Deloitte, così sarà la mobilità dopo la pandemia

Pubblicato il 14 Mag 2020

“L’emergenza sanitaria in atto sta ridisegnando il contesto sociale ed economico. Tra le molteplici conseguenze della crisi si delinea all’orizzonte uno scenario con impatti inevitabili per gli attori coinvolti nell’ambito della nuova mobilità. Aziende, investitori, cittadini e settore pubblico, nessuno sarà escluso dall’esigenza di ripensare e rimodulare le abitudini della mobilità di tutti noi, sia in termini di riduzione del numero degli spostamenti che di cambiamento delle preferenze modali, privilegiando forme che garantiscono la sicurezza e andando a definire un nuovo ecosistema di mobilità”. Così Luigi Onorato, Senior Partner di Deloitte Italia, lancia (in questo suo post)  la riflessione sul futuro della mobilità #thedayafter.

Al tema la società di consulenza sta dedicando studi e analisi raccolti in “From now on. Mobility Boost, si apre una nuova fase”. Lo scopo è quello di delineare gli scenari possibili per un comparto che rappresenta un tema strategico e di interesse anche per quei settori industriali non tradizionalmente legati alla mobilità.

La fase di emergenza e lockdown è stata naturalmente molto impattante sulla mobilià e in alcuni settori direttamente connessi conme l’Automotive,  che solo a marzo 2020 ha registrato un crollo delle immatricolazioni di autovetture nei principali paesi europei (Germania -38%, Spagna -69%, Francia -72% e Italia -85,4%), mentre a livello continentale più di 1,1 mln di lavoratori sono stati colpiti dall’arresto della produzione, con un impatto di oltre 1,2 mln di veicoli non prodotti a marzo 2020 (pari al 6,25% del totale dei veicoli prodotti nel 2019). Nell’ambito dei trasporti la crisi ha toccato l’87% delle aziende operanti nel settore, mentre per il comparto assicurativo c’è stata una forte riduzione dei rinnovi delle polizze auto (-23%) e nella sottoscrizione di polizze per auto nuove (-86,1%), oltre a un plausibile aumento della competizione sulle tariffe.

L’impatto sulla sharing mobility

L’impatto si è sentito anche sul fronte dei nuovi operatori della mobilità, il mondo della sharing mobility, tutti colpiti dai blocchi della circolazione. Per quanto riguarda il car sharing, analizzando il caso italiano (uno dei mercati più sviluppati per questa forma di mobilità) si assiste a una contrazione degli utilizzi con picchi fino al -70%, mentre il noleggio ha visto in Italia un calo vertiginoso delle immatricolazioni a marzo 2020 rispetto al 2019 (-98% immatricolazioni a breve termine, -80% a lungo termine).

“Come tanti altri settori anche quello della nuova mobilità sta vivendo un periodo di grande incertezza. – sottolinea ancora Luigi Onorato – La frammentazione dell’offerta, la presenza di un elevato numero di operatori di piccole dimensioni e modelli di business ancora in sofferenza economicamente potrebbero incidere sotto due punti di vista. Da un lato, provocando la possibile scomparsa degli operatori più piccoli qualora non venga previsto un intervento strutturale ed economico di supporto da parte del regolatore. Dall’altro, potremmo assistere a fenomeni di consolidamento attraverso operazioni di M&A, anche con l’intervento del mondo pubblico (es. fusioni tra piccoli operatori o acquisizioni)”.

Come si evolverà la sharing mobility

Le esigenze di distanziamento sociale fanno presumere che determinati modelli di condivisione  possano entrare in una crisi defitiva (il car pooling per esempio); mentre altri troveranno nuovo slancio, soprattutto nelle città. Per esempio, sarà possibile aspettarsi lo sviluppo di alcune forme di sharing fino ad oggi considerate “embrionali” (es. micro mobilità – monopattini, bike e scooter sharing), anche in Cina a tre mesi dal contagio l’utilizzo del bike sharing è aumentato del +150%.  Il car sharing è fortemente condizionato dalle soluzioni che si riuscirà a trovare sul fronte della igienizzazione e sanificazione dei mezzi.

Deloitte delinea 4 scenari di sviluppo della mobilità in futuro, alcuni legati al breve e altri al lungo termine, i driver considerati sono da un lato la tecnologia, dall’altro le abitudini degli utenti.

Su questa pagina puoi scaricare il report completo

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