Ecco il futuro dell’umanità, secondo Byron Reese

Pubblicato il 26 Ago 2018

copertina libro di byron reese

Il protagonista di questo articolo è un libro. Un libro che si interroga sul futuro dell’umanità e che risponde, o meglio analizza le possibili risposte, a domande che vanno dalla più banale “i robot ci ruberanno il lavoro?”, alla più sofisticata “i computer avranno un giorno piena coscienza di loro stessi?”.

Il libro lo ha scritto Byron Reese che è un imprenditore di aziende tecnologiche ed è principalmente il Ceo e publisher della società di ricerca tecnologica Gigaom di cui, sono certo, in molti hanno sentito parlare. Il libro, vi dico subito, non è ancor disponibile in versione italiana ma sono, anche qui piuttosto certo, che per i lettori di Startupbusiness leggere in inglese non rappresenta un problema. Dico subito un’altra cosa: il libro l’ho scoperto perché qualche mese fa Byron me ne ha mandato una copia, quindi prima che fosse descritto come “entertaining and engaging” dal The New York Times, e inserito nella lista dei libri da leggere per l’estate 2018 da J.P. Morgan.

Il libro si intitola “The Fourth Age: Smart Robots, Conscious Computers and the Future of Humanity” (Atria Books) e se pensate sia un libro di tecnologia vi sbagliate. Certo la tecnologia è ampiamente citata e descritta, anche perché, come detto, l’autore è uno che da sempre si occupa di tecnologia, ma si tratta di un libro che è anche un tomo di storia, un volume di sociologia, un trattato di scienza, di chimica, di biologia, di fisica newtoniana e quantistica, è un libro di filosofia e di antropologia, un saggio di economia.

L’autore ha preso il tema dell’evoluzione tecnologica e delle sue più avanzate espressioni, come per esempio l’intelligenza artificiale (che divide in due: quella narrow, quindi specializzata cpace di fare ‘solo’ cose specifiche, che è quella facile, e quella generale, che lui chiama AGI – Artificial General Intelligence – che è invece quella assai più complessa, quella in grado di imparare, di interfacciarsi con il mondo esterno, di prendere coscienza di se stessa) e parte, nella sua analisi assai approfondita e con il grandissimo pregio di tenere in considerazione tutte le diverse posizioni possibili, dalle grandi invenzioni tecnologiche del passato, quelle che hanno cambiato profondamente la storia dell’uomo: il fuoco, la ruota, il linguaggio, la scrittura, per arrivare ad analizzare lo stato più avanzato della ricerca scientifica non solo applicata alla computer science ma anche all’analisi di come è fatto il cervello umano, almeno per quanto ne sappiamo fino a oggi, e di quali meraviglie ci sono nella fisica quantistica e di come le teorie di Einstein continuano a essere, almeno fino a oggi, confermate, non ultima la prova dell’esistenza delle onde gravitazionali che è stata rilevata tra il 2015 e il 2016, mentre la prossima sfida è dimostrare l’esistenza della cosiddetta materia oscura la cui esistenza è oggi solo teorica e se fosse dimostrata rappresenterebbe un ulteriore tassello chiave delle intuizioni di Albert Einstein. Teorie che è anche possibile un giorno possano essere smentite, o aggiornate perché più ci si muove nell’infinitamente piccolo e nell’infinitamente grande più si scopre che le regole della fisica sono diverse da quelle che regolano la vita che siamo abituati a vedere tutti i giorni, quelle della fisica di Newton appunto.

Byron Reese non si ferma all’analisi scientifica e tecnica che affronta con profondità e citando tantissime fonti nello scorrere della sua narrazione, l’autore va oltre e analizza le implicazioni filosofiche che possono emergere dalla possibile realizzazione di una mente artificiale cosciente. Lo fa studiando le diverse posizioni in merito: quelle di chi è convinto che tutto sia riconducibile a leggi fisiche quindi una volta compreso e analizzato è anche riproducibile (i monisti) e quelle di chi invece è convinto che vi siano elementi della natura, come per esempio la coscienza umana, che non potranno mai essere ricondotti a leggi puramente fisiche (la fisica sta alla base della chimica, che sta alla base della biologia eccetera, per questo la fisica è il punto di partenza dell’analisi), ma che sono frutto di qualcosa che non è e mai sarà spiegabile, coloro che quindi propendono per l’esistenza di forze che hanno origine spirituale. Coloro che sono religiosi tendono per esempio a rifiutare l’idea che l’uomo sia essenzialmente una macchina regolata esclusivamente da leggi fisiche che prima o poi saranno spiegabili e quindi riproducibili. Certo né i monisti né i dualisti sono oggi in grado di spiegare come e perché l’uomo è l’unico essere pienamente cosciente di se stesso, da un lato la scienza non è ancora arrivata a comprendere come, per esempio funziona il cervello umano, dall’altro ci si affida a spiegazioni non scientifiche, per esempio ai dogmi delle religioni. Ed è questo uno degli aspetti più intriganti del libro di Reese: la capacità di prendere in esame le posizioni di tutti e di analizzarle per offrire al lettore una visione ampia e contestualizzata e accompagnata dagli elementi scientifici, storici, filosofici, economici.

“The Fourth Age: Smart Robots, Conscious Computers and the Future of Humanity” è un bellissimo esempio di come si possa affrontare un tema complesso che ha implicazioni di varia natura, comprese quelle oggi solo intuibili, dando spazio a tutte le posizioni, a tutti i punti di vista, analizzando i diversi scenari possibili senza trascurare nemmeno le posizioni più radicali. Il tutto scritto in modo scorrevole e senza indugiare in inutili tecnicismi, facendo ricorso a esempi e teorie che aiutano il lettore a vedere con lucidità tutte le possibilità e a farsi così una idea chiara e piuttosto completa di come l’evoluzione tecnologica, la civilizzazione, la interdipendenza tra le discipline scientifiche, sociologiche, filosofiche, economiche, possono prendere forma e come tale forma avrà impatto sul mondo e sulla vita di tutti noi.

Infine un suggerimento, quando leggete il libro tenete a portata di mano una matita, sono certo che alcuni passaggi del libro vi susciteranno qualche riflessione più che altri e che tali passaggi li vorrete tornare a leggere più volte e vorrete quindi sottolinearli.

@emilabirascid

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