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IAG Index, il fintech è sempre più femminile e sostenibile

La nuova analisi di IAG Index che misura l’andamento del seed venture in Italia rileva una crescente rilevanze dell’imprenditorialità femminile e degli ESG nel settore fintech

Pubblicato il 02 Nov 2021

“Lo IAG Index, primo termometro del seed venture capital italiano, mostra come anche i business angel pongano all’interno delle loro strategie di investimento fattori non solo legati al ritorno monetario. Emerge una sempre maggior consapevolezza dell’impatto sulla società da parte delle imprese innovative, per questo, oltre a dare maggior risalto alla diversity & inclusion all’interno dei team imprenditoriali, abbiamo integrato tra gli indicatori presenti nello IAG Index l’impatto ESG che i business delle startup generano. Quasi il 40% delle società analizzate creano un beneficio per il territorio e per la comunità. Come IAG abbiamo promosso inoltre questa sensibilizzazione anche alle grandi aziende del nostro network lanciando la Women & Sustainability Innovation Cup con il supporto del leader mondiale dei pagamenti Mastecard; obiettivo avvicinare le startup con impatto ESG e guidate da team a prevalenza femminili ad attività di co-innovazione con i player consolidati del mercato (le candidature terminano il 19 novembre)”, dice a Startupbusiness Leonardo Giagnoni, managing director di IAG, presentando i dati più recenti di IAG Index

Gli ultimi cinque anni evidenziano una tendenza ormai costante: il fintech, un mondo che non si limita al solo ambito bancario, ma si compone di diversi attori e protagonisti, è stato sicuramente tra i settori più in crescita. Un risultato rilevato anche dallo IAG Index, termometro dell’ecosistema startup calcolato sul database di startup analizzate nella selezione delle opportunità di investimento di Italian Angels for Growth (IAG).  Il Fintech ormai è diventato una parte fondamentale dell’economia e della vita di milioni di persone, ponendo sfide sempre maggiori ai pilastri del sistema bancario e finanziario, ma anche offrendo opportunità. La pandemia è stata un ulteriore fattore di accelerazione dell’adozione digitale, in particolare nel comparto dei pagamenti.  Anche il team IAG e i suoi business angel hanno dedicato una crescente attenzione al settore. IAG, infatti, vanta una community fintech tra i suoi soci, formata da oltre 50 top manager dei principali istituti bancari e assicurativi italiani. Nell’ultimo anno l’associazione ha rafforzato i rapporti con i corporate partner del network, dedicato diversi workshop al tema, nonché organizzato una tavola rotonda con i principali attori del settore (Banca Generali, Nexi, Mastercard) per meglio comprendere le dinamiche di collaborazione, le tendenze tecnologiche, i contesti di mercato alla base delle sinergie tra le grandi aziende del settore e le startup fintech. 

Negli ultimi 12 mesi, inoltre, è stato riscontrato un incremento sostanziale della presenza di almeno una donna nel team delle startup fintech analizzate: più di una startup su 3 rispetta questa caratteristica (35%, rispetto al 25% del 2020).  Analizzando lo stadio di sviluppo delle società in cui è presente almeno una donna nel team di fondatori, nel 2020 si nota come la maggioranza di startup (1 startup su 2) rientrava nello stadio di Proof of Concept (mentre solo il 22,7% arrivava a fatturare). Questo dato cambia sensibilmente nel periodo giugno 2020 – giugno 2021: sono infatti molte di più le startup con presenza femminile che raggiungono il cosiddetto product-market fit ed una presenza di ricavi già consistente (35%). 

ESG: un nuovo criterio di selezione 

Il nuovo parametro analizzato dallo IAG Index è il fattore ESG. Il 37,4% delle startup analizzate dal network di angel italiani hanno un business responsabile legato all’impatto ambientale, sociale o di governance nelle aziende. Il campione analizzato evidenzia che il settore più attento a tali aspetti è il life science: più di 2 startup su 3 hanno integrato i criteri di sostenibilità nella strategia per creare valore nel medio/lungo periodo. 

Il settore fintech negli ultimi anni ha aumentato drasticamente la propria attenzione a fattori ESG: a oggi le startup che incorporano questi criteri sono decisamente aumentate. Che si tratti di cartolarizzazione di crediti deteriorati a favore della ripresa economica, o soluzioni che riducano l’impatto ambientale legato ai tradizionali sistemi finanziari o ancora piattaforme digitali che monitorano l’emissione di CO2, ormai la frequenza di startup sensibili al tema ESG in ambito fintech è sempre più elevata. Il fintech si posiziona come il settore nel quale l’attenzione per tematiche ESG cresce in maniera più verticale, superando per esempio il settore Digital (25% vs 14%). Per mantenere la promessa dell’innovazione fintech, sarà fondamentale che la crescita degli investimenti continui nel tempo, poiché un maggiore sviluppo di questo settore porterebbe benefici anche all’intero ecosistema economico nazionale. Oltre agli investimenti dovranno quindi essere sempre più presenti le componenti ESG e una maggior apertura al genere femminile. 

“IAG si conferma come osservatorio privilegiato e catalizzatore delle startup seed nei diversi settori di riferimento, con una crescente capacità di attrazione di team al femminile, principalmente nel fintech e nel life science. Questo anche grazie all’impegno profuso dalle socie volto a creare un’industria più diversificata e inclusiva, e alle partnership con associazioni come Angels4Women. Lo IAG Index fotografa l’evoluzione dell’ecosistema visto con gli occhi di IAG ed evidenzia anche il richiamo di progetti esteri di dimensioni e qualità sempre più rilevanti”, aggiunge in una nota Carlo Tassi, presidente di Italian Angels for Growth. 

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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