Ecosistemi: Danimarca

TechBBQ, l’ecosistema startup europeo visto da nord

TechBBQ è una delle principali conferenze tech startup d’Europa, si svolge a Copenhagen e con l’edizione 2021 è ripartita a pieno ritmo raccogliendo startup, investitori e visionari da tutto il mondo

Pubblicato il 21 Set 2021

TechBBQ è una delle conferenze di riferimento del circuito europeo di eventi dedicati al mondo delle startup tech. Si svolge a Copenhagen ed è vetrina per l’ecosistema danese e dei Paesi nordici. Oltre a startup, investitori e attori dell’ecosistema danese è infatti forte la presenza di realtà che provengono dalla Svezia, soprattutto dal sud del Paese che è, grazie al ponte dell’Øresund, geograficamente più vicino alla capitale danese che a Stoccolma. Articolata la presenza di startup provenienti dalle città di Malmö e Lund come dice a Startupbusiness Kalle Magnusson che si occupa proprio di sviluppare l’ecosistema nel sud della Svezia: “siamo molto vicino alla Danimarca, per noi essere qui a TechBBQ è quasi come giocare in casa, abbiamo portato startup della regione dove sono forti i settori dell’entertainment e del gaming”. Presenti anche startup dell’Islanda accompagnate da organizzazioni come Business Iceland e Startup Iceland, dall’Estonia e poi Finlandia, Lituania, Lettonia. 

È però l’ecosistema danese al centro dell’evento, un ecosistema che, secondo i dati di Vaekstfonden & Aktive Ejere ha visto crescere in modo esponenziale gli investimenti: nel primo e secondo trimestre 2021 sono stati abbondantemente superati i 450 milioni di euro, mentre il terzo trimestre (senza i dati di settembre) già registra un valore prossimo ai 600 milioni di euro. Numeri in crescita esponenziale se si pensa che nel Q1 2020 ci si era fermati a poco più di 50 milioni di euro, diventati poco più di 100 nel Q2 2020, circa 150 nel Q3 e 200 nel Q4 dello scorso anno. In grande crescita anche il numero delle IPO sul listino Nasdaq di Copenhagen con 19 quotazioni nel periodo gennaio-agosto 2021 contro le 14 di tutto il 2020 e le 6 del 2019. Insomma numeri consistenti che Ditte Rude Moncur, Svp Digital di Vaeksfonden sottolinea indicare una tendenza: “ci aspettiamo tassi di crescita ancora più significativi nell’ultima parte dell’anno degli investimenti sia in startup sia in scaleup”, e Digital Hub Denmark sottolinea che “oggi se è forse meno difficile trovare capitali, la nuova sfida è trovare i talenti da assumere”. 

TechBBQ è certamente startup ma è anche occasione per conoscere persone che hanno fatto la storia della tecnologia e che lavorano per dare forza ai giovani talenti. Due di queste persone che Startupbusiness ha incontrato all’evento danese sono Adam Cheyer che è l’inventore di Siri, l’applicazione vocale contenuta in ogni iPhone e Mac, nonché fondatore di Change.org, la piattaforma per le petizioni più popolare al mondo con oltre 450milioni di utenti, e David Simas, Ceo della Obama Foundation che sta costruendo una rete globale di giovani leader, è partito dall’Africa, è arrivato in Europa e continua a espandersi in Asia, Nordamerica, e America Latina.

Adam Cheyer, Siri, Change.org 

“Era il 2007, avevo 40 anni e non avevo esperienze né di tech né di impresa ma ero frustrato nel mio lavoro e volevo fare qualcosa di importante, qualcosa che avesse impatto sulle persone e sulla società”, esordisce Cheyer mentre si diverte a fare giochi di magia con piccole elastici, l’illusionismo è una sua passione. “Sono partito con cinque progetti, tre dei quali sono diventati aziende che sono partite nel 2008 quasi simultaneamente: Siri, Sentient Technologies e Change.org”.

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Oggi Change.org è la prima petition platform al mondo con oltre 450 milioni di utenti, Siri è stata venduta ad Apple ed è operativa su circa due miliardi di dispositivi, mentre Sentient che sviluppa tecnologie machine learning e artificial intelligence ed è stata venduta a Cognizant. “Oggi resto advisor di Change.org che è una veste che ho sempre avuto perché il mio focus principale era Siri e infatti dopo la vendita ad Apple ho lavorato per l’azienda di Cupertino per due anni e mezzo che ho lasciato per prendere un periodo di sei mesi e poi lanciare Bixby, una sorta di Siri 2.0, che ho venduto a Samsung dove ho lavorato per circa quattro anni come vice presidente della ricerca e sviluppo e che ho lasciato durante la pandemia per dedicarmi a nuovi progetti che sono ancora in modalità ghost”. 

