Coronavirus, le misure per startup e PMI del DL Cura Italia

Pubblicato il 19 Mar 2020

Katiuscia Terrazzani, managing director di Ayming Italia spiega come le imprese e le startup possono avvalersi delle misure implementate dal governo con il DL Cura Italia varato per contrastare i problemi derivanti dall’emergenza Covid-19.

Il DL Cura Italia ha messo in campo diverse misure per assistere il tessuto nevralgico dell’imprenditoria italiana. In particolare, le piccole e medie imprese potranno avvalersi di misure di sostegno finanziario fino al 33% dei prestiti erogati, per 9 mesi lo Stato sarà garante dei prestiti fino a 5 milioni di euro per investimenti e ristrutturazioni di situazioni debitorie e la Cassa depositi e prestiti S.p.A. è autorizzata a immettere liquidità all’interno del circuito bancario. A disposizione 50 milioni per un credito d’imposta del 50% a fronte delle spese di sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro fino ad un massimo di 20mila euro. Previste la sospensione del versamento delle ritenute d’acconto dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria e di ogni ulteriore adempimento fiscale con scadenza tra l’8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020. Per negozi e botteghe è previsto un credito d’imposta del 60% dell’ammontare del canone di locazione del mese di marzo 2020. Infine, è stato istituito un nuovo fondo per un piano straordinario di sostegno al made in Italy.

Oltre agli aiuti varati dal DL Cura Italia, non vanno dimenticate le agevolazioni già esistenti nel nostro Paese, varati per aumentare la competitività sul mercato internazionale e favorire il rinnovamento delle aziende: Credito d’Imposta R&S, Iper ammortamento Industria 4.0, Nuova Legge Sabatini e il programma di incentivi Smart & Start per PMI e startup innovative. Si tratta di opportunità che possono aiutare concretamente le aziende in un momento critico, nel quale la liquidità scarseggia e rientrare delle spese sostenute diventa prioritario. Grazie a questi strumenti, le aziende possono rientrare di una parte sostanziale del costo sostenuto per l’investimento.

Sono strumenti utili, forse indispensabili perché le aziende possano andare avanti, in un momento difficile come questo. Ma non è per forza semplice, soprattutto per le realtà più piccole, avvalersene, perché spesso mancano al loro interno le competenze necessarie per districarsi tra le differenti iniziative che vengono man mano proposte dalle autorità pubbliche.

Fondamentale in questo è il ruolo delle realtà di consulenza che operano nel campo della finanza agevolata, che possono giocare un ruolo importante, diffondendo la conoscenza degli strumenti a disposizione delle aziende e guidandole nel processo di scelta e in quello, a volte altrettanto complesso, di registrazione per poter accedere alle varie opportunità. Si tratta di un supporto ancor più importante per le aziende di dimensioni più piccole, perché da una reale ottimizzazione delle risorse a disposizione possono derivare maggiori opportunità di crescita o, come in questo caso, una superiore resistenza alla crisi, con la prospettiva di poter guardare presto al futuro in chiave positiva.

Non devono essere le risorse a spaventare chi sta considerando di avvalersi di questo tipo di supporto. In molti casi, il costo del supporto consulenziale dipende dal beneficio economico finanziario realmente ottenuto. In ottica di servizio quindi, le aziende si trovano a pagare solamente quando questo avrà portato i suoi benefici. E questo è un elemento fondamentale per chi, come molti adesso, si trova magari in una situazione di scarsa liquidità, e quindi in difficoltà nell’attivare nuovi investimenti.

Qui un ulteriore approfondimento a cura di Ayming Lab Italia

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