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Adobe compra Figma per 20 miliardi di dollari

Si tratta di una acquisizione di grande portata che avrà impatto su tutto il mercato del design digitale, contrastanti le opinioni degli utenti e cresce l’attesa per la decisione dell’antitrust

Pubblicato il 20 Set 2022

Il mondo del design digitale si è svegliato giorni fa con una notizia inaspettata. L’annuncio da parte di Adobe dell’acquisizione di Figma, operazione che ha di fatto eliminato uno dei suoi più grandi rivali sul mercato.

La notizia è arrivata all’ora di pranzo in Europa, e la mattina in America. Notizia inaspettata oppure offerta che non si poteva rifiutare? Anche se Figma poteva andare in Borsa, questa notizia dimostra che le cose possono cambiare, che le visioni si possono allineare e le menti aprire, le cose cambiano, i soldi hanno un ruolo e i consumatori ci faranno sapere poi se hanno apprezzato queste decisioni.

Per mettere le cose in prospettiva: a settembre 2022 Adobe ha una capitalizzazione di mercato di 139,85 miliardi di dollari. Ciò rende Adobe la 74esima azienda più valutata al mondo per capitalizzazione di mercato.

Adobe è nata nel 1982 mentre la prima data di rilascio iniziale di Figma era a settembre 2016.

Febbraio 2022: Adobe e stata riconosciuta come una delle “aziende più ammirate al mondo” secondo Fortune. Questa è la terza volta che entra nella top 50, arrivando alla posizione 43.

Lato investitori, ma anche dipendenti, i primi avranno un bel ritorno, e gli altri potenzialmente un cambio di vita per un lavoro ben fatto. Non si possono non menzionare gli investitori di Figma più noti come: Kleiner Perkins, Greylock Partners, Index Ventures, Sequoia, Andreessen Horowitz che avranno tutti benefici dall’operazione.

Quest’articolo vuole essere una riflessione su questa acquisizione che comunque, deve superare l’antitrust visto che è quasi certo che un accordo di queste dimensioni sarà sottoposto a controllo normativo.

Personalmente nel mio lavoro utilizzo entrambe le piattaforme, sia XD che Figma. Utilizzo anche Adobe Creative Cloud, anche se molto di meno, e valutare tutti spunti è importante. È una grande notizia per un software mirato a un tipo di utenti specifici. Questo dimostra che il design digitale e cresciuto nel mondo del business.

Dopo l’annuncio dell’acquisizione in stock e cash di Figma per la cifra astronomica di 20 miliardi di dollari, c’è stato un terremoto sui social media da parte della comunità di design, design digitale e prodotti in particolare: tra gente insoddisfatta e gente delusa, con molte domande per il futuro, e altre persone più pragmatiche che vedevano anche delle nuove opportunità.

La cifra offerta per l’operazione è significativa anche perché è più alta di quello che è stimato essere il valore del mercato stesso: quindi 20 miliardi di dollari per un TAM (total addressable market) projection previsto per il 2025 pari a 16.5 miliardi di dollari.

Non è la prima volta che un gigante del mondo software acquista un rivale: Macromedia Freehand che è stato acquistato da Adobe e successivamente interrotto, è un esempio. Altri esempi come Stumble Upon (nel 2018, con un co-fondatore che ha poi fondato Uber), lo strumento di navigazione web un tempo popolare è stato acquisito da eBay nel 2007, infine acquisito da Mix che lo ha chiuso.

La delusione c’è stata viste le visioni diverse delle due aziende, Adobe e Figma, il modo di creare e mantenere la comunità, i prezzi, e il focus particolare di Figma solo sullo sviluppo della piattaforma sul cloud e con caratteristiche particolari.

Figma aveva anche scritto un articolo per fare il paragone tra Adobe XD e Figma con messaggio principale: non tutte le nuvole sono uguali enfatizzando come i designer stavano passando da Creative Cloud a Figma, insomma enfatizzando come la concorrenza tra le due aziende fosse feroce.

Questa notizia si può vedere in modi diversi: il primo da un punto di vista del designer, e il secondo  dal punto di vista del business. Possiamo porci alcune domande: quale la visione di Adobe per XD e Figma? Entrambi fanno praticamente la stessa cosa, ha senso mantenere due? È questa la principale fonte di preoccupazione per gli utenti esistenti di entrambe le piattaforme; servono tutte le integrazioni con altre piattaforme di Adobe Creative Cloud che sono interoperabili? Secondo Dylan Field, CEO di Figma, importante è incorporare l’esperienza di Adobe nell’imaging, fotografia, illustrazione, video 3D e tecnologia frontale nella piattaforma Figma; vale la pena investire così tanto in stock e cash, e mantenere il team di Figma per quattro anni per poi interrompere il progetto? Oppure l’idea sarebbe di portare Adobe CC (Creative Cloud del design dove siedono photoshop, illustrator, lightroom, XD ecc…) sul web utilizzando il know-how, l’IP e le risorse di Figma facendoli diventare tutti collaborativi? Come creare un bilanciamento tra la piattaforma Figma e Adobe CC per mantenere le aspettative degli utenti di Figma che sono focalizzati sulle funzionalità e modalità di collaborare specifiche al loro lavoro, senza una overpopulation? Adobe si impegna a mantenere Figma operando in modo autonomo e l’amministratore delegato rimarrà in carica. Nessun piano relativo alla modifica dei prezzi è stato annunciato per ora. Perché questa paura della community, che sta già pensando o facendo allusione a un prossimo competitor? C’è una sorta di rabbia da parte di tanti per le aziende enormi, con tanti processi che molti definiscono anche ‘inaccessibili’ e con troppo ‘potere’.

Si tratta comunque di una grande notizia che dimostra il valore del design digitale. Da un altro lato è una questione di business, una dimostrazione di un lavoro fatto sempre mettendo l’utente al centro.

Le ripercussioni sugli utenti non si vedranno nel breve termine, ma fra più di un anno circa. C’è molto lavoro internamente da fare, per capire come lavorare insieme, come procedere. Per tradurre una visione in realtà ci vuole tempo, trial and error e piccoli passi successivi sia internamente sia esternamente, ed è un processo ancora più sfidante quando sono due realtà così diverse da fare convergere. Si tratta di mettere insieme due culture aziendali diverse e farle crescere e prosperare insieme.

Poi arriverà la pressione per il ROI che dovrà giustificare l’acquisto di Figma sul business di Adobe. A quel punto avverrà un terremoto se i numeri non saranno soddisfacenti, vi è certamente molta pressione e quindi il mercato e gli utenti devono stare un po’ attenti in questa fase, sempre che l’antitrust non decida di bloccare tutto.

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