmente interessanti per il nostro prodotto. Speriamo molto di raggiungere tutti i risultati che ci siamo prefissati (compresa la exit fra 4 anni) lavorando come abbiamo fatto fino a oggi e senza dover rinunciare in futuro ad alcune scelte, come quella di produrre (assemblaggio e componenti) esclusivamente in Italia. Forse il prodotto finale costa un poco di più rispetto a una produzione dislocata in tutto o in parte all’estero, ma noi riteniamo ne valga la pena. Quando si apre la scatola dei nostri prodotti c’è un foglietto che riporta la scritta Alta tecnologia italiana, e non ci riferiamo solo al nostro prodotto nel suo insieme, ma a ogni singolo componente del prodotto finale, tutti realizzati da aziende di eccellenza. Ne siamo molto orgogliosi“.

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