Startup, ecco tutte le novità sulle normative e le agevolazioni

Pubblicato il 17 Set 2020

L’attività del legislatore rivolta al mondo delle startup non si è fermata nel corso dell’estate. Con la conversione in legge del Decreto Rilancio (Legge n. 77 del 17 luglio 2020) sono stati apportati degli emendamenti ad alcuni articoli già in vigore e sono state introdotte ulteriori disposizioni finalizzate a sostenere l’ecosistema delle startup e delle PMI innovative.

Contestualmente ha visto la luce un nuovo decreto-legge, cosiddetto Decreto Semplificazioni (Decreto-Legge del 16 luglio 2020, n. 76, denominato “Misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale”), volto ad agevolare l’innovazione tramite la semplificazione di determinate procedure applicabili anche alle startup.

A fine agosto è stato firmato dal Ministro dello Sviluppo Economico il decreto attuativo dell’articolo 38 comma 3 del Decreto Rilancio, (il “Decreto Attuativo”) che disciplina le modalità di funzionamento del Fondo a sostegno del Venture Capital (il “Fondo”) e prevede lo stanziamento di euro 200 milioni per il sostegno delle startup e PMI Innovative sull’intero territorio nazionale. Le risorse verranno affidate al Fondo Nazionale Innovazione che potrà operare in co-investimento con investitori regolamentati o qualificati.

Di seguito segnaliamo le principali disposizioni introdotte dagli ultimi strumenti normativi, volte a incentivare e sostenere il panorama dell’innovazione che, oltre a essere indirizzate direttamente alle startup e PMI innovative, possono applicarsi alle stesse in quanto riferite in generale a tutte le PMI.

Legge di conversione del Decreto Rilancio

Al fine di promuovere il sistema delle startup italiane e, più in generale, le potenzialità del settore delle imprese innovative, per affrontare l’emergenza derivante dal covid-19, è stato stabilito che non più del 5% delle risorse allocate al programma Smart Money (il programma Smart Money prevede che le startup innovative possano usufruire di contributi a fondo perduto fino a un totale di 10 milioni di euro, da utilizzare per l’acquisizione di servizi da parte di incubatori, acceleratori, business angel e altri soggetti privati o pubblici che fornisco supporto alle startup innovative) possa essere destinato al finanziamento di specifiche iniziative riguardanti attività di comunicazione, promozione e informazione dell’ecosistema startup. Tali disposizioni risultano piuttosto generiche e, auspicabilmente, si potrà comprendere la portata delle stesse e le relative modalità di applicazione con l’emanazione del decreto attuativo riguardante il programma Smart Money.

La legge di conversione ha poi stabilito la misura massima dei finanziamenti agevolati che il Fondo (come sopra definito) potrà erogare nei confronti di ciascuna startup e PMI innovativa. Nello specifico, il Fondo potrà destinare un finanziamento agevolato non superiore a quattro volte l’importo complessivo delle risorse già raccolte dalla singola startup o PMI innovativa, con il limite massimo di euro un milione per ogni investimento.

Secondo quanto riportato alla pagina ufficiale del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), si prevede che gli investimenti del Fondo siano rivolti a startup e PMI innovative che stiano effettuando ovvero che abbiano già effettuato investimenti al massimo nei sei mesi antecedenti l’entrata in vigore del Decreto Rilancio. Aspettiamo la pubblicazione del decreto attuativo per ulteriori dettagli.

In relazione alle agevolazioni fiscali previste dal Decreto Rilancio, la legge di conversione ha innalzato, per le sole PMI innovative, l’ammontare dell’investimento massimo detraibile, che da euro 100mila è passato a euro 300mila. Questo significa che gli investitori persone fisiche potranno beneficiare del 50% di detrazione per gli investimenti (diretti o indiretti) eseguiti a favore di PMI innovative fino a euro 300mila. Per investimenti in PMI innovative superiori a tale somma, la percentuale di detrazione resterà pari al 30%.

Resta invariata la normativa introdotta dal Decreto Rilancio sui benefici fiscali in caso di investimenti eseguiti da persone fisiche (direttamente o indirettamente) in startup innovative (50% di detrazione per investimenti fino a euro 100mila).

Al fine di incentivare gli investimenti nel mondo della moda e degli accessori, con particolare riguardo alle startup che investono nel design e nella creazione, nonché allo scopo di promuovere i giovani talenti del settore tessile, della moda e degli accessori che valorizzano prodotti made in Italy ad alto contenuto artistico e creativo, è stata prevista l’erogazione di contributi a fondo perduto riconosciuti nella misura massima del 50% delle spese ammissibili, fino ad un massimo di 5 milioni di euro per l’anno 2020. Per comprendere in concreto le modalità di attuazione di tale misura, inclusa la definizione di “spese ammissibili”, si dovrà attendere il decreto del MISE, che dovrà essere adottato entro sessanta giorni dalla legge di conversione. Si precisa che l’efficacia della misura è comunque subordinata all’autorizzazione della Commissione europea.

