Expo e startup: il caso Svizzera

Pubblicato il 13 Mag 2015

Expo Milano 2015 e startup, un binomio che potrebbe offrire sia nuovi spunti di interesse per l’esposizione mondiale, sia per la nuove aziende che potrebbero avvantaggiarsi di una ribalta internazionale. Binomio che però pare ancora essere, almeno in parte, inespresso: le startup italiane che hanno vinto il bando per partecipare al padiglione italiano sono infatti ancora nell’incertezza di ciò che devono e possono fare e la loro presenza è ancora solo virtuale come riporta EconomyUp in questo articolo.

Mentre si attende che chi ha avuto l’incarico di selezionare e portare almeno un gruppetto di startup a Expo dia concretezza alla sua missione, ci sono gli altri Paesi che questa opportunità hanno deciso di sfruttarla fin da subito come ha per esempio fatto la Svizzera, che nel suo padiglione (Confooderatio Helvetica) ha organizzato un incontro per presentare quattro startup e un’azienda innovativa della regione formata dai quattro cantoni del San Gottardo: Grigioni, Uri, Ticino e Vallese.

L’evento è stato introdotto dal console svizzero a Milano Massimo Baggi ed è stato condotto interamente in lingua inglese, ormai considerato la “quarta lingua ufficiale della confederazione”, mentre le quattro startup presentate sono state Basis 57, Medirio, EnvEve e Swisstom. A loro si è affiancata la società Zai che produce sci di alta manifattura.

“La Svizzera è un Paese federalista fino all’osso – spiega il console – lo Stato centrale lavora con i Cantoni e con le città, per questo all’Expo portiamo le eccellenze dei vari territori. Sul fronte delle startup abbiamo voluto approfondire una delle due grandi ragioni per cui la Svizzera ha voluto essere presente qui all’Expo di Milano: quella del costante arricchimento delle relazioni fra Italia e Svizzera per renderle ancora più ampie e diversificate. Oggi in Italia le aziende svizzere, soprattutto le multinazionali, hanno oltre 26 miliardi di franchi svizzeri in investimenti e per il nostro governo l’esistenza di un framework di business tra Italia e Svizzera è fondamentale e in tal senso stiamo lavorando affinchè la Svizzera esca da tutte le black list del governo italiano. L’Italia è il terzo mercato mondiale per importanza per le aziende svizzere e questo è un fatto importantissimo che ci porta anche a fare ulteriori investimenti per rendere lo scambio ancora più facile ed efficace, vedi il collegamento ferroviario veloce tra Milano e Zurigo”. Con il completamento del nuovo tunnel base sotto il Gottardo previsto per la fine di maggio del 2016, che sarà il tunnel ferroviario più lungo del mondo con i suoi 57 chilometri, per viaggiare tra Milano e Zurigo occorreranno meno di tre ore di treno contro le oltre quattro attuali. Presso il padiglione svizzero a Expo è installata una simulazione che rende l’idea di cosa significa costruire un tunnel di quasi 60 chilometri di lunghezza.

Quindi si sono presentate le startup, la sessione è stata aperta da Andreas Graber di Basis 57 che con la sua società ha sviluppato un sistema per l’acquacoltura nella zona alle pendici delle colline artificiali che si creano proprio a seguito della costruzione del nuovo tunnel. Il sistema di Basis 57 si trova nel cantone di Uri e consente allevamenti ittici altamente sostenibili sfruttando l’acqua di recupero sfruttando proprio le modifiche morfologiche del territorio interessato dal nuovo tunnel. In una battuta Andreas ha sintetizzato la sua startup affermando di voler fare diventare la Svizzera nota non solo per il cioccolato ma anche per i pesci. Irio Calasso ha invece illustrato un nuovo metodo per i pazienti diabetici che devono con frequenza iniettare insulina, la startup Medirio di Sierre ha messo a punto una tecnologia che facilita enormemente il procedimento in quanto ha separato la patch con l’insulina dal dispositivo di iniezione, in questo modo l’utente deve solo avvicinare il dispositivo di erogazione precedentemente tarato con i tempi e le frequenze necessarie. Il dispositvo è fisicamente la cosa più lontana da una siringa o dagli altri sistemi di iniezione e permette al paziente di procedere all’operazione in modo più efficace e discreto. La terza startup presentata è EnvEve  di Manno ed è stata illustrata da uno dei suoi investitori Andrea Steffanoni che ha spiegato come originariamente l’azienda sia nata presso il Politecnico di Torino e si sia poi trasferita in Svizzera per continuare a sviluppare quello che ha definito come l’internet of nature, un insieme di sensori e piattaforme tecnologiche che consentono di tenere sotto controllo e quindi proteggere campi coltivati, foreste, boschi e quindi migliorare la resa delle colture, prevenire gli incendi e tenere sotto controllo le coltivazioni. L’ultima startup è Swisstom di Landquart che ha realizzato un sistema per monitorare il respiro dei polmoni al fine di diagnosticare in modo preventivo il cosiddetto acute lung injury, tra le principali cause di problemi respiratori. Il prodotto di Swisstom è già pronto e in vendita, la startup è oggi alla ricerca di un finanziamento di tre milioni di franchi svizzeri per consolidare sia la soluzione tecnologica sia i mercati in cui opera.

Insieme alle startup anche Simon Jacomet che guida Zai, produttore di sci di alta gamma che ha enfatizzato il valore della cura dei prodotti e della capacità di realizzare cose di cui gli utenti si dimenticano perché il prodotto perfetto è quello di cui ti dimentichi. Gli sci prodotti da Zai hanno un costo medio di circa cinquemila euro e sono disegnati, progettati, costruiti per soddisfare le esigenze sia di sciatori esperti sia di chi ama utilizzare prodotti di alto livello, per questo Zai offre anche un servizio che consente di noleggiare gli sci preferiti.

Nessuna delle startup presentate al padiglione svizzero ha strettamente a che fare con il tema del cibo, anche se l’acquacoltura e il controllo dei campi ci si avvicinano molto, ma ciò non è importante perché Expo è una ottima opportunità per ogni Paese che vuole mettere in mostra le sue eccellenze, startup comprese.

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