Agri-tech

Vertical farming, APE sviluppa nuove tecnologie e processi

La startup sarda ha messo a punto sistemi, tecnologie e processi per rendere il vertical farming efficiente e adatto a contesti di ogni tipo

Pubblicato il 19 Set 2021

APE nasce nella provincia del Sud Sardegna, a pochi chilometri di distanza da Carbonia, inizialmente sotto forma di startup. L’azienda è attiva nel settore dello studio e dello sviluppo di tecniche di agricoltura 4.0 e in particolar modo si focalizza sull’implementazione di protocolli di coltivazione sull’efficientamento produttivo ed energetico dei processi di lavoro e sullo sviluppo di innovazioni tecnologiche da applicare ai sistemi produttivi attraverso l’utilizzo di tecniche di coltivazione di agricoltura verticale, in inglese vertical farming.

Il progetto nasce grazie alla volontà della famiglia Pezzoli che insieme ai co-fondatori: l’agronoma Valentina Carboni e l’ingegnere ambientale Matteo Pintore danno i natali ad Agricultural Production Engineering. Dal settembre 2020 all’avventura si è unito il biologo Gianmarco Polizzotto. L’ esigenza base a cui si desidera dare risposta è quella di ottimizzare l’utilizzo del suolo e del volume presente nelle serre fotovoltaiche già di proprietà della famiglia Pezzoli, l’idea di base è quella di valorizzare quindi sia in verticale sia in orizzontale lo spazio a disposizione nelle serre e quindi di massimizzare le produzioni con tecniche di agricoltura di precisione e avanzate in ambiente controllato (controlled environment agriculture).

La serra fotovoltaica è una realtà dell’agricoltura sarda che soffre però di difficoltà nel realizzare adeguati volumi produttivi agricoli a causa dell’ombreggiamento causato dai pannelli fotovoltaici sul tetto ove sono posizionati i pannelli solari.

Il vertical farm è una categoria di coltivazione indoor dove le piante vengono coltivate su numerosi livelli sovrapposti e in un ambiente controllato, ovvero in cui i parametri microclimatici sono gestiti in maniera artificiale.

La necessità di sviluppare questo modello di coltura deriva da molteplici sfide da affrontare nel prossimo futuro come per esempio il mismatching geografico e produttivo fra domanda e offerta nei sistemi di approvvigionamento alimentare, anche alla luce dei cambiamenti climatici e la scarsità sempre maggiore delle risorse unitamente al degrado ambientale dovuto all’inquinamento e all’agricoltura intensiva convenzionale.

Il concetto di vertical farm, noto anche come sky farming, nasce a Singapore per soddisfare le richieste del mercato ortofrutticolo a fronte di una bassissima disponibilità di suolo libero coltivabile.

Nel nostro Paese gli impianti di produzione di vertical farm potrebbero offrire soluzioni di prossimità per le realtà urbane e per la riqualificazione delle aree industriali dismesse o per gli edifici in fase di riconversione. Dal punto di vista produttivo, il vertical farming non si contrapporrebbe all’agricoltura biologica, in quanto etica e sostenibile, ma andrebbe a migliorare la sostenibilità e l’efficienza delle produzioni intensive dando maggiore qualità e quantità del prodotto e riducendo l’impatto ecologico rispetto a quest’ultima.

L’obiettivo di APE è quello di applicare le soluzioni tecniche e tecnologiche di vertical farm, alla riconversione agronomica e produttiva delle serre fotovoltaiche della Sardegna, con ricaduta economica sulla produzione agricola dell’Isola e anche in Italia.

Nel 2020 si costituiva quindi APE e nel corso dello stesso anno veniva stipulata una convenzione con il dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Sassari per la Progettazione e validazione di sistemi di produzione di alimenti funzionali ecosostenibili. La sinergia funziona e nel corso del 2021 grazie al lavoro del team operativo e al supporto del gruppo di ricerca in colture erbacee APE sviluppa sul campo una serie di protocolli, metodologie e processi che possono portare alla ottimizzazione dei cicli produttivi e alla massimizzazione della produzione agricola in vertical farming, con una ottima resa per metro quadrato, in media il 400% in più rispetto alle tecniche di agricoltura convenzionale, e un impatto sia energetico sia idrico che viene ridotto molto rispetto alle tecniche di coltura tradizionale.

APE quindi sviluppa soluzioni tecniche e protocolli di efficientamento dei processi produttivi, pur nell’alveo di quella già presente nell’esperienza mondiale. Lo scopo principale è quindi di avere una ottima resa produttiva con una bolletta elettrica e idrica ridotta rispetto ai sistemi di produzione già esistenti e con produzioni molto anticipate e con caratteristiche nutraceutiche e organolettiche superiori rispetto a quanto è ottenibile con l’agricoltura convenzionale.

In più, APE mira ad avere prodotti con residui di pesticidi zero, con alto valore nutrizionale e nutraceutico. In questo periodo APE sta valutando di sviluppare dei propri brevetti di processo con il supporto di Tonucci & Partners.

Il progetto di APE non è però limitato alla Sardegna; infatti una volta sviluppata la migliore tecnologia produttiva e definito il modulo operativo e i flussi di lavoro sia dal punto di vista tecnico sia produttivo, la società ritiene di potersi espandere su scala industriale con una grande vertical farm localizzata in Lombardia per la precisione. In tal modo potrebbe soddisfare le esigenze di prodotti agricoli mirati per grandi metropoli. (Photo by Petr Magera on Unsplash )

Carlo Scarpa co-fondatore e partner Tonucci & Partners

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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