Islam e crowdfunding? Si può fare, anzi il crowdfunding si sposa bene con i principi della finanza islamica. Ecco come e le migliori piattaforme
La finanza islamica per essere conforme al Corano richiede investimenti socialmente responsabili, con un reale impatto sulla comunità; come è stato già detto, la Sharia vieta gli interessi sui prestiti e sulla speculazione, ma non le tasse applicate ai trasferimenti e le imposte in generale: da qui l’inevitabile somiglianza al crowdfunding e ai suoi metodi partecipativi.
Dal confronto tra le piattaforme di crowdfunding tradizionali con quelle prettamente islamiche, emerge che la differenza è davvero minima. Nel primo caso, infatti, un promotore presenta un progetto, chiedendo alla comunità di supportarlo in cambio di una ricompensa proporzionale al sussidio finanziario. I partecipanti non sono investitori, ma piuttosto contributori. Il secondo si avvale della fatwaa (responso giuridico emanato dall’autorità islamica) che impone il divieto all’applicazione degli interessi, a cui si aggiunge il concetto di legalità del progetto: tutto deve essere halal (cioè consentito dalla Sharia)! In altre parole, il crowdfunding islamico deve evitare la promozione di sostanze e attività proibite come il gioco d’azzardo, l’alcool o la commercializzazione di grasso animale, ma non si tratta solo di vino, birra, prosciutto o maiale, poiché anche i trucchi e i vestiti possono contenere componenti haram (vietati).
Per la precisione, esistono quattro tipi di piattaforme sharia compliance:
1. Il crowdfunding basato sulla donazione islamica (donation crowdfunding): in caso di donazione, i donatori versano importi piuttosto piccoli per un progetto senza scopo di lucro o un’iniziativa di sviluppo sociale, come sostenere una famiglia con cure mediche o costruire una scuola in Africa o per una campagna personale, come il trattamento di una persona o le spese mediche.
2. Il crowdfunding basato sui premi islamici (rewards crowdfunding): i donatori contribuiscono con piccole somme di denaro in cambio di una ricompensa dopo il completamento del progetto. La ricompensa è un prodotto generato dal progetto stesso.
3. Il crowdfunding azionario islamico (equity crowdfunding): in questa fase, gli investitori forniscono ingenti somme di denaro, pertanto diventano azionisti e condividono profitti e perdite.
4. Il crowdfunding del debito islamico (debt crowdfunding): i finanziatori concedono un prestito e si aspettano il rimborso del capitale e la distribuzione del profitto..
Ebbene in questi ultimi anni il numero di queste piattaforme islamiche è diventato sempre più crescente; tra quelle di successo ci sono:
Le piattaforme di crowdfunding conformi alla Shariah si sono evolute fino a diventare una parte essenziale delle attività complessive della finanza islamica, principalmente per facilitare l’implementazione di progetti, a beneficio dei mutuatari che si trovano ad affrontare difficoltà nel raccogliere fondi attraverso i classici canali di prestito.
Il king maker della finanza islamica, come si sa, è la Malesia, qui hanno avuto origine le campagne di raccolta fondi più di successo, tra queste troviamo Skolafund: basata sui temi attinenti all’istruzione, si presenta come una piattaforma web online rivolta agli studenti, in particolare a quelli bisognosi, per finanziare le loro borse di studio. La missione è di tutto rispetto, ossia, rendere l’istruzione superiore/universitaria accessibile anche ai meritevoli che non possono permetterselo. È andata online per la prima volta nell’aprile 2015 e in quattro mesi ha raccolto quasi RM25.000 per 6 studenti, finanziati da 125 membri della comunità. .
Altro caso, è quello della KapitalBoost di Singapore, si tratta della prima piattaforma di crowdfunding ibrida conforme alle Shariah: offre ai soci l’opportunità di investire e ottenere rendimenti interessanti finanziando piccole imprese. Allo stesso tempo, aiuta ad affrontare i problemi delle piccole imprese offrendo alternative di finanziamento a breve termine con un processo di approvazione rapido e amichevole e a tassi competitivi. Il crowdfunding avviene attraverso accordi conformi alla Shariah come Murabaha (commercio), Wakalah (agenzia) e Qard (donazioni).
Il crowdfunding insieme al social impact investments e al microcredito rappresenta un’alternativa utile e concreta per favorire l’inclusione finanziaria, nonchè il sostegno a famiglie e microimprese; per altro verso, può anche contribuire a risolvere, in parte, l’impasse strategica e operativa che caratterizza l’operatività delle banche nei Paesi islamici.
Contributor: Linda Alongi