Linda Rottenberg è la dinamica co-fondatrice e Ceo di Endeavor. Statunitense di New York ha creato una organizzazione che ha un modello no-profit e si occupa di supportare gli imprenditori di nuova generazione. Endeavor è partita dalle economie emergenti del Sudamerica ma oggi è presente in tantissimi Paesi, Italia compresa.
Linda ha scritto un libro che si intitola Crazy is a compliment, lo ha scritto nel 2014 e oggi è disponibile, grazie a ilSaggiatore, anche in versione italiana (il titolo è rimasto quello originale in inglese). Linda è venuta a Milano per presentare il libro che nell’edizione italiana è arricchito da una prefazione di Pietro Sella. Chi scrive ha dialogato con Linda e Pietro moderando l’incontro di lancio e ha chiesto a Linda di raccontare come il libro è nato e come è un efficace strumento per gli imprenditori e gli aspiranti tali e come in questi ultimi anni il mondo della imprenditorialità è cambiato e quale è il suo ruolo a supporto della economia e della società.
Storie di imprenditori che vengono dalla Patagonia argentina, dalle metropoli asiatiche, dai villaggi del medio oriente, imprenditori che Linda classifica in quattro grandi famiglie: gazzelle, quelli destinati al successo globale, delfini, quelli che puntano sulla imprenditorialità a impatto sociale, puzzole, quelli che innovano all’interno di organizzazioni più grandi e consolidate come le multinazionali e spesso sfidando culture aziendali ormai inadeguate a sostenere l’innovazione a partire dal superare la paura di avanzare idee per il rischio di fallire e poi le farfalle che sono i piccoli imprenditori che piccoli preferiscono restare.
Anche Pietro Sella enfatizza come le puzzole siano importanti e come è altrettanto importante creare un ambiente dove esse possano esprimersi liberamente perché solo così si possono intercettare nuove idee.

La Ceo di Endeavor disegna altri elementi che aiutano a comprendere la sua visione del concetto di imprenditorialità e che nel suo libro snocciola punto per punto. Per esempio il concetto di flawsome che è l’unione di flaw (difettoso, imperfetto), e di awesome (eccezionale, grandioso) ed è la capacità di rendere bello un prodotto o un servizio ancora non perfetto perché, dice: “non possiamo aspettare di avere sviluppato la cosa perfetta prima di lanciarla sul mercato, dobbiamo agire il prima possibile e dimostrare a noi stessi che siamo i primi a credere in ciò che facciamo e imparare ad ascoltare gli utenti e i clienti e migliorare ciò che proponiamo anche grazie alle loro osservazione, insomma meglio fatto che perfetto”.
Altro elemento che Linda vede in un modo del tutto nuovo è il mentoring che non è più solo il saggio che aiuta il giovane ma è qualcosa che trascende sia le questioni di età, può essere anche il giovane che da una visione del tutto nuova all’imprenditore più anziano, sia le questioni di relazioni singole: i mentor possono e devono essere più di uno, possono e devono cambiare nel tempo. Mentoring e reverse mentoring scrive Linda perché il flusso della conoscenza e della esperienza non è monodirezionale.
Senza qui sviluppare tutti gli elementi che compongono il libro ci limitiamo ad accennare all’importanza che i piccoli pesci hanno per i grandi pesci, ovvero al fatto che le grandi imprese devono attivarsi per incentivare e sostenere la nascita di nuove imprese e non pensare solo a fagocitarle, ciò perché solo così si accelera l’innovazione e si crea una economia maggiormente dinamica con vantaggi per tutti; al concetto di mininnovation che enfatizza come spesso basta una piccola innovazione per migliorare le cose anche in modo significativo, non tutte le innovazioni devono essere disruptive e radicali, ci possono essere anche innovazioni meno vistose ma che se arrivano nel modo giusto, nel contesto giusto e nel momento giusto possono fare la differenza. Infine Linda nel descrivere come la imprenditorialità è un fenomeno globale pone enfasi su quelle imprese che replicando modelli di business di successo, lo fanno mettendoci però forte attenzione alle esigenze e alle caratteristiche dei mercati locali, è questo un filone molto interessante che aiuta l’innovazione ad arrivare al più ampio numero di persone possibile indipendentemente da dove essere si trovino nel mondo.
@emilabirascid