Michele Padovani (EY): il corporate venture capital in Italia

Michele Padovani di EY: limiti del corporate venture capital in Italia e cosa le aziende dovrebbero fare in più (e con quali vantaggi) in questa direzione

Pubblicato il 11 Set 2017

Il corporate venture capital è uno dei principali motori delle startup e dell’innovazione nel mondo, tra gli esempi a noi più vicini geograficamente c’è quello francese.

L’Italia è anche in questo settore abbastanza marginale, ma ora comincia a intravedersi dell’interesse da parte delle aziende. Il problema di fondo rimane quello culturale più che finanziario, come dice Michele Padovani di EY.

Il freno culturale si sostanzia nella bassa propensione al rischio delle aziende, – dice Padovani – nella paura del fallimento, nella incomprensione delle posizioni di minoranza. Ma qualcosa sta cambiando e questo rinnovato interesse va sostenuto con scelte che sostengano soprattutto le exit, cioè la realizzazione dell’investimento effettuato. Perché il corporate venture capital resta una leva decisiva nelle strategie di open innovation.

Adesso c’è un ritorno di interesse, ma il livello di investimenti delle aziende su progetti innovativi è ancora basso rispetto agli standard europei. Perché? Come si può incentivare la cultura del rischio nelle scelte di investimento delle aziende? “Corporate Venture Capital, il ritorno di innovazione e sviluppo” è il titolo di una sessione dell’EY Capri Digital Summit,  (che sarà moderato da Padovani) che dopo un keynote speech di Fabio Gallia, CEO di Cassa Depositi e Prestiti, vedrà la partecipazione di  Anna Gervasoni, Direttore Generale AIFI, Michele Barbera, CEO Spaziodati, Federico Leproux, CEO TeamSystem, Pietro Sella, CEO Gruppo Banca Sella e  Stefano Soliano, Direttore Generale ComoNExT.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

LinkedIn

Twitter

Whatsapp

Facebook

Link