Il secondo rapporto VeM IBAN sugli investimenti early stage in Italia

Pubblicato il 09 Lug 2013

E' stata presentata la seconda edizione del report congiunto IBAN – VeMTM sull’early stage in Italia. Dall'indagine emerge al crescita del numero delle operazioni in cui sono presenti sia i business angels sia i venture capitalist (14 operazioni nel 2012 rispetto alle 9 dell’anno precedente). Stabile invece è l'ammontare nelle operazioni di early stage a 80 milioni di euro (50 milioni di euro dal venture capital, 30 milioni di euro dai business angels), escludendo reinvestimenti e fondi pubblici, e in particolare i business angel riducono il numero delle operazioni ma raddoppiano l’investimento medio che passa dai 180mila euro a 360mila mila euro, si rileva inoltre come il mercato confluisca sempre più verso operazioni di seed capitale.

“In un'Europa che nel 2012 ha cominciato a segnare il passo in termini di investimenti in venture capital, l'Italia in tema di start-up finalmente brilla positivamente mantenendo i livelli di investimento grazie anche alla crescente collaborazione tra business angels e fondi istituzionali. – spiega a Startupbusiness Jonathan Donadonibus, responsabile osservatorio Venture capital monitor VeM – il prossimo passo per un corretto sviluppo dell'eco-sistema sta nel garantire gli idonei meccanismi di exit per gli investitori e nel proliferare di attori lungo l'intero ciclo di vita della start-up”.

“A dimostrazione della grande vitalità che sta vivendo il mondo dell’angel investing, cresce il numero delle operazioni in cui sono presenti sia i business angel sia i venture capitalist – aggiunge Tomaso Marzotto Caotorta, segretario generale di IBAN – e l’ammontare stabile nelle operazioni di early stage arriva a 80 milioni di euro (50 milioni di euro dal venture capital, 30 milioni di euro dai business angels), escludendo reinvestimenti e fondi pubblici. Il numero delle operazioni di investimento è diminuito nel 2013, ma è raddoppiato l’investimento medio che passa dai 180mila euro ai 360mila euro”.

Qui di seguito i dettagli nella nota diffusa da VeM, IBAN con Bird&Bird, Aifi e Liuc Università Cattaneo.

Il secondo report congiunto tra il Venture Capital Monitor VeMTM della LIUC – Università Cattaneo – e l’associazione IBAN fotografa lo scenario dell’early stage italiano nelle operazioni initials e nei comparti di seed e startup.

Nel 2012 sono state monitorate 125 società partecipate rispetto alle 163 del 2011 di cui 55 riconducibili a operazioni dei fondi istituzionali (erano 45 nel 2011) e 70 di investitori informali (116 nell’anno precedente). Da sottolineare un dato importante: mentre nel 2011 si marcava nettamente la separazione tra attività dei venture capitalist e quella dei business angels, nel 2012 c’è un exploit del numero di operazioni in cui si vede la loro contemporanea presenza. Nel 2011 erano infatti solo 9 le operazioni in cui erano presenti entrambe le tipologie di investitori, questo dato è quasi raddoppiato nel 2012 arrivando a 14. Il numero sale ulteriormente a 24 se si considerano poi le operazioni già in portafoglio a uno dei due operatori e in cui è entrato anche l’altro investitore.

Investimenti

Nel mercato dell’early stage, nel 2012, esclusi gli operatori pubblici e i follow on, si registra un ammontare investito totale di 80 milioni di euro di cui 50 milioni di euro da parte degli operatori istituzionali e 30 milioni di euro da parte dei business angels. Mentre i fondi aumentano gli investimenti nelle aziende, i business angels segnano un -40%. Se però nell’ambito delle operazioni si registra una riduzione da parte degli angels, l’ammontare dell’investimento medio è in crescita, raddoppiando: si è passati, infatti, da una media di 180.000 euro per operazione, nel 2011, a 360.000 euro del 2012.

Il venture capitalist continua a investire ma si sta orientando più verso operazioni di seed capital che comportano una riduzione del taglio medio dell’investimento da un milione di euro a circa 800.000 euro; il dato medio dell’intera filiera dell’early stage è invece di circa 650.000 euro per lo più dovuto ad alcune grandi operazioni.

Geografia

Per quanto riguarda la geografia degli investimenti, a livello aggregato, la Lombardia cattura il 33% del mercato mentre al Sud si vede ancora poca attività. Da sottolineare come i business angels continuano a focalizzarsi prevalentemente su Lombardia, Toscana e Piemonte mentre i venture capitalist hanno guardato con molto interesse anche al Sud, per circa il 35% dei loro investimenti.

Settori

Sui settori di investimento, l’ICT è primo per interesse con il 44% del mercato (il venture capital da solo supera per il 50% del totale), soprattutto nelle applicazioni web e mobile. I business angels continuano a investire molto nel settore energia e ambiente, seguito da ICT e da med tech; comparti in cui sembra che i venture capitalist abbiamo ridotto nel tempo il loro interesse. Francesco Torelli, Studio Legale Bird & Bird, evidenzia come “Il 20% degli investimenti effettuati sia dagli angels sia dai fondi è stato in startup innovative. Il dato è interessante e testimonia il riscontro positivo degli operatori nel settore della nuova tipologia di società, soprattutto se si considera che la legge che ha introdotto le startup innovative nel nostro ordinamento è in vigore solamente da fine 2012 e che non sono ancora operativi i relativi incentivi fiscali”.

Profilo medio dell’investimento

IBAN

VEM

Ammontare investito medio (€)

360.000

800.000

Quota acquisita

21%

30%

Anzianità della target (anni)

1

1

Tipologia di investimento

Seed capital

Regione

Lombardia

Settore più attraente

ict (web app)

Forma giuridica

srl

srl

Volume dei ricavi (€)

<100.000

1.000.000

Dipendenti

3

7

L'intero rappporto è disponibile a questo link

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