Hotel e sharing economy: la sintesi business di Oasis

Hotel e sharing economy, temi agli antipodi, fino a oggi. Ma una startup trova la sintesi perfetta, che è piaciuta anche al gigante AccorHotel

Pubblicato il 18 Feb 2017

Un nuovo modo di vivere le città sia che si tratti di un weekend, sia di un trasferimento a medio termine. È ciò che propone Oasis  che affitta abitazioni a chi viaggia e si sposta complete di servizi tipici di un hotel. Oasis nasce nel 2009, ha il suo quartier generale a Miami, è guidata dal Ceo Parker Stanberry e sta sviluppando un network che già oggi è attivo in molte città del mondo: da Austin a Santiago del Cile, da Barcellona a San Francisco, da Buenos Aires a Roma, da Ibiza a Rio de Janeiro, da Londra a Parigi, da Milano a New York.

“Il nostro modello – spiega a Startupbusiness Diletta Di Stanio, destination director di Oasis per l’Italia, dove questa realtà è entrata lo scorso autunno – fa incontrare in modo ideale l’esperienza di vivere in un’abitazione privata con quella di poter godere di tutti i servizi tipici di un albergo di lusso, noi abbiamo definito questa offerta come guest experience e in ogni città in cui siamo presenti abbiamo i nostri guest relation specialist che si occupano soprattutto di dare assistenza 24/7 ai nostri clienti, come i Concierge di un albergo, sono multi lingue e prenotato ristoranti e assistono su ogni richiesta speciale e necessaria durante il soggiorno dei clienti Oasis”.

Oasis ha raccolto fino a oggi un investimento complessivo pari a 20 milioni di dollari e ha come principale investitore la società alberghiera AccorHotel che controlla il 30% della società. In Italia ha da poco completato la fase di lancio con 90 appartamenti tra Milano e Roma e con un mercato che già si manifesta sotto forma di domanda proveniente soprattutto da utenti nordamericani benché vi siano richieste anche da Europa e pure da utenti che si spostano verso Roma e Milano da altre città italiane. “Il numero di appartamenti che entrano a fare parte del nostro network cresce in Italia di circa otto unità per città perché questa formula si dimostra efficace non solo per chi cerca alloggi di qualità ma anche per chi ha appartamenti da affittare”, spiega Di Stanio che aggiunge: “i nostri clienti sono sia privati sia aziende che si trovano a dover spostare i manager anche per periodi medio lunghi, lavoriamo con organizzazione del calibro di Google, Nike, Bbc, Visa per esempio”.

Oggi lo staff di Oasis in Italia è composto da sei persone ma i trend di crescita sono significativi e non è escluso che la società Usa deciderà di investire ulteriormente sul mercato italiano per rispondere alle esigenze di chi organizza eventi internazionali, a quelle dei travel manager di organizzazioni di ogni tipo e al mercato del corporate housing.

Offerte come quella proposta da Oasis è un esempio di come anche un settore come quello immobiliare vive profonde trasformazioni, lo è sia perché sono cambiate le esigenze degli utenti (si pensi per esempio ai digital nomad e più in generale al cambiamento di abitudini che ha l’attuale generazione dei 30enni,  coloro che quindi si troverebbero nella condizione di accendere un mutuo per acquistare un’abitazione), sia perché si stanno modificando i parametri con cui si da valore al bene immobiliare che non è più visto come investimento sicuro o come bene rifugio, anche perché in Italia è altamente tassato.

Il mercato immobiliare cambia e anche qui sono le imprese di nuova generazione quelle che meglio lo interpretano e diventano casi di successo industriale come è per esempio è il caso di  Idealista che ha portato nuova linfa al settore in Spagna, Italia e Portogallo offrendo sia il servizio per chi cerca e offre casa da affittare e vendere, sia informazione con Idealista News. Di questo parleremo presto con Jesus Encinar che di Idealista è co-fondatore e Ceo e con il quale abbiamo registrato una delle nostre interviste video che pubblicheremo a breve.

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