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Altri 80 milioni di euro per le Case delle tecnologie emergenti

Dopo la nascita delle Cte di Torino, Roma, Bari, Prato e L’Aquila parte il nuovo bando per estendere il progetto ad altre città, si punta su blockchain, AI, IoT, crypto asset

Pubblicato il 06 Ott 2022

Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale è entrato in vigore il decreto che stanzia 80 milioni di euro per il compimento di nuove Case delle tecnologie emergenti (Cte). Le Cte sono centri di trasferimento tecnologico per connettere università ed enti di ricerca con le imprese: le competenze ed il know-how dei primi supportano e rispondono alla mancanza e bisogno dei secondi.

Gli obiettivi del nuovo stanziamento per le Cte sono: supportare progetti di ricerca e sperimentazione; sostenere la creazione di startup; favorire il trasferimento tecnologico verso le piccole e medie imprese.

I programmi sono finalizzati alle seguenti tecnologie emergenti: blockchain e crypto asset; internet of things (IoT); intelligenza artificiale; 6G; tecnologie quantistiche.

La prima Cte è stata quella di Matera avviata nel 2020, una vera e propria pioniera con una dotazione di 15 milioni di euro in collaborazione con CNR, Politecnico di Bari e Università della Basilicata.

L’anno successivo, nel febbraio del 2021 erano stati stanziati altri 21 milioni di euro per ulteriori 5 Cte nelle città di:

  • Torino: la città si chiama Cte Next ed è stata finanziata con circa 13,5 milioni di euro, di cui sette milioni e mezzo dal Ministero, gli altri sei da partner come il Politecnico e l’Università di Torino, Fondazione Links, Com 0, Csi Piemonte, Tim, 5T, Fondazione Torino wireless, I3P e 2i3T, e Digital Magics. Il progetto è finalizzato a realizzare un centro diffuso sulle tecnologie emergenti in settori strategici come la mobilità, urban air mobility, l’industria 4.0 e altri servizi urbani innovativi
  • Roma: situato presso la stazione Tiburtina, Si chiama Casa delle Tecnologie Emergenti di Roma con l’obiettivo di promuovere un modello innovativo di “Startup City” nella Capitale, con un ammontare di 6 milioni di euro, di cui 4,6 milioni dal Mise e 1,4 milioni di co-finanziamento da parte di alcuni partner industriali internazionali quali: WindTre, Tim, Acea, LVenture Group, Tecnopolo Roma, Peekaboo. Il focus sarà sullo sviluppo di soluzioni innovative basate sulle tecnologie emergenti, come internet of things, blockchain e artificial intelligence, da applicare a dati e contesti reali della città, come per esempio i settori di trasporto e turismo.
  • Bari: con un finanziamento di 6 milioni di euro la Cte di Bari si chiama Bari Oper Innovation Hub e vi aderiscono anche altri partner pubblici e privati, quali le Università Aldo Moro e Lum, Enac, Meditech, Distretto tecnologico aerospaziale, Asi, Cnr, Exprivia, Amt e Tim, oltre al supporto di Anci, Arti, Puglia Sviluppo, Fiera del Levante e Politecnico. Il progetto mira ad ampliare sperimentazioni in ambito 5G che utilizzino le tecnologie IoT, artificial intelligence e blockchain per lo sviluppo e testing di servizi urbani innovativi in settori di specifico e rilevante interesse per la città, come per esempio smart mobility e Industry 4.0
  • Prato: PRato Industrial SMart Accelerator (Prisma) è il nome della Cte con un finanziamento di 2,7 milioni di euro. Il progetto è stato presentato in collaborazione con il Pin – Polo Universitario Città di Prato, il Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Firenze, l’Istituto Nazionale di Ottica del Cnr, Next Technology Tecnotessile, Sviluppo Toscana e Estracom. L’obiettivo è di favorire la trasformazione digitale delle imprese del distretto tessile, per portare allo sviluppo di nuove soluzioni basate su tecnologie emergenti, come internet delle cose, intelligenza artificiale e blockchain, e 5G.
  • l’Aquila: per il suo progetto con il caSa Intelligente delle teCnologie per la sicURezza – L’Aquila” (Sicura) ha ottenuto un investimento da 4 milioni di euro. La proposta progettuale aquilana è stata messa in campo dal Comune in collaborazione Università dell’Aquila, Gran Sasso Science Institute, Zte, Consiglio nazionale delle ricerche e Consorzio universitario di economia industriale.

Al bando del 2021 oltre a queste 5 città, vi avevano partecipato altre 4 che, in considerazione dello stanziamento disponibile, non erano state ammesse al finanziamento. Erano state le città di Genova (6° posto), Catania (7°), Milano (8°) e infine al nono e ultimo posto la città di Cagliari.

I programmi delle Cte coinvolgono e mettono in relazione startup e PMI innovative, università, poli di ricerca, spin-off.

Le Cte rientrano e nascono con il Programma di supporto alle tecnologie emergenti 5G, con il DM del 26 marzo 2019, in attuazione della delibera del CIPE n. 61/2018. Come si legge dal sito del MiSE, l’obiettivo del Programma è quello di realizzare progetti di sperimentazione, ricerca applicata e trasferimento tecnologico, basati sull’utilizzo delle tecnologie emergenti, quali Blockchain, intelligenza artificiale (AI), internet delle cose (IoT), collegate allo sviluppo delle reti di nuova generazione. Il Piano è stato finanziato da risorse del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 come previsto dal Piano di investimenti per la diffusione della banda ultra larga, di cui alla Delibera CIPE n. 61/2018.

Ora, con il rifinanziamento da 80 milioni di euro potranno essere presentati dai Comuni coperti dalla rete banda ultralarga quei progetti che, in partnerariato con Università, Centri di ricerca e imprese, punteranno a sviluppare programmi di ricerca, sperimentazione e trasferimento tecnologico verso startup e PMI, basati sull’utilizzo della blockchain, intelligenza artificiale, internet of things, crypto asset, il 6G e le tecnologie quantistiche.

Il Ministero a breve pubblicherà il provvedimento che stabilisce i criteri e le modalità di presentazione delle domande. Ovviamente, alla nuova selezione non potranno partecipare le città già vincitrici dei precedenti bandi. (Photo by vackground.com on Unsplash )

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