Perchè le startup in Irlanda sono fondamentali e il governo le aiuta

30 nuove scaleup all’anno, 60 milioni di euro all’anno di ritorni per il governo, l’attrazione di imprese e capitali esteri. Le startup in Irlanda sono prese sul serio

Pubblicato il 05 Ott 2017

“Sostenere lo sviluppo delle startup è aspetto chiave per l’economia irlandese – esordisce Joe Healy, Manager of High Potential Start-up Division di Enterprise Ireland che Startupbusiness ha incontrato a Milano – , solo nel mio team ci 40 persone che hanno appunto il compito di lavorare ogni giorno per dare supporto agli imprenditori, per creare la cultura dell’imprenditoria e per portare quindi benefici al Paese, si pensi per esempio alla creazione di posti di lavoro di alto profilo”.

Enterprise Ireland è il braccio operativo istituzionale del governo di Dublino a sostegno dell’economia e dell’impresa e quindi anche delle startup, nel 2016 ha investito in queste ultime circa 32 milioni di euro, ne ha supportato oltre 100, ha contribuito a lanciare i progetti di 63 imprenditrici e ha investito in oltre 30 startup internazionali. “Il nostro lavoro è iniziato 20 anni fa – aggiunge Healy – e oggi aiutiamo i progetti early stage, finanziamo programmi a sostegno delle startup, forniamo competenze agli imprenditori che avviano la loro impresa, lavoriamo con una rete di incubatori e acceleratori privati presenti su tutto il territorio del Paese e prepariamo le nuove startup alla fase in cui inizieranno a raccogliere finanziamenti”.

Enterprise Ireland investe quasi esclusivamente in equity e ogni anno apre nove call per individuare le startup interessanti da supportare con un contributo iniziale di 50mila euro, queste call sono aperte a imprenditori di tutto il mondo: “lo scorso anno abbiamo avuto 16 startup non irlandesi, di cui sette statunitensi e il resto provenienti dai Paesi dell’est Europa, si tratta di un buon risultato anche perchè abbiamo rilevato che non è semplicissimo attrarre imprenditori da fuori, molti di quelli che arrivano hanno già una qualche connessione con l’Irlanda: famiglia di origine, precedenti esperienze di studio o di lavoro, amici”.

Il lavoro di Enterprise Ireland non si ferma alla fase di seed ma supporta le startup a crescere: “esse diventano per noi scaleup quando raggiungono un milione di euro di fatturato e danno lavoro ad almeno 10 persone e ottengono tali traguardi in tre anni, sono circa 30 ogni anno quelle che arrivano a questi livelli e le aiutiamo quindi a crescere ulteriormente e a trovare ulteriori finanziamenti dalla comunità dei venture capital”.

In Irlanda i venture capital hanno investito lo scorso anno oltre 320 milioni di euro (qui i dati completi) e il Paese è uno tra i principali attrattori di capitali dagli Usa, infatti il 31% degli investimenti arriva proprio da venture capital statunitensi: “oggi siamo quarti al mondo per volume di investimenti e lavoriamo per favorire gli investimenti in syndication consapevoli che i venture capital internazionali non vengono solo per uno o due deal ed è per questo che il nostro compito è lavorare per creare un dealflow interessante anche per loro. Anche noi investiamo parallelamente a investitori privati valutando ogni singolo deal e dando la priorità alle startup e scaleup che mantengono o che portano la loro operatività in Irlanda. I nostri investimenti generano ovviamente dei ritorni che diventano fondi per il governo nella misura di circa 60 milioni di euro l’anno”.

Tra gli acceleratori che collaborano con Enterprise Ireland c’è Propeller Shannon che ha sede nell’omonima città e si concentra su innovazione legata all’aerospazio e al travel tech. A guidare questo acceleratore è Brian Marrinan: “siamo appena partiti, in questi giorni chiudiamo la nostra prima call – spiega – e a gennaio 2018 parte il nostro primo programma, Shannon è un centro importante per il settore, qui sono nati il duty free, il leasing aeronautico, vi sono fabbriche di aeroplani e quindi tante competenze specifiche e noi cerchiamo innovazioni in fase di early stage nell’ambito del travel tech per esempio sistemi di prenotazione basati su blockchain, gestione dei big data, droni, satelliti”.

Tra gli altri incubatori e acceleratori vi sono Ndrc specializzato in startup digitali: “siamo stati il primo incubatore nato nel Paese – spiega il commercial director Gary Leyden – e assistiamo a una crescita esponenziale anno su anni sia in termini di quantità sia di qualità dei progetti”, e poi Eamonn Sayers, Centre Manager del Guinness Enterprise Centre  che enfatizza l’importanza della cultura imprenditoriale e dell’impatto che ha sull’economia e sulla società e quindi l’importanza di supportare le startup.

@emilabirascid

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