Le proposte dei VC al governo, agire subito per salvare le startup

il mondo del venture capital, AIFI e Vc Hub scrivono le proposte da sottoporre al governo per intervenire in modo rapido ed efficace e salvare le startup a seguito dell’emergenza coronavirus

Pubblicato il 23 Mar 2020

La crisi che stiamo vivendo per effetto della pandemia in corso sta riversandosi su tutti i settori industriali e gli effetti nel medio lungo periodo ancora non li conosciamo. Possiamo immaginare che il mondo andrà con ogni probabilità verso una recessione globale, nella quale i Paesi che hanno avuto la fortuna o la lungimiranza di portare avanti negli anni scorsi politiche orientate all’innovazione avranno più chance di riprendere un percorso virtuoso di sviluppo.

Il nostro Paese, lo sappiamo, non è tra i più virtuosi: non ha avuto la capacità di generare surplus negli anni passati come fatto dalla Cina e solo di recente si è accorto di quanto sia importante supportare con la finanza pubblica l’intera filiera dell’innovazione. Dallo Startup Act del 2012 a oggi, l’ecosistema del venture capital, delle startup e dell’innovazione è stato spettatore di tanti annunci e di alcune misure specifiche di fiscalità che hanno funzionato molto bene (rendendo il nostro Paese tra quelli migliori in cui è fiscalmente più attraente investire in startup) e altre che sono rimaste solamente in una legge di bilancio, senza poi trovare l’effettiva implementazione operativa.

Una crisi sistemica come quella innescata dal Covid-19 toglie fiducia ai singoli cittadini come agli investitori più sofisticati, con una contrazione totale della liquidità. E molte startup, la cui risorsa scarsa per definizione è proprio la cassa, stanno ora andando in crisi e molte sono destinate a fallire anzitempo, indipendentemente dall’aver provato la bontà del loro modello di business o della loro innovazione. Mi è piaciuto tra i tanti questo post del CEO di una startup internazionale attiva nel settore del turismo, ormai al collasso visto che nessuno si muove più a livello globale: “Running a business travel startup in a time when business travel is shutting down would be enough to send most founders into a terminal meltdown. If you have less than 12 months of cash runway, I would make drastic changes. I would look at cutting back heavily on every expense that you don’t need to survive in the next six months (Gestire un startup nel settore del turismo in un momento storico in cui i business travel sono azzerati è oggi qualcosa che manderebbe in crisi la maggior parte dei founder. Se hai cassa per meno di 12 mesi, farei cambiamenti immediati e drastici. Taglierei al massimo ogni spesa o costo non necessario, per sopravvivere nei prossimi sei mesi)”. Aggiungo: cash is king, lo è sempre stato, ma in questo momento è l’equivalente dell’ossigeno per chi è in terapia intensiva.

Il venture capital italiano si è quindi mosso: in primo luogo l’AIFI – l’associazione di categoria che riunisce da sempre a livello istituzionale gli investitori formali nel Private Capital (Venture Capital, Private Equity e Private Debt), che ha stilato un proprio programma per gestire l’urgenza attuale. Cosi Anna Gervasoni, Direttore Generale AIFI:  “Alcuni fondi, peraltro, si trovano al termine del periodo d’investimento e hanno risorse molto limitate a disposizione. Quindi, non disponendo di capitali sufficienti, dovranno decidere quali startup supportare con altri follow-on e quali ‘far morire’, considerando l’impossibilità in questo momento di reperire ulteriori risorse sul mercato”.

Come dire, un vero e urgente ‘triage’ verrà applicato alle società di portafoglio, al fine di ‘tenere in vita’ quelle che hanno più probabilità di superare questa crisi. Inoltre, i fondi in fase di lancio o di completamento del fundraising andranno incontro a ulteriori difficoltà per finalizzare la raccolta e dare avvio alle proprie attività. Ecco perché dobbiamo riprendere rapidamente quanto di buono abbiamo già sperimentato in precedenti misure, come la possibilità di partire con i primi investimenti dei fondi finanziati da ITATech (che ricordiamo essere la piattaforma per investire nel technology transfer italiano promossa da FEI e CDP) senza l’obbligo di matching con capitali privati. Sono convinto, da Amministratore Delegato di EUREKA! Venture SGR (che gestisce Eureka! Fund, finanziato da ITATech e di cui scrivemmo qui) e coordinatore del gruppo di lavoro sul tech transfer in AIFI, che sia una buona prassi in generale per il mercato del VC italiano, a maggior ragione in questa fase storica in cui gli investitori privati andranno inevitabilmente in “stand-by” nei prossimi mesi del 2020.

Ecco in sintesi le richieste di AIFI al governo e alle istituzioni in generale.

Fondo Nazionale Innovazione

  1. Rafforzamento e immediato avvio del fondo di fondi venture (con una ulteriore auspicabile destinazione di 200 milioni di euro). Inoltre, per favorire la rapida operatività di nuovi fondi, si potrebbe far venir meno o allentare l’obbligo di matching tra capitali pubblici e privati e, quindi, consentire primi closing della raccolta dei nuovi fondi anche solo con i capitali messi a disposizione dal FNI.
  2. Prevedere una dotazione (ipotesi 200 milioni di euro) per investimenti in round B o C volti a rafforzare le imprese in portafoglio dei fondi di VC. Si potrebbe creare un vero e proprio ‘basket venture’, costruito secondo la seguente modalità: erogazione alle startup per le quali i gestori dei fondi di VC ne facciano espressa richiesta entro una determinata data, di una somma pari al 50% dell’ammontare complessivo già investito dal fondo nella relativa startup, fino a un massimo di 2 milioni di euro, alla valutazione post-money più recente.

Si potrebbero così realizzare in pochissimo tempo almeno 100 operazioni di follow-on in startup selezionate e investite da gestori professionali, salvando tantissimi posti di lavoro e contribuendo alla continuità di progetti innovativi. FNI realizzerebbe in pochi mesi un portafoglio interessantissimo e diversificato composto da oltre 100 startup che successivamente potrebbe anche quotare in Borsa (basket venture). Inoltre, FNI non avrebbe necessità di dedicare tante risorse umane per seguire tali partecipate, in quanto a ciò sono già dedicati i team dei fondi presenti nel capitale delle startup; poi, i rapporti tra soci è già regolamentato con i patti parasociali, clausole statutarie a difesa dei soci di minoranza, governance, reportistica periodica, way out ecc…

  1. Avvio di ITATech 2 insieme a FEI.

Supporto diretto ai fondi di VC

Per aumentare le risorse dei fondi attualmente operativi e, quindi, per veicolare più risorse sul mercato delle startup si suggerisce di:

  1. riproporre e adattare le misure contenute nella legge 388/2000, che prevedeva l’opportunità di raddoppiare gli investimenti, concedendo a banche e intermediari finanziari, tra i quali le SGR, anticipazioni finanziarie da utilizzare per l’acquisizione di partecipazioni temporanee e di minoranza in piccole e medie imprese (PMI) innovative e di recente costituzione, al fine di favorirne l’accesso al capitale di rischio. La procedura richiede l’accreditamento degli operatori di VC che potrebbe essere implementato in tempi rapidi, stante la precedente implementazione di successo e dal momento che ci sarebbero alcuni intermediari già ‘approvati’;

oppure

  1. creare dei side fund da affidare agli attuali gestori per co-investire nel portafoglio esistente in ottica di rafforzamento, con logica automatica (es: hai un NAV di XX milioni, ti viene affidato un side fund da XX milioni a disposizione).

Supporto Startup

  1. Rafforzamento del fondo centrale di garanzia per startup innovative (DL 18 ottobre 2012, n. 179, convertito con modificazioni dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221) e PMI innovative (DL 3/2015).

Fundraising

  1. Creazione di una nuova categoria di investitori semi-professionali/abbassamento della soglia minima di investimento (da 500mila a 100mila euro), così da allargare il bacino di raccolta potenziale dei fondi alla clientela ‘private’ di fascia alta.
  2. Introduzione di un credito di imposta per fondi pensione e casse che investono in fondi alternativi. A tal proposito, si potrebbe valutare una modulazione del beneficio fiscale a seconda delle attività sottostanti in cui il fondo investe, dando maggiori vantaggi alle asset class più rischiose
  3. Innalzamento (dal 30 al 40%) della detrazione/deduzione per i sottoscrittori di fondi di venture capital e previsione di alcuni (misura che non richiede esborso di capitali).

Richieste a livello europeo

  • Continuo supporto al venture capital e alle startup (accelerando gli interventi del FEI e i programmi pubblici UE)
  • Rilassamento delle regole su aiuti di Stato per società private equity e venture capital backed.

Cosi Renato Vannucci, co-founder e Vice Presidente di Vertis SGR, tra le società di venture capital e private equity che opera da più anni in Italia, nonché Presidente della Commissione VC AIFI: “Con l’intervento del FNI: (a) le startup avrebbero i capitali necessari per superare questi prossimi mesi difficili e tornare a fare fund raising con tutta calma quando si sarà tornati alla normalità e (b) i fondi eviterebbero dei write-off che, come conseguenza, si ripercuoterebbero nei risultati reddituali per gli investitori, allontanandoli dall’asset class”.

Emergenza Covid-19, le proposte di AIFI , clicca per leggere il documento

Negli ultimi mesi l’ecosistema si è inoltre arricchito di una nuova associazione focalizzata esclusivamente sul venture capital, Vc Hub. Va bene: al netto di sterili polemiche di cui non abbiamo bisogno in questo momento di appello nazionale orientato al sacrificio e alla compattezza, più siamo a far sentire la voce delle startup e dell’innovazione, meglio è.

Cosi Alessio Beverina, Founder and Managing Partner di Panakès Partners SGR e Segretario Generale della neocostituita VcHub (del cui varo abbiamo scritto qui): “VC Hub Italia ha effettuato una ricognizione con i propri associati e le startup del portafoglio sull’impatto dell’emergenza Covid-19 in questo momento e nei prossimi mesi, e in particolare del lockdown attuato dal Governo per combattere la diffusione del virus. Riteniamo che in assenza di misure rapide e tempestive si verificherà una percentuale di default molto rilevante con ingenti perdite di capitali, posti di lavoro e know-how accumulato in diversi anni. Sulla base del feedback ricevuto dal mondo degli investitori di venture capital e delle startup investite chiediamo di mettere in campo una serie di misure straordinarie per affrontare la crisi. Vogliamo portare all’attenzione del Governo, l’importanza dei tempi di implementazione delle misure che verranno attuate visto che qualsiasi misura se non attuata con la massima urgenza potrebbe risultare comunque poco efficace o addirittura inutile”.

Ecco qui le richieste di VcHub.

Misure Legate presenti attualmente nel decreto cura Italia

In generale si propone di estendere alle startup e PMI Innovative tutte le misure previste nel decreto Cura Italia da cui sono oggi di fatto in gran parte escluse e in modo particolare:

  • Art 61: diritto di sospensione dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria
  • Art 62: sospensione degli adempimenti o versamenti fiscali e contributivi (rimuovendo limite a 2 milioni di euro di fatturato di esercizio 2019)
  • Art 65: usufruire (in compensazione su F24 del mese successivo) di un credito d’imposta per le spese sostenute da startup o PMI innovative per l’affitto di immobili a utilizzo di ufficio

Misure eccezionali temporanee volte a garantire sopravvivenza a startup: “Startup Emergency Act”

Il settore delle startup è costituito da aziende che necessitano di ingenti investimenti su prodotti e tecnologie e che spesso sono in una fase ancora iniziale di sviluppo. L’impatto della crisi in corso potrebbe richiedere l’erogazione di risorse aggiuntive non previste che non saranno sufficienti ad affrontare una situazione talmente inaspettata con il rischio di portare rapidamente molte di esse a trovarsi in default, mettendo non solo a rischio migliaia di posti di lavoro altamente qualificati, ma anche un know-how sviluppato in anni di investimenti significativi che sono oggi più che mai fondamentali per la competitività del sistema Paese.

In tutta Europa (Francia, Olanda, Regno Unito, Germania) sono in corso di attuazione misure urgenti straordinarie per salvaguardare gli ecosistemi dell’innovazione e le startup. VC Hub Italia propone pertanto una serie di misure urgenti, per consentire alle startup italiane di rimanere al passo con i propri concorrenti di tutta Europa.

  • Provvedimento 1: erogazione di contributi a fondo perduto per copertura di una quota di costi fissi delle startup più specificamente impattate dal periodo di lockdown legato a politiche di contenimento messe in atto. La percentuale di copertura di costi fissi potrà essere modulata in 3 fasce: 30% – 50% -80% in funzione della gravità dell’impatto. Tale attribuzione dovrà essere delegata ad apposito comitato d’urgenza istituito immediatamente sotto coordinamento di Cassa depositi e prestiti.
  • Provvedimento 2: emissione di prestiti convertibili per un rapporto pari a 4:1. Ogni startup che dovesse ottenere finanziamenti da investitori a partire da febbraio 2020 in strumenti equity o quasi equity (inclusi bridge financing o versamenti in conto capitale) potrà accedere a finanziamenti per una ammontare pari a 4 volte rimborsabili o convertibili a 10 anni al maggiore tra il valore dell’equity al momento dell’erogazione e il valore dell’equity alla scadenza, con clausola di rimborso accelerato in caso di change of control intervenuto nel frattempo.
  • Provvedimento 3: regime IVA. Ogni startup innovativa dovrà poter optare per regime esenzione iva se dimostra avere costi superiori a ricavi.
  • Provvedimento 4: istituzione di un credito di imposta volumetrico pari a 50% di tutte le spese di ricerca e sviluppo sostenute da startup e PMI Innovative, con possibilità di rimborso diretto in luogo dell’utilizzo in compensazione.
  • Provvedimento 5: introduzione di una cassa integrazione straordinaria (totale o parziale) che consenta di coprire fino al 70% dei salari con cap pari a 4 volte il salario minimo, con possibilità di concordare il lavoro a tempo parziale a distanza in ottemperanza con quanto richiesto.
  • Provvedimento 6: estensione di un anno dei contratti a tempo determinato in scadenza e dei periodi di prova dei neoassunti
  • Provvedimento 7: emissione di un bando per startup italiane simile a quello promosso da EU per stimolare startup italiane a lavorare su prodotti legati a emergenza Covid-19, in tempi rapidi
  • Provvedimento 8: prevedere moratoria temporanea di 12 mesi per le linee di credito in essere tra startup e PMI Innovative e banche.

Emergenza Covid-19, le proposte di VC HUB, clicca per leggere il documento

Raccomandazioni di implementazione misure strutturali necessarie già pre emergenza che in questo contesto diventano ancor più importanti

  • Misura 1: esenzione da applicazione del codice su crisi di impresa per startup e PMI innovative e in generale per tutte le partecipate di fondi gestiti da società “vigilate” (position paper VC Hub).
  • Misura 2: aprire alle startup e PMI Innovative albi fornitori autorizzati di tutte le aziende a partecipazione pubblica (oggi è de facto impossibile essere fornitori per vincoli assurdi posti).
  • Misura 3: approvazione di misure volte a alimentare in modo continuativo il FNI con dividendi di partecipate pubbliche (almeno x% e non “fino a” come da attuale dispositivo che di fatto annulla efficacia della norma)
  • Misura 4: portare defiscalizzazione da 30% al 60% per investitori in startup innovative. Prevedere inoltre detraibilità totale fino a un massimo di 200ila euro in caso di perdita del capitale per esercizio 2020.

Stefano Peroncini, amministratore delegato EUREKA! Venture SGR

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