WyLab, l’incubatore italiano per le startup dello sport

Sport Tech, un settore in crescita quello delle startup dello sport a cui si dedica WyLab, l’incubatore italiano fondato da WyScout e Antonio Gozzi

Pubblicato il 23 Set 2017

Sports Tech Incubator: ecco come si autodefinisce WyLab, il primo incubatore made in Italy specializzato in startup sport-tech. E sicuramente stiamo parlando di un progetto che si qualifica a pieni voti per entrare a far parte della nuova tendenza degli “indie incubator” (qui un approfondimento sul tema). Tendenza che però necessita di essere inquadrata con precisione, partendo proprio dall’ecosistema nato poco meno di due anni fa in una cittadina costiera del Tigullio, in Liguria.

Oltre 1500 mq all’interno di un palazzo di fine Ottocento nel centro storico di Chiavari, 150 scrivanie dedicate, due sale riunioni, due aule corsi da 50 posti, un’area relax e una grande terrazza. Lo schema ricorda da vicino quello dei più classici incubatori e acceleratori, ospitando inoltre un’area dedicata al coworking dedicato alle startup digitali, con tre modalità di fruizione per venire incontro alle esigenze di lavoratori e startupper: All Inclusive, Sharing (10 ingressi) e OnedayinWyLab (1 ingresso).

Non è un caso che WyLab nasca proprio a Chiavari: la sede sorge accanto a quella di WyScout, la piattaforma di scouting calcistico fondata da Matteo Campodonico che mette a disposizione filmati e statistiche sui calciatori, utilizzata da centinaia di società in tutto il mondo. Il progetto prende vita proprio dall’esperienza di WyScout ma anche grazie all’apporto dell’imprenditore e presidente della Virtus Entella (la squadra calcistica di Chiavari che milita in serie B) Antonio Gozzi.

Dalla sua fondazione nel febbraio 2016, nel primo anno di attività WyLab ha passato al vaglio oltre 100 domande, selezionando 26 potenziali candidati: tra questi 8 startup sono state accolte all’interno dell’incubatore, 4 sono state accelerate grazie alla creazione di nuovi rapporti commerciali, mentre altre 4 hanno ricevuto finanziamenti per una cifra totale superiore ai 500.000€, di cui 125.000€ immessi direttamente da WyLab. Anche la formazione riesce a ritagliarsi il suo spazio, con corsi formativi, workshop ed eventi, citando i principali, in ambito informatica, robotica, marketing e attività digitali.

Secondo le parole dell’ideatore Antonio Gozzi, WyLab rappresenta una scommessa vinta, non era affatto scontato che il progetto di un incubatore sportivo, nel Tigullio, potesse avere successo. Questi numeri testimoniano il lavoro fatto e i risultati ottenuti. Ci confrontiamo con altri sette incubatori Sports Tech nel mondo, la maggior parte pubblici, e qualcuno all’inizio ci ha preso per fuori di testa. Noi però eravamo convinti di essere sulla strada giusta perché a livello sportivo il volume d’affari cresce ogni anno, ma i modelli gestionali tecnologici sono poveri e quindi il potenziale di lavoro è altissimo.

WeFit, InjuryIndex, USA College Sport sono solo alcune delle startup di WyLab, tutte focalizzate sulla tecnologia applicata allo sport, ma in maniera alquanto eterogenea. InjuryIndex, per esempio, studia algoritmi machine learning per valutare il rischio di infortunio degli atleti professionisti; USA College Sport è invece un’agenzia internazionale, che aiuta gli studenti (e atleti) che desiderano praticare il proprio sport ad alti livelli a trovare borse di studio sportive nelle università statunitensi. E poi c’è WeFit, l’app che fa incontrare i trainers professionisti con gli atleti. Un connubio dove innovazione e tecnologia incontrano la tradizione sportiva italiana (e internazionale), il tutto a due passi dal mare.

Contributor: Alessio Spinelli

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