Qualificazione Mondiali 2018, una lezione per il mondo startup

La mancata qualificazione dell’Italia per i Mondiali 2018 riflette un mindset italiano conservatore che si rispecchia anche in ambito startup

Pubblicato il 15 Nov 2017

Se hai un modulo di gioco che non funziona, se hai discreti giocatori ma una cattiva regia e se le tue aspettative sono quelle di fare parte del gruppo dei migliori ma non riesci a trovare la strada per raggiungere tali obiettivi il risultato è il fallimento.

Se insisti ad applicare una strategia che dopo anni ormai è chiaro che non funziona, se insisti a prendere decisioni senza prima conoscere e approfondire, se tutti gli altri Paesi attorno a te corrono, giocano, fanno punti, migliorano di anno in anno, significa che badi più al mantenimento di uno status quo e alle rendite di posizione di qualche giocatore ormai in fase calante, che all’ottenimento dei risultati, al coraggio di cambiare schema e all’inserimento di nuove forze su base meritocratica.

Se continui a insistere con la politica delle startup secondo i parametri imposti da un decreto, se continui ad applicare forme di incentivo per sostenere gli investimenti procedendo per tentativi e senza una strategia chiara (si veda l’ultimo di questi tentativi di cui abbiamo parlato qui, sperando che possa essere efficace) e soprattutto senza fare valutazioni a consuntivo e quindi raddrizzare il tiro al fine di portare a casa dei risultati sei destinato a, nella migliore delle ipotesi, a giocare nei campionati di seconda serie.

E l’eliminazione dal campionato principale non è indolore, porta conseguenze strutturali, economiche, sociali, riduce la credibilità e la fiducia, insomma è un danno che rischia di dipanarsi in mille rivoli e avere conseguenze a lungo termine.

In Italia le startup sono viste ancora come un fenomeno marginale dalla politica e dalle istituzioni che le chiamano a raccolta quando fa loro comodo per ragioni elettorali per poi dimenticarsene rapidamente, provano ogni tanto a fare uscire una nuova norma o un nuovo incentivo ma con ormai comprovato insuccesso perché non sanno, non conoscono, non hanno idea di quello che fanno, non hanno approfondito le dinamiche delle startup e dei loro investitori, non hanno capito che non serve avere millemila startup iscritte a un registro di cui oltre la metà non ha nemmeno un sito web funzionante (come dimostra la ricerca realizzata da Instilla la cui nuova versione sarà presto pubblicata qui su Startupbusiness) quando bisogna invece puntare su quelle che crescono e che creano valore, che sono numericamente molto meno ma che in termini di valore, di fatturati, di investimenti, di creazione di posti di lavoro fanno molto di più delle altre circa 8mila del registro.

Bisogna decidere in quale campionato si desidera giocare e bisogna farlo in fretta perché questo 2017 ci regalerà dati sugli investimenti in sofferenza rispetto al già magro risultato del 2016 (il 30 novembre saranno presentati i risultati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano relativi agli investimenti in startup nel 2017).

È tutto perduto? Non ancora, come sempre abbiamo qualche buon segnale a cui aggrappare le speranze per il futuro, segnali ancora non maturi ma promettenti come per esempio la nascita di nuovi movimenti politici e para-politici che mettono innovazione, meritocrazia, e anche le startup in cima alle loro priorità, abbiamo visto nei giorni scorsi l’annuncio del movimento 10VolteMeglio di Andrea Dusi che spinge su temi molto cari a chi fa innovazione; già più datata è un’altra iniziativa che si chiama Movimenta che pure fa leva sulla necessità di riprendere le fila delle decisioni politiche con la consapevolezza che siamo nel mezzo di un periodo di grande cambiamento, e altre come Tortuga e Liberali da Strapazzo, altre ancora stanno arrivando tra cui una che si concretizza in un progetto che parte da un gruppo di persone che comprendere professionisti, manager, deputati, giornalisti, imprenditori e che si proporrà come faro per mettere innovazione e meritocrazia al centro delle decisioni politiche occupandosi di temi ad ampio spettro e ponendosi come luogo di interoperabilità di iniziative pro futuro fatte da altre iniziative verticali su temi limitati e specifici (l’annuncio di questo progetto che avrà un nome che ha a che fare con la capacità di osservare e di avere visione per comprendere come le dinamiche vanno approfondite per essere effettivamente conosciute e applicate, è previsto entro la fine del mese).

@emilabirascid

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