Adam è oggi anche piccolo investitore e advisor di aziende e in base alla sua esperienza diretta si sente di suggerire agli imprenditori: “Ci sono quattro cose che servono per essere un imprenditore di successo, la prima è avere l’idea giusta nel momento giusto, non bisogna arrivare troppo presto o troppo tardi; avere il giusto team di fondatori con le giuste competenze, serve chi ha la visione, chi sa come si sviluppa il prodotto, chi ha la roadmap chiara e chi conosce il marketing per potere vendere la visione a investitori, clienti e dipendenti e poi serve colui che passa all’operatività e che rende il tutto qualcosa di concreto che arriva sul mercato. Serve poi raccogliere soldi da investitori esterni, i soldi propri o quelli dei family and friend non contano per la reputazione dell’azienda, servono soldi di unbias investor perché se non si riesce a raccogliere soldi da chi non ci conosce significa che non si è pronti e questi sono i tre punti che servono per essere un mprenditore, ma per essere un imprenditore di successo ne serve un quarto che è la capacità di esecuzione di prendere le giuste decisioni, i soldi che raccogli ti indicano quanto è lunga la tua vita, quanto è lunga la cosiddetta runway, il gioco dell’entrepreneurship è produrre più valore di ciò che si spende, e tale dinamica cresce in modo esponenziale a ogni round di finanziamento e quindi diventa sempre più difficile, lo scopo finale è raggiungere la profittabilità o la exit prima di arrivare alla fine della runway”.

David Simas, Obama Foundation

David Simas è l’entusiasta Ceo della Obama Foundation, è appassionatissimo di tutto ciò che riguarda il concetto di community, di ecosistema, di internazionalizzazione, lui stesso è di origine portoghese. “Noi alla fondazione siamo attratti dai giovani e dalle comunità tech che sono i due pilastri che hanno permesso a Barak Obama di vincere le elezioni, soprattutto quelle del secondo mandato, e l’energia dei fondatori di startup è formidabile, per questo siamo qui presenti a eventi come TechBBQ”. 

La Fondazione Obama seleziona ogni anno gli Obama leader, in Africa sono state registrate oltre 23mila application da cui sono stati selezionati 200 leader tra imprenditori, fondatori di organizzazioni no-profit, giovani attivi nei governi, nell’accademia, “un mix fenomenale, quando metti insieme tutte queste persone ottieni una grande energia e il processo di community building diviene esponenziale”. Non solo Africa però: “in Europa abbiamo iniziato lo scorso anno e abbiamo selezionato 40 leader, un processo che intendiamo ripetere ogni anno anche in America latina e in America del nord e in Asia, vogliamo creare una community di centinaia di persone di tutto il mondo che sono connesse tra loro e che fanno parte di un ecosistema basato sul concetto di common humanity e non di common enemy”. 

Il progetto è stato pensato per avere una durata a lungo termine, con proiezione a 50 anni, che intercetta persone di valore di età compresa tra i 25 e i 40 anni anche se fino a oggi si è rivelata una età media dei leader selezionati di circa 31,32 anni: “puntiamo a selezionare altri 30, 40 leader in Europa anche quest’anno, inoltre va detto che l’Europa è il bacino dove la gender balance pesa più dal lato femminile mentre nelle altre aree del mondo è maggiormente paritetica”.

Se con Adam Cheyer dopo l’intervista ho giocato a biliardino nell’area esterna di TechBBQ anche per confrontarmi con lui su un terreno che non fossero i giochi di illusione in cui è insuperabile, con David Simas ho potuto apprezzare il suo entusiasmo nell’essere immerso nel contesto dell’evento danese e nella possibilità di incontrare così tanti giovani e così tanti appassionati di imprenditorialità e di tecnologia, quasi fosse pronto a farli diventare tutti membri della Fondazione Obama.

Thomas Kösters e Sebastián Díaz Mesa, Deep Ecosystem

Thomas Kösters e Sebastián Díaz Mesa sono rispettivamente il Ceo e il Chief acceleration office di Deep Ecosystem, organizzazione che si propone di supportare lo sviluppo e la crescita di ecosistemi di startup regionali in tutto il mondo. Oggi l’organizzazione che ha sede a Monaco di Baviera, che è figlia dell’esperienza di Startup Heatmap e che è anche partner di TechBBQ , si concentra sugli imprenditori che desiderano contribuire allo sviluppo del loro ecosistema locale e già opera in regioni e città della Romania, del Portogallo, dell’Irlanda, del Brasile, del Cile, dell’Ecuador, del Pakistan, della Nigeria, della Svizzera, della Svezia, della Germania e in particolare con le città di Stoccolma, Barcellona, Vienna e alla creazione della cosiddetta HR Valley di Zurigo insieme ad Adecco. 

“Siamo ufficialmente partiti a novembre 2020 – dice il Ceo – e applichiamo un modello di tipo bottom up che fa appunto leva sugli imprenditori locali, il nostro obiettivo è dare forza alla community locale perché crediamo sia quello il vero motore per ottenere risultati concreti, il ruolo dei governi è importante a supporto delle iniziative ma non devono essere loro gli abilitatori perché fanno un altro mestiere, inoltre teniamo in considerazione le specifiche esigenze di ogni realtà locale anche se il processo di base è il medesimo per tutti e funziona sia negli ecosistemi maturi sia in quelli in fase di sviluppo iniziale, in pratica Deep Ecosystem è un acceleratore di ecosistemi”.

Il nostro modello di business prevede tre modalità di revenue stream – spiega Dìaz Mesa – : success fee sui progetti che raccolgono soldi, licenze per chi vuole usare il nostro metodo e i nostri strumenti come per esempio banche o grandi aziende e consulenza per grandi organizzazioni che vogliono formare le loro persone nel nostro acceleratore, inoltre noi siamo i primi investitori dei nostri progetti”.

Nel modello di Deep Ecosystem l’aspetto della formazione è fondamentale e si concentra soprattutto su imprenditori e investitori che sono i pilastri degli ecosistemi, serve anche altro ma senza questi non si crea l’alchimia. L’organizzazione opera in tutti i settori tranne il biotech, fa leva anche sull’internazionalizzazione che avviene tramite il collegamento tra le persone dei vari ecosistemi che vengono creati e sviluppati.

“Siamo convinti – aggiunge Kösters – che gli ecosistemi siano più importanti degli unicorni ed è anche per questo che un paio di volte l’anno organizziamo la Deep Conference, la prossima sarà ad Essen in Germania il 18 ottobre 2021, che è esclusivamente dedicata ai costruttori di ecosistemi, non invitiamo le startup ma i singoli imprenditori in veste di facilitatori, e poi investitori, acceleratori, incubatori eccetera, con l’obiettivo di confrontarsi sulla creazione di ecosistemi”.

Marianne Hyltoft, DeepTech Fund @ PreSeed Ventures

Marianne Hyltoft è la direttrice del DeepTech Fund presso PreSeed Ventures. PreSeed Ventures opera da circa 20 anni negli investimenti early stage e ha fino a oggi finanziato oltre 400 startup, di cui circa 50 sono deep tech. Oggi è impegnata nella creazione di due nuovi fondi per gli investimenti follow-up e uno di questi è dedicato proprio al deep tech. 

Il nostro obiettivo – dice Hyltoft – è fare il primo closing a fine 2022 con 60 milioni di euro, si tratta del primo fondo deep tech in Danimarca ed è molto importante perché le startup deep tech hanno dinamiche molto particolari ed è quindi importante che vi sia un veicolo di investimento a loro dedicato gestito da chi le conosce e ne comprende business e operatività. Abbiamo già un ricco deal flow e prevediamo di chiudere un paio di deal a breve, inoltre guardiamo certamente alle startup deep tech danesi in prima battuta ma anche a quelle di tutta l’area dei Paesi nordici e non escludiamo anche di effettuare co-investimenti su startup deep tech anche di altre zone d’Europa”.

La nascita del primo fondo deep tech in Danimarca, sopratutto se guidato da un’investitrice esperta come Marianne Hyltoft è significativa anche in relazione al momento storico: “con questo progetto desidero portare il mio contributo allo sviluppo di tecnologie capaci di affrontare e vincere le sfide che abbiamo oggi, a partire dal quella del cambiamento climatico, desidero farlo con la collaborazione di tutti i limited partner che parteciperanno al fondo: partner locali, entità governative, fondi pensione, corporate venture capital che sono molto attivi soprattuto nei settori dell’energia e dell’healthcare. L’open innovation si sta sviluppando pienamente, qui in Danimarca il trasferimento tecnologico funziona molto bene, è vero che vi è un culture clash tra grandi organizzazioni industriali e accademiche da un lato e startup dall’altro, ma è anche vero che le idee e i progetti ci sono e vanno sostenuti, sviluppati, realizzati, possiamo contare su in team di esperti, anche di provenienza accademica, specializzati in industria 4.0, in green-tech, in agri-tech, in healthcare e con questo fondo desideriamo portare a termine tra i 20 e i 25 investimenti”. 

Qui il sito ufficiale di TechBBQ.

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