Nell’ottica di favorire processi innovativi proposti dai soggetti pubblici e privati del sistema della ricerca e dell’innovazione della regione Lombardia, quali gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, le università, il Consiglio nazionale delle ricerche, i centri di ricerca, le piccole e medie imprese e le startup innovative, è stata autorizzata la spesa di euro 10 milioni per il 2020 e di euro 2 milioni annui dall’anno 2021, da parte dello Stato per contribuire alle spese di promozione e finanziamento di progetti di ricerca altamente innovativi che siano realizzati dalla Fondazione Human Technopole in collaborazione con i soggetti di cui sopra, attraverso una struttura denominata “Centro per l’innovazione e il trasferimento tecnologico nel campo delle scienze della vita”, con sede in Lombardia.

Per sostenere il rilancio produttivo del Mezzogiorno, nonché promuovere la costituzione di nuove startup nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, sono state previste ulteriori agevolazioni all’interno del programma “Resto al Sud” (il programma “Resto al Sud” sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e nelle aree del cratere sismico del Centro Italia, tramite l’erogazione di finanziamenti e contributi a fondo perduto che vanno a coprire il 100% delle spese ammissibili). Le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili e sono composte per il 50% da contributi a fondo perduto e per il restante 50% da finanziamenti bancari. I finanziamenti non possono eccedere euro 50mila per ogni richiedente. Per le sole imprese esercitate in forma individuale, è stato previsto l’innalzamento del finanziamento a euro 60mila.

Le seguenti specifiche agevolazioni sono state introdotte a favore delle società benefit (secondo la definizione data da Assonime “la società benefit è una società che persegue lo scopo di lucro utilizzando il profitto come mezzo per creare un beneficio che si ripercuote anche su altre categorie di soggetti, quali dipendenti, fornitori, ambiente, società, garantendo allo stesso tempo all’impresa una maggiore redditività”. Questa tipologia di società è stata introdotta dalla Legge del 28 dicembre 2015, n. 208, commi 376-384): (i) erogazione di un contributo sotto forma di credito d’imposta nella misura del 50% dei costi di costituzione o trasformazione in società benefit sostenuti a decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione, al 31 dicembre 2020; e (ii) istituzione di uno specifico fondo con una dotazione di euro 3 milioni per l’anno 2020.

Le modalità di erogazione dei contributi di cui al punto (i) e di funzionamento del fondo di cui al punto (ii), saranno disciplinate con decreto del MISE, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze (MEF), da adottarsi entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione.

Decreto Semplificazioni

Le imprese, le università, gli enti di ricerca e le società con caratteristiche di spin off o di startup universitarie, che intendono sperimentare iniziative attinenti all’innovazione tecnologica e alla digitalizzazione, possono presentare i loro progetti presso la Presidenza del consiglio dei ministri competente per la trasformazione digitale, secondo una procedura semplificata (in deroga a talune normative specifiche in tema di sperimentazione), volta a semplificare e favorire le iniziative innovative e le condizioni per lo sviluppo, la diffusione e l’impiego delle tecnologie emergenti, nonché la sperimentazione di idee volte al miglioramento della competitività, dell’efficienza e dell’efficacia di servizi nei diversi settori economici.

Sono state introdotte semplificazioni anche in relazione alla misura “Nuova Sabatini” (la misura “Nuova Sabatini” è un’agevolazione avente l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competitività del sistema produttivo del Paese. La misura sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, software e tecnologie digitali). In particolare, si dispone (i) l’innalzamento della soglia dei finanziamenti normalmente erogati in un’unica soluzione che da euro 100mila passa a euro 200mila; (ii) uno strumento dedicato al rafforzamento degli investimenti innovativi realizzati nelle PMI del Mezzogiorno (cosiddetto “Sabatini Sud”), le cui modalità operative dovranno essere definite tramite decreto del MISE, di concerto con il MEF; e (iii) la possibilità di cofinanziamento tramite risorse rinvenienti da fondi strutturali e di investimento europei.

Ulteriori misure di semplificazione sono previste relativamente al procedimento di cancellazione dalla sezione speciale del Registro delle Imprese. Le startup, le PMI innovative e gli incubatori certificati potranno essere cancellati dalla sezione speciale del Registro delle Imprese con provvedimento del conservatore: (i) entro sessanta giorni dalla perdita dei requisiti qualificanti una startup; nonché (ii) in caso di mancato deposito dell’attestazione dei requisiti di cui al punto (i), da effettuarsi dopo la chiusura di ogni esercizio, permanendo l’iscrizione alla sezione ordinaria del Registro delle Imprese.

Molte di queste misure potranno essere meglio capite e apprezzate solo successivamente all’emanazione dei decreti attuativi. Aspettiamo fiduciosi l’emanazione di questi decreti, al fine di poter commentare in maniera più critica e approfondita le singole previsioni.

Antonia Verna e Gaia Accetta, Portolano Cavallo

Photo by James Sutton on Unsplash

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