Hack.Developers: qui si cambia la PA, con software e cultura open

L’evento per il mondo degli sviluppatori ha assunto proporzioni imponenti e dimostrato che quando la PA è aperta, il mondo del software c’è

Pubblicato il 28 Nov 2017

6 sfide, 2 categorie di premi, 116 team, 91 progetti, 25 città tra l’Italia e San Francisco, 300 innovatori che martedì hanno riempito il Tempio di Adriano per premiare gli 8 progetti vincitori di Hack.Developers, il più grande Hackathon rivolto alla Pubblica Amministrazione che il 7 e 8 ottobre ha visto la partecipazione di più di 800 developers in tutta la penisola.

Una cerimonia di premiazione, non certo una cerimonia di chiusura come ha tenuto a ribadire numerose volte Giovanni Bajo, Responsabile delle Relazioni con gli sviluppatori del Team per la Trasformazione Digitale che ha sottolineato come l’hackathon, voluto dal Team e realizzato in collaborazione con Codemotion, è davvero riuscito nel suo obiettivo di instaurare una nuova relazione tra cittadino e pubblica amministrazione.

L’hackathon è stato un successo certamente sotto il profilo della partecipazione – più di 800 developers per delle challenge estremamente tecniche come quelle presentate – ma soprattutto è stato un duplice successo perché il codice scritto durante il code sprint è già stato caricato sulla piattaforma di developer.italia, implementato e rilasciato per essere già disponibile per tutti i cittadini italiani.

Diego Piacentini, Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale, nel dibattito che ha introdotto la premiazione, ha focalizzato l’attenzione sul senso stesso della trasformazione digitale, sulla necessità di fare sistema, ma anche sulla necessità di sensibilizzare i cittadini sui nuovi modi di fornire i servizi in digitale.

Allo stesso modo, Flavia Marzano, Assessora per Roma Semplice, ha risposto delle necessità di individuare nelle amministrazioni tutti gli innovatori che possano fare rete e generare una comunità interna che faccia da ponte per la diffusione dell’innovazione.

Il ruolo centrale del developer

Da Torino a Catania, passando per San Francisco, 25 le città coinvolte: 38,36% dal Nord, 25,8% dal Centro e 35,84% da Sud e Isole. Tanti anche i ruoli degli sviluppatori che hanno partecipato: dal Full Stack Developer, che guida la classifica (29,22%), al Software Engineer (19,41%), dal Software Architect (14,38%) al Big Data Expert (4,11%).

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Quel che è indubbio, a tutti i livelli, è e resta il ruolo centrale della tecnologia nei processi di rinnovamento: chi crea il software, chiosa Chiara Russo, CEO e Co-Founder di Codemotion, è in questi anni un protagonista che ha il potere e la responsabilità di guidare l’innovazione.

Software quindi, ma anche openness e open source: il concetto di condivisione delle conoscenze, di riutilizzo del codice, di collaborazione, sono state le parole chiave della mattinata, nella consapevolezza che il processo di innovazione di un Paese con l’Italia, deve essere un percorso condiviso.

E condivisi sono anche i successi del team vincitori: 2 per la categoria Fast Rabbit, che hanno consegnato le loro Pull Request al termine dei due giorni dell’hackathon, 6 invece per la categoria Wise Turtle, coloro che hanno scelto di portare avanti progetti un po’ più complessi, per i quali è stato dato tempo fino al 31 ottobre.

Primo classificato per Fast Rabbit, il team ‘Stacks out for Harambe (Trento), che ha sviluppato una libreria di Python per la Carta di Identità Elettronica, mentre il team ‘RomaJS’ (Roma), ha sviluppato invece un prototipo di toolkit per le linee guida di design della PA.

Per il premio Wise Turtle invece, il Primo classificato è ‘AloneInTheDark’ (San Francisco), che ha proposto un microservizio per velocizzare la visualizzazione dei grafici prodotti dal DAF. Da Camerino arriva invece, ‘HAL 0x9000’, che ha implementato una libreria che utilizza Arduino sulla Carta d’Identità Elettronica, per consentire a chiunque di sviluppare prodotti fisici e servizi che si basano sull’identificazione personale. A seguire: ‘TPCWare’ (Roma), con il plugin che consente una facile integrazione del login con SPID agli sviluppatori di applicazioni web e chatbot basate su .NET; ‘Microdevelopers’ (Milano), con un servizio per l’acquisizione di dati all’interno del DAF; Fervento (Napoli), che ha sviluppato strumenti per consentire la verifica di SLA utilizzando GitHub come strumento gratuito di ticketing e ‘I 3 ignoti’ (Roma), che hanno creato un prototipo di applicazione per la visualizzazione dei dati.

La cosa davvero importante è che questa esperienza vuole essere solo l’evento di lancio per una comunità che da ora comincia ad essere operativa, mentre i premi sono solo un riconoscimento per i contributori più importanti, non un criterio di selezione di qualità. Slack e gli altri strumenti di sviluppo rimarranno come punto di riferimento per tutta la comunità dei developer e tutti i contributi meritevoli saranno caricati sui repository di Hack.Developers, pronti per essere utilizzati dagli sviluppatori di tutto il mondo.

Contributor: Flavia Weisghizzi, Codemotion, @JustDeindre

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