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Il Sistema Nazionale di Innovazione d’Austria

L’Austria è sempre più attenta all’innovazione a tutti i livelli e si propone con sempre maggiore convinzione come interessante opportunità a livello europeo

Pubblicato il 05 Giu 2023

In questo approfondimento Laura Maffei analizza l’ecosistema dell’innovazione austriaco in tutte le sue componenti

1) Introduzione.

2) La Strategia nazionale RTI per i periodi “2011-2020” e “2021-2030”

3) La struttura del Sistema Nazionale di Innovazione austriaco.

3.1) Le strutture di livello politico: il livello parlamentare e ministeriale.

4) Il ruolo dei Länder nel governo della R&S&I

5) Gli organi federali consultivi per la formulazione della politica scientifica e dell’innovazione.

5.1) Il Consiglio austriaco per la ricerca e lo sviluppo tecnologico.

5.2) Il Consiglio austriaco della scienza.

6) Le Agenzie federali per il finanziamento della Ricerca, Sviluppo e Innovazione.

6.1) Il FWF – Fondo austriaco per la promozione della ricerca scientifica.

6.2) La FFG – l’agenzia per la promozione della ricerca.

6.3) La AWS – Società austriaca per i servizi economici

6.4) La NFTE – Fondazione nazionale per la ricerca, la tecnologia e lo sviluppo.

6.5) Il Servizio commerciale estero dell’Austria.

6.6) ll contributo di ABA – Invest in Austria.

7) Le Istituzioni di formazione e R&S.

7.1) Le Università pubbliche.

7.2) Le Scuole Universitarie professionali

7.3) Il rapporto tra le Università e le Scuole universitarie professionali

7.4) L’aumento dell’importanza della ricerca di base.

7.5) L’iniziativa di Eccellenza.

7.6) L’insegnamento universitario privato.

8) La ricerca extra-universitaria.

8.1) L’Accademia delle Scienze Austriaca.

8.2) La ACR -Ricerca cooperativa austriaca.

8.3) L’AIT-Istituto Austriaco di Tecnologia.

8.4) L’IST-Istituto austriaco di Scienza e di Tecnologia.

8.5) La Società Joanneum Ricerca.

8.6) L’CDG-Associazione di ricerca Christian Doppler

8.7) La LBG – Società Ludwig Boltzmann.

9) Il COMET – programma austriaco dei Centri di Competenza per le Tecnologie eccellenti.

10) I Cluster industriali

11) La R&S delle imprese.

12) Il sostegno indiretto alla R&S delle imprese: il premio fiscale di R&S.

Indice degli argomenti

1) Introduzione

L’Austria è un piccolo Stato con una superficie di 83.879 km2 e con circa 8,5 milioni di abitanti, la capitale Vienna è la città più grande, con una popolazione superiore ad un 1,9 milioni di abitanti. Ha una economia avanzata, piccola e aperta e un elevato reddito pro-capite, il quarto a livello europeo, che nell’anno 2022 è risultato essere pari a 41.000 euro. Gli investimenti stranieri effettuati nell’anno 2021 – 1,24 mld di euro – hanno creato 3.403 posti di lavoro. 260.000 gli autoctoni assunti nelle filiali di aziende estere con sede in Austria.

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L’Italia è il secondo partner commerciale dell’Austria. L’interscambio fra le due nazioni è cresciuto e ha superato i livelli precedenti alla pandemia di Covid-19. Tanto le importazioni austriache dall’Italia quanto le esportazioni austriache verso l’Italia sono aumentate del 27%. L’Italia, con 11,421 mld di euro, è il terzo fornitore dopo Germania e Cina con una quota di mercato pari al 6,5%. Come Paese acquirente l’Italia, con 10,762 mld, è al secondo posto, dopo Germania e davanti agli Stati Uniti, con una quota del 6,8%.

Di particolare importanza, i rapporti economici tra l’Austria e le regioni italiane del nord: Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna.

Il Paese dispone di una forza lavoro di 4,4 mln di persone ed ha una quota di esportazioni di circa il 54% del PIL. Il settore agricolo impiega il 4,3% della popolazione attiva e contribuisce all’1,3% del PIL. Il settore industriale è formato da una rete di PMI collegate ai mercati dell’Europa centrale, impiega il 26% della popolazione attiva e rappresenta circa il 28% del PIL. L’Austria, come altre nazioni, mostra una correlazione positiva tra la quota del settore manifatturiero e gli investimenti delle imprese industriali in R&S. Le priorità regionali rispetto alle priorità industriali sono differenti. Nell’Alta Austria, l’attenzione è rivolta al comparto siderurgico, chimico e meccanico; nel Salisburghese all’industria elettrica, del legno e della carta; nel Vorarlberg all’industria tessile; in Carinzia all’industria del legno e della carta; in Stiria ai veicoli a motore, all’industria siderurgica e all’industria di trasformazione ed in Tirolo l’attenzione si concentra sul vetro e sul legno. Il settore dei servizi domina l’economia, rappresenta circa il 71% del PIL ed impiega più dei due terzi (70,8%) della popolazione attiva.

Per aumentare la crescita economica delle sue regioni e renderle competitive a livello internazionale,  l’Austria ha sviluppato una politica economica guidata dall’innovazione, basata su “una strategia di recupero” volta a raggiungere un vantaggio comparativo basato sulla R&S&I. Dalla fine degli anni ’90, il Sistema Nazionale di Innovazione austriaco (di seguito SNI) ha subito un rapido sviluppo, grazie ad un contesto politico ed economico favorevole, è riuscito a sostenere la crescita della produttività del Paese, che nel 2010 ad iniziato a ravvicinarsi a quella delle nazioni europee più avanzate. Gli investimenti in R&S (in % sul PIL) sono aumentati considerevolmente durante gli ultimi tre decenni, motivo per cui il Paese è riuscito a far progredire la ricerca e lo sviluppo. La quota di R&S dell’1,53% nel 1994 è salita al 3,26% nel 2022, posizionando l’Austria come uno dei più forti in Europa in ambito R&S. Nel 2021 sono stati spesi 12,951 mld di euro in R&S, mentre nel 2022 14,15 mld di euro.

2) La Strategia nazionale RTI per i periodi “2011-2020” e “2021-2030”

In Austria, l’innovazione è una componente centrale della crescita, della competitività e della politica di sviluppo e questo si riflette sia nelle risorse destinate a promuovere l’innovazione sia nello spazio che essa occupa nell’agenda politica pubblica. Per riposizionarsi sui mercati, il Paese ha avviato la transizione verso un’economia ad alta intensità di conoscenza tecnologia, identificandola come priorità chiave nella “Strategia nazionale per la Ricerca, la Tecnologia e l’Innovazione (RTI)” per il periodo “2011-2020” e per il periodo “2021-2030”.

Nel 2011 il Consiglio dei ministri ha elaborato la “Strategia nazionale RTI”, affrontando in modo integrato la ricerca e l’innovazione con l’obiettivo di diventare uno dei Paesi europei leader nell’ambito. Nel documento sono state ricomprese misure per rafforzare le strutture di ricerca nazionali eccellenti, promuovere la capacità innovativa delle imprese, definire le priorità tematiche, aumentare l’efficienza della governance e collegare ricerca, tecnologia e innovazione al sistema educativo. Inoltre, sono state evidenziate la necessità – entro il 2020 – di investire il 3,76% del PIL in R&S e che i 2/3 di questi investimenti provenissero dal settore privato e dalle imprese, di aumentare del 25% il numero di imprese attive in R&S e di accrescere il numero annuale delle start-up del 3%. Solo due degli obiettivi principali inseriti nella Strategia “2011-2020” non sono stati raggiunti: portare il Paese nel gruppo dei Paesi “Innovation Leader” individuati dalla classifica dell’EIS – European Innovation Scoreboard e stanziare il 3,76% del PIL per la spesa in R&S.

Per il periodo “2021-2030”, la Strategia prevede un decennio di finanziamenti intensivi in R&S e testimonia ancora una volta la volontà del governo austriaco di rafforzare la capacità di innovazione e l’eccellenza della ricerca. Tre le aree di azione prioritarie: diventare leader internazionale nell’innovazione e rafforzare il Paese nei settori della ricerca, della tecnologia e dell’innovazione (area d’azione 1), sviluppando infrastrutture di ricerca e tecnologia, garantendo l’accessibilità e rafforzando la partecipazione a missioni, partenariati e programmi europei; sottolineare l’efficienza e l’eccellenza (area di azione 2), sviluppando la ricerca fondamentale e sostenendo la ricerca applicata e le sue ricadute sull’economia e sulla società; concentrarsi su conoscenze, talenti e abilità (area d’azione 3) sostenendo le prospettive internazionali di ricercatori e studenti. Inoltre, specificatamente per il periodo 2021-2027, è previsto il rafforzamento della partecipazione al programma quadro “Orizzonte Europa”.  La Strategia, infine, ricomprende una legge sul finanziamento della Ricerca per la creazione di patti triennali “Ricerca-Tecnologia-Innovazione” che – oltre ad avere il compito di garantire i finanziamenti orientati alla crescita, alla pianificazione e all’individuazione delle priorità strategiche per il raggiungimento degli obiettivi individuati nella strategia stessa – definiscono anche il bilancio per la Ricerca e l’Innovazione. A tal fine, il governo ha messo a disposizione 3,86 mld di euro per il primo patto (2021-2023), un aumento del 27% rispetto al periodo dal 2018 al 2020.

3) La struttura del Sistema Nazionale di Innovazione austriaco

Il Sistema Nazionale d’Innovazione austriaco è formato da più livelli così suddivisi:

  • Il livello dei Ministeri e delle Istituzioni associate di politica d’innovazione;
  • Il livello delle Agenzie di finanziamento;
  • Il livello delle Istituzioni e delle imprese, che svolgono attività di Formazione e di R&S.

3.1) Le strutture di livello politico: il livello parlamentare e ministeriale

La strategia nazionale d’innovazione è elaborata principalmente dal Consiglio per la Ricerca e lo Sviluppo e viene dibattuta in Parlamento, nello specifico in due Commissioni parlamentari istituite nell’anno 2007: la Commissione per la Scienza e la Commissione per la Ricerca, Tecnologia e Innovazione. Nella “Commissione per la Scienza” vengono trattati i progetti di legge e le proposte, riguardanti la politica universitaria (che include le università e le Fachhochschulen, il personale e gli studenti, l’insegnamento e la ricerca, l’accesso, la qualità, il finanziamento e gli accordi di cooperazione scientifica).  I risultati delle attività delle due Commissioni vengono trasmessi al Parlamento, sotto forma di raccomandazioni e accompagnate da una relazione, soggetta al voto dell’Aula parlamentare. Non va comunque dimenticato, che i principali dibattiti inerenti a “R&S&I” e la loro stessa implementazione avvengono all’interno dei Ministeri preposti. Entro il 1° giugno di ogni anno, il governo federale austriaco presenta al Parlamento, la relazione annuale sullo stato di avanzamento delle attività di ricerca, tecnologia e innovazione finanziate a livello federale (Österreichische Forschungs- und Technologiebericht). La relazione è preparata in collaborazione dal Ministero federale dell’Educazione, della Scienza e della Ricerca, dal Ministero federale per la protezione del clima, l’ambiente, l’energia, la mobilità, l’innovazione e la tecnologia e dal Ministero federale dell’Economia.

Precedentemente, il dibattito sullo sviluppo della politica della R&S&I avveniva fuori dal Parlamento ed era in larga misura guidato dai ministeri preposti. Lo sviluppo delle politiche austriache in materia di istruzione superiore, ricerca e innovazione era responsabilità dei ministeri federali, sotto il coordinamento del Ministero federale dell’Istruzione, della Scienza e della Ricerca (il BMBWF – Bundesministerium für Bildung, Wissenschaft und Forschung). Dal 2018 le attività di istruzione superiore, ricerca e innovazione sono state gradualmente riunite all’interno del portafoglio di questo ministero. Attualmente (anno 2022), all’interno del Governo federale austriaco, la responsabilità per la politica della Scienza, Ricerca e Tecnologia è principalmente in capo a due Ministeri federali: il Ministero federale della Istruzione della Scienza e della Ricerca (il BMBWF) e il Ministero federale per la Protezione del Clima, l’Ambiente, l’Energia, la Mobilità, l’innovazione e la tecnologia (il BMKUEMIT – Bundesministerium für Klimaschutz, Umwelt, Energie, Mobilität, Innovation und Technologie, in breve BMK: = Ministero per la protezione del clima), ristrutturato nel 2020 con l’incorporazione di importanti competenze relative all’ambiente e all’energia. Con questa forma organizzativa la ricerca di “base” è separata dalla ricerca “applicata” e viene attribuita crescente importanza alla scienza e all’innovazione, quali motori per lo sviluppo sociale ed economico del Paese.

Il Ministero Federale dell’Istruzione, della Scienza e della Ricerca (BMBWF) implementa la politica nazionale della scienza ed è responsabile per:

  • il sostegno all’istruzione terziaria e alla ricerca di base;
  • la rappresentazione dell’Austria a livello europeo sui temi della mobilità internazionale e per il programma quadro europeo per la SRT;
  • il finanziamento istituzionale e la governance delle Università pubbliche, dell’Accademia delle Scienze e dell’Istituto della Scienza e della Tecnologia austriaco;
  • il finanziamento competitivo della ricerca di base e delle risorse umane, attuato attraverso le Agenzie;
  • il finanziamento per diverse Agenzie, quali la Fondazione austriaca delle Scienze (FWF, il principale organismo che finanzia la ricerca di base), l’Agenzia per la promozione della ricerca applicata austriaca (FFG), la Società Christian Doppler, la Società Ludwig Boltzmann, l’Accademia austriaca delle Scienze, l’Agenzia austriaca per la Mobilità Internazionale e la Cooperazione in materia di Istruzione Scienza e la Ricerca (OEAD) e l’Austria Wirtschaftsservice (AWS).

Il Ministero federale per la Protezione del clima, l’ambiente, l’energia, la mobilità, l’innovazione e la tecnologia (BMKUEMIT) è responsabile per la promozione della ricerca applicata, la politica dell’innovazione e le infrastrutture di ICT. Gestisce il maggior bilancio, in Austria riservato alla ricerca applicata, è responsabile dell’Agenzia per la Promozione della Ricerca (FFG – Forschungsförderungsgesellschaft), detiene una quota del 50% nella AWS ed è l’azionista di maggioranza dell’Istituto Austriaco di Tecnologia (IAT).

Anche il Ministero federale delle Finanze (BMF) svolge un ruolo importante nel SNI austriaco, perché distribuisce le risorse finanziarie necessarie e perché co-decide ed approva i progetti di ricerca, che superano 300mila o 500mila euro. Inoltre, insieme al Ministero federale dell’Economia, esso è anche responsabile per la digitalizzazione.

Nel loro insieme, queste responsabilità ministeriali riflettono il ciclo completo dell’innovazione: dalla ricerca di base attraverso la ricerca applicata, alle applicazioni di mercato.

4) Il ruolo dei Länder nel governo della R&S&I

I Länder austriaci completano la politica federale dell’innovazione e la loro influenza sul SNI è cresciuta negli ultimi anni: la scienza e la ricerca sono diventate nel tempo una priorità per i governi regionali, che – a loro volta – hanno sviluppato strategie e programmi in ambito R&S&I. Le politiche di innovazione si concentrano principalmente sul finanziamento diretto della ricerca applicata per promuovere le relazioni tra scienza e industria, il trasferimento di tecnologia e le misure di sostegno all’innovazione per l’economia regionale. La % della spesa in R&S del prodotto regionale lordo di tutti i Länder è aumentata costantemente negli ultimi anni. La Stiria è leader nazionale indiscussa con il 5,15% (2019): ciò è dovuto al fatto che essa è tradizionalmente una regione industriale con numerose imprese ad alta intensità di ricerca. Essa è seguita dalla città di Vienna con il 3,65%, l’Alta Austria con il 3,51%, la Carinzia con il 3,22%, il Tirolo con il 2,83%; Voralberg 1,82%; Bassa Austria 1,80%; Salisburgo 1,70%; Burgenland 0,87%.  Le regioni austriache sembrano offrire alle imprese buone condizioni per la ricerca e lo sviluppo. In cifre assolute spicca la capitale Vienna, che rappresenta quasi un terzo di tutta la spesa nazionale in R&S. Nel 2019 ha investito 3,9 mld di euro in R&S (primo posto), seguita dalla Stiria (2° posto) con 2,4 mld di euro. Una spiegazione riguardante gli alti investimenti in R&S che caratterizza alcuni Länder (come ad es. la Stiria) è che essi hanno sia un sistema di produzione e diffusione della conoscenza sia un sistema applicativo della conoscenza stessa ben sviluppato, mentre altre regioni sono forti in uno solo dei sistemi indicati. Il Vorarlberg, ad esempio, è economicamente forte, ma manca di sufficienti generatori di conoscenza. La Città-Stato di Vienna, al contrario, non ha un’importante base industriale, ma numerosi generatori e diffusori di conoscenza, tra i quali 20 organizzazioni di istruzione superiore, delle quali 9 università pubbliche.

Negli ultimi anni i 9 Länder austriaci hanno notevolmente ampliato le loro attività di R&S e creato nuove strutture e strumenti sia per la Ricerca sia per il suo finanziamento. Forti cluster industriali, università e Fachhochschulen e molte altre iniziative hanno reso l’Austria un territorio altamente innovativo. Il coordinamento nel settore scientifico tra la Federazione e i Länder avviene principalmente attraverso programmi congiunti, avviati nell’ultimo decennio, che sottolineano il ruolo delle Regioni e nei quali lo Stato federale svolge un ruolo guida sia a livello finanziario sia nella determinazione dei programmi.

5) Gli organi federali consultivi per la formulazione della politica scientifica e dell’innovazione

Nel Sistema Nazionale d’Innovazione austriaco esistono due organismi con funzioni consultive: il Consiglio austriaco per la ricerca e lo sviluppo tecnologico e il Consiglio austriaco della scienza.

5.1) Il Consiglio austriaco per la ricerca e lo sviluppo tecnologico

Il Consiglio austriaco per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (FTE-Rat – Der Rat für Forschung und Technologieentwicklung), istituito con legge nel 2000, è il principale organo consultivo strategico per la politica nazionale in materia di scienza, tecnologia e innovazione a disposizione del governo federale e dei Länder. Promuove l’interazione tra il mondo accademico e quello dell’industria e la sua attività copre l’intero sistema nazionale d’innovazione. I suoi compiti principali sono quelli di produrre una relazione annuale sull’efficienza della scienza e della tecnologia in Austria, monitorare l’attuazione dei programmi di R&S e fornire consulenza sulla futura politica della ricerca e dell’innovazione.  Presenta, inoltre, le proposte di nuovi programmi per la ricerca scientifica.

Questo organismo è composto da otto esperti specializzati, con diritto di voto, quattro dei quali sono nominati dal Ministro dell’Istruzione, della Scienza e della Ricerca e quattro dal Ministro dell’Azione per il Clima, dell’Ambiente, dell’Energia, della Mobilità, dell’Innovazione e della Tecnologia. I membri del Consiglio austriaco con diritto di voto sono nominati per un mandato di cinque anni e possono essere riconfermati per un ulteriore periodo. Il Ministro dell’Azione per il Clima, dell’Ambiente, dell’Energia, della Mobilità, dell’Innovazione e della Tecnologia, il Ministro dell’Istruzione, della Scienza e della Ricerca, il Ministro del Digitale e dell’Economia e il Ministro delle Finanze o i loro rappresentanti designati siedono nel Consiglio austriaco ma non hanno diritto di voto.

In media, il Consiglio si riunisce quattro volte l’anno e tra i suoi compiti vi è la definizione della Strategia “RTI”, il monitoraggio della sua attuazione, la definizione degli orientamenti per i programmi nazionali di ricerca e tecnologia e la promozione di istituzioni di RST. Il Consiglio formula raccomandazioni indipendenti per i programmi nazionali di RST e per rafforzare la posizione dell’Austria nei programmi e nelle cooperazioni internazionali, proposte per migliorare la cooperazione tra scienza e industria e orientamenti per la valutazione delle istituzioni. Il suo compito principale è dato dalla presentazione (il primo giugno) di una relazione annuale al Parlamento riguardante lo sviluppo scientifico e tecnologico dell’Austria (Bericht zur wissenschaftlichen und technologischen Leistungsfähigkeit Österreichs).  La relazione tiene conto anche del progresso compiuto nell’attuazione della strategia “RTI” e fornisce raccomandazioni concrete in base ai risultati raggiunti. Il Consiglio svolge analisi commissionate, che si concentrano ad esempio su settori quali l’industria biotecnologica, la governance universitaria, la ricerca medica, la comunicazione e la divulgazione scientifica, gli ostacoli alla commercializzazione della ricerca e la ricerca internazionale, la tecnologia e la cooperazione in materia di innovazione.

5.2) Il Consiglio austriaco della scienza

Il Consiglio austriaco della scienza (il Wissenschaftsrat) è stato istituito il 13 dicembre 2003 sulla base dell’art.119 della legge universitaria del 2002 ed è soggetto al controllo del Ministro federale del BMBWF. È il principale organo consultivo per tutte le questioni universitarie e in generale sulle questioni specifiche di politica della scienza e delle arti, per il Ministero federale della Scienza e della Ricerca, per il Parlamento, per le Università e per i Länder. Ha sede nella città di Vienna ed è composto da dodici membri nominati dal governo federale su proposta del ministro responsabile. I membri sono nominati per tre o sei anni, (è prevista una sola possibilità di essere rinominati) e selezionati per la loro riconosciuta competenza di tipo scientifico o artistico, ma possono provenire anche dal mondo del commercio e dell’industria, essere austriaci o stranieri. Il Consiglio austriaco della scienza pubblica regolarmente analisi, pareri e raccomandazioni sul sito web istituzionale e ogni tre anni riferisce al Parlamento federale con una relazione (Tätigkeitsbericht) sulle proprie attività.  Questo organo analizza il sistema universitario e scientifico austriaco e formula raccomandazioni per un suo ulteriore sviluppo e sui processi di controllo, definiti attraverso la concorrenza tra le università.

6) Le Agenzie federali per il finanziamento della Ricerca, Sviluppo e Innovazione

Per gestire ed implementare i programmi della politica scientifica e dell’innovazione a livello federale, sono state istituite tre principali Agenzie di finanziamento: il FWF, la FFG e la AWS. In questo modo l’Austria offre alle Università, agli Istituti di ricerca non universitari e ai Centri di R&S industriali un sistema di finanziamento efficace sia per la ricerca di base sia per la ricerca applicata.

6.1) Il FWF – Fondo austriaco per la promozione della ricerca scientifica

Il Fondo per la promozione della ricerca scientifica (FWF – Fonds zur Förderung der wissenschaftlichen Forschung), detto anche “Fondo austriaco della scienza”, è stato istituito il 4 marzo 1968 ed è la principale Agenzia, che finanzia la ricerca di base a livello federale. Ha lo scopo di sostenere il continuo sviluppo della scienza austriaca e la ricerca di base ad alto livello internazionale. Il 75% dei finanziamenti sono destinati a progetti di ricerca competitivi in ambito universitario. Il FWF sostiene la ricerca nel campo della scienza, dell’ingegneria e delle discipline umanistiche attraverso un’ampia varietà di programmi di sovvenzioni, premi e finanziando le infrastrutture. Questo organismo è autogovernato, ha sede a Vienna ed è finanziato dal governo federale austriaco. Nel 2020, il FWF ha assegnato 243,6 mln di euro ad un totale di 700 progetti di ricerca con 4.343 scienziati.  Nel 2021, ha aumentato il bilancio annuale di 43 mln di euro per progetti di ricerca di base e fra il 2022 e il 2025 distribuirà ogni anno 140 mln di euro attraverso il “Future Austria (Fund Fonds Zukunft Österreich) per temi futuri quali preparazione a future pandemie, intelligenza artificiale, innovazione radicale, ecc. I pilastri portanti della sua azione sono: il finanziamento dal basso (tutte le discipline scientifiche, che vengono trattate allo stesso modo) mediante un processo internazionale di revisione tra pari (peer-review) e un orientamento rigoroso volto alla qualità scientifica. Il Fondo gestisce i bandi di gara competitivi per il sostegno di progetti di ricerca individuali e di ricerca collaborativa sia di consorzi nazionali sia