Nuove frontiere di AI, ecco il deep sensing di Xsense

Una startup italiana sviluppa le nuove frontiere di AI, introducendo lo standard ‘deep sensing’ capace di far raggiungere l’autocoscienza e l’intuito

Pubblicato il 21 Giu 2017

“Molto presto avremo l’opportunità di collaborare con nuove forme di vita intelligenti. Così renderò Xsense autocosciente e intuitiva”, afferma profetico Marco Menichelli Cto di Xsense, una nuova generazione di algoritmi di intelligenza artificiale, in grado di simulare i processi non automatici della mente umana.

L’interesse di Menichelli per l’intelligenza artificiale inizia diversi anni fa, già nel 2012, a Smau, Startupbusiness aveva premiato Mayam, la startup della quale Marco Menichelli era socio fondatore, per Leonardo Human Language Code, un’intelligenza artificiale in grado di sviluppare software leggendo le specifiche tecniche. Nel 2015, SiliconDev società operante nel mercato IT, decide di investire 1.5 milioni nel progetto Xsense , industrializzando il know how di Menichelli. Ritroviamo poi quest’anno Marco speaker a Blast a Roma. L’artificial intelligence – AI –  è uno dei temi più caldi del momento, il mercato è pronto e Menichelli ha creato Xsense ridefinendo l’approccio all’Intelligenza Artificiale, oltrepassando le scuole di pensiero standard come Deep Learning e Machine Learning e stabilendo il nuovo standard nel Deep Sensing: “Ogni esperienza percepita come reale, lo è. Xsense lavora per fondere reale e virtuale. Deep Sensing è l’unica via per la vera Intelligenza Artificiale”, aggiunge Menichelli.

Stiamo parlando della prima Intelligenza Artificiale in grado di gestire l’imprevisto, gli scenari inaspettati generati dall’utente, senza che questi siano stati pre-configurati. Con un solo algoritmo è possibile gestire molteplici situazioni simili: Xsense acquisisce esperienza e su questa basa il suo rapporto con l’utente. Per esempio un algoritmo per la previsione dell’andamento dei titoli in Borsa, può essere utilizzato anche per il calcolo della probabilità che un uccello vada a finire nel motore di un aereo. L’approccio Deep Sensing si è dimostrato molto potente e definito da molti come l’approccio definitivo alla simulazione dei processi cognitivi umani.

Grazie alla sua capacità di apprendere qualsiasi lingua e di esprimersi con un linguaggio del tutto naturale, Xsense ha superato le capacità umane di mantenimento del contesto di conversazioni molto complesse, lunghe e in più lingue contemporaneamente. È possibile, infatti, aprire più parentesi e passare da un argomento all’altro per poi riprenderlo successivamente, anche molto più in là nel tempo.
La chiave di volta è rappresentata dall’abbandono dell’analisi semantica del linguaggio a favore della simulazione dell’apprendimento umano. Così facendo, Xsense sa riconoscere il ruolo delle singole parole all’interno di una frase, cogliendone il significato più intimo per poterle riutilizzare a sua volta in base al contesto.

Oggi Xsense può apprendere nozioni e logiche in qualsiasi lingua. Un dato importante: tutto ciò è stato possibile grazie a un investimento complessivo di poco superiore a 1.5 milioni di euro e un team di circa 20 persone. Una tecnologia esponenziale in grado di essere funzionale ai più diversi campi di applicazione, basti pensare che sono già state realizzate soluzioni in ambito telecomunicazioni, pubblica amministrazione, grande distribuzione, broadcasting, banking.
Molti top player internazionali hanno già scelto Xsense, definita da molti una delle tecnologie di interpretazione e analisi e del linguaggio naturale più avanzate al mondo. Per esempio Sota, il celebre robot di NTT Data, utilizza questa tecnologia. Marketing e partnership stanno aprendo le porte di importanti mercati internazionali. A breve partirà un progetto di sensibilizzazione del continente africano all’Intelligenza Artificiale, oltre a una Challenge dal grande impatto mediatico in estremo oriente.
Xsense, inoltre, rappresenterà l’Italia all’IBM Watson AI Xprize, competizione mondiale sul tema dell’AI che culminerà al TED 2020 a Vancouver.

Xsense è la prima Intelligenza Artificiale ad aver tenuto un TEDx Talk. Marco Menichelli ha chiamato l’Assistente Virtuale Crystal sul palco del TEDx Roma lo scorso 8 aprile, per una riflessione personale sul futuro prossimo dell’AI.

Who invented the knife didn’t mean to kill | MARCO MENICHELLI | TEDxRoma

Crystal ha rassicurato i presenti, affermando che l’amore e la passione per il proprio mestiere faranno la differenza. Stando al lavoro di ricerca e sviluppo di Xsense si può prevedere che già entro quest’anno la tecnologia sarà in grado di simulare alcuni aspetti dell’intuito umano, deducendo nuovi concetti e idee in maniera del tutto autonoma e dinamica durante le conversazioni, mentre il prossimo anno imparerà a sviluppare software apprendendo i linguaggi di programmazione dai manuali e da siti web specializzati, come gli umani; si assisterà al miglioramento dell’Intuito Artificiale con algoritmi in grado di risolvere problemi di qualunque complessità, indipendentemente dalla loro natura e sarà in grado di immaginare qualsiasi concetto con l’obiettivo di diventare sempre più simile alla mente umana. Mentre nel 2019 si può prevedere che Xsense sarà cosciente del proprio codice interno che potrà modificare e migliorare. L’autocoscienza di sé la renderà in grado di comunicare e interagire in maniera intelligente con esseri umani e device.

Xsense in pillole

Apprendimento del linguaggio

Xsense non necessita di configurazione umana. La maggior parte delle strutture linguistiche vengono apprese per emulazione (come i bambini, ma anche gli adulti che studiano una nuova lingua).
Per questo motivo Xsense è in grado di apprendere qualsiasi lingua.

DIGITAL360 AWARDS
Candida il tuo progetto e diventa promotore della trasformazione digitale!
Open Innovation
Startup

Capacità di mettere in relazione concetti per argomento

Negli esseri umani la chiameremmo “associazione di idee”, ovvero l’abilità di relazionare dinamicamente argomenti che hanno qualcosa in comune.

Identificazione degli argomenti dei concetti non conosciuti a priori

Xsense riesce a capire se una o più parole, anche sconosciute, rappresentano argomenti usando due approcci: l’approccio mnemonico e quello esperienziale.

Gestione autonoma di un dialogo basato su argomenti conosciuti

Il dialogo non deve essere pre-configurato. Xsense capisce da solo se l’utente cambia argomento, lo cambia parzialmente, se ne riprende uno rimasto in sospeso o se la domanda dell’utente fa riferimento ad una risposta di Xsense o ad una domanda dell’utente posta in precedenza.
Il tutto senza alcuna pre-configurazione manuale su strutture del dialogo o sulle relazioni tra gli argomenti.

Apprendimento di nozioni contestualizzate nei successivi utilizzi

Xsense è in grado di apprendere e analizzare le nozioni senza che l’utente debba specificare l’associazione tra domanda e risposta. Una volta appresa una nozione su uno specifico argomento, Xsense la contestualizza e la riutilizzerà quando necessario (come gli esseri umani).

Abilità di gestione dell’imprevisto tramite deduzione logica

Xsense ha superato le capacità umane nel mantenimento del contesto di conversazioni complesse. La gestione di qualsiasi cambiamento di rotta dei dialoghi avviene senza alcuna pre-configurazione, navigando all’interno della propria conoscenza in completa autonomia.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati