Droni, nuovo paradigma per l'aviazione civile

Pubblicato il 21 Nov 2013

“L’Italia è stato il primo Paese a concedere nel 2004 l’autorizzazione per il volo civile di veicoli a pilotaggio remoto – ha affermato Carmine Cifaldi, Aeronautical Products Director Enac intervenendo al primo workshop organizzato da Assorpas, l’Associazione italiana per i light RPAS (gli aeromobili a pilotaggio remoto) – Questo primato sottolinea l’attenzione che abbiamo verso le nuove tecnologie e i nuovi paradigmi in campo aeronautico. Continuiamo su questa strada e oggi stiamo lavorando alla definizione delle modalità operative per consentire il volo anche sopra le città”.

Il workshop di Assorpas è servito per fare il punto sulle criticità e le opportunità legate allo sviluppo dei velivoli a pilotaggio remoto, oggi chiamate anche droni, che rappresentano un filone del tutto nuovo capace di coniugare innovazione sia tecnologica sia funzionale. Oggi i soci di Assorpas sono circa 50 e la maggior parte di loro sono produttori di velivoli a pilotaggio remoto pensati per compiere i più diversi compiti come il monitoraggio del territorio e delle strutture, la sicurezza, il controllo del traffico in terra e in mare.

“Assorpas intende lavorare con tutti i costruttori di velivoli a pilotaggio remoto in ambito civile al fine di collaborare attivamente a costruire un mercato aperto, trasparente e regolato capace di sostenere sia lo sviluppo del settore che ha grandi opportunità anche in termini di creazione di posti di lavoro, sia porre al centro delle strategie gli impatti di tipo sociale che questo nuovo paradigma dell’aviazione porta con se”, così si è espresso Paolo Marras, presidente di Assorpas.

Tra gli altri interventi quelli di Corrado Fantini dell’Enav che ha posto l’accento sulla sicurezza degli spazi aerei che deve essere la priorità per tutti ma che può essere gestita in modo efficace senza togliere potenzialità allo sviluppo del mercato dei velivoli a pilotaggio remoto che spostano il centro dell’attenzione dai velivoli in quanto macchine ai servizi che grazie all’uso degli RPAS possono essere resi disponibili. Un esempio di questi servizi lo offre Paolo Russo, professore ordinario di Geomatica (disciplina che un tempo si identificava con la Topografia e la Cartografia) ricordando come subito dopo il terremoto che ha colpito l’Emilia proprio grazie all’utilizzo di veicoli a pilotaggio remoto è stato possibile controllare lo stato strutturale di capannoni e altri edifici che erano stati resi inagibili a causa di potenziali crolli: “usando velivoli a pilotaggio remoto – dice – è stato possibile controllare da vicino e con precisione lo stato dei singoli pilastri in modo da conoscere effettivamente il livello di rischio e programmare gli interventi”. Il cambio di paradigma che si ha quando un’innovazione dirompente come quella degli RPAS è il punto di vista che ha condiviso con la platea di oltre duecento persone intervenute al workshop Carlo Infante rappresentando gli Stati Generali dell’innovazione il quale ha messo in luce come l’impatto delle tecnologie si riverbera non solo sugli aspetti di mercato e di regolamentazione ma anche sul modo in cui cambia la percezione in relazione alle nuove possibilità che si aprono toccando anche aspetti delicati come la privacy e la sicurezza. Infine un ulteriore spunto, legato più al ruolo dell’essere umano, o meglio del pilota, lo ha offerto Fabrizio Bovi che oltre a essere pilota da anni segue il mondo dell’aviazione in veste di giornalista: “il ruolo del pilota resta fondamentale ed è importante comprendere come cambierà la sua relazione con il velivolo visto che egli lo comanderà a distanza, sarà perfino possibile che un solo pilota comandi più velivoli, è un vero cambio di paradigma che ha un impatto ancora maggiore di quello che già le tecnologie a bordo dei moderni aeroplani hanno – enfatizza -. Oggi un velivolo moderno è in grado di compiere qualsiasi operazione da solo, i piloti hanno un ruolo quasi di controllo e supervisione, per questo mi viene da sorridere quando mi capita di vedere la gente che applaude all’atterraggio, in verità non sanno che stanno applaudendo un computer”.

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