“Per fare startup è necessario un ecosistema – esordisce Serguei Beloussov, fondatore e azionista maggioritario del SIT, sigla che sta per Schaffhausen Institute of Technology – in cui concorrono attività di business, di ricerca scientifica e di education. È ciò che abbiamo fatto in SIT con però una importante differenza rispetto, per esempio alle Università che oggi hanno affiancato attività di business a quelle di ricerca e di formazione, noi partiamo dal business ovvero dalla costruzione di attività capaci di trasformare l’innovazione in qualcosa che fa profitto al fine di usare tali profitti per finanziarie sia la ricerca sia la formazione”.

Serguei Beloussov, fondatore e azionista maggioritario del Schaffhausen Institute of Technology.
Oggi SIT conta già uno staff di 100 persone e relativamente alle startup ha un deal flow già molto ricco e di alta qualità: “la combinazione tra le attività di business e quelle di ricerca e formazione è la chiave dell’ecosistema di SIT perché da sempre vedo che in tutto il mondo la ricerca e la formazione sono costantemente alla ricerca di fondi e spesso hanno problemi a reperirli, con questa iniziativa ho voluto ribaltare il paradigma – spiega Beloussov -. Abbiamo costruito un modello dove c’è una holding a cui fanno capo tutte le attività profit e poi c’è la parte di formazione che invece è no-profit. Al momento io sono il fondatore e principale finanziatore ma certamente siamo aperti a partner che possono essere sia donatori, sia pubbliche istituzioni che decidono di finanziarci ma anche investitori in equity”. Nel Strategic advisory board di SIT siede anche in italiano, si tratta di Fabio Pammolli, docente di ingegneria gestionale presso il Politecnico di Milano: “ciò che rende SIT unico è l’approccio multidisciplinare ed è questo l’elemento di maggiore interesse per me ed è perciò che da settembre del 2020 ho deciso di contribuire attivamente all’iniziativa di Serguei Beloussov”. “Il nostro metodo è quello di investire più possibile delle risorse nella crescita – conclude l’imprenditore di Singapore che ha già fondato numerose aziende come Unium, Sunrise, Rolsen, Solomon Software South East Asia, Parallels, Acronis, Runa Capital e altre e che ha scelto la Svizzera per il progetto SIT perchè la considera oggi il posto dove esiste maggiore sensibiltà verso la ricerca scientifica, l’education insieme alla diversity e alla multicultura – , crescita che passa naturalmente anche per questo particolare momento storico in cui si aprono nuove opportunità come per esempio la necessità di gestire le attività anche in modalità remota e per farlo serve il software e noi creiamo software anche per questo tipo di applicazioni. Il nostro obiettivo è crescere in modo deciso e raggiungere il fatturato di un miliardo di dollari l’anno entro i prossimi dieci anni, è certamente obiettivo ambizioso ma io sono convinto che sia importante avere una visione che prende in esame tre aspetti che reputo fondamentali: gli effetti a lungo termine di decisioni e azioni, gli effetti di una efficace strategia di networking e il valore della crescita esponenziale”.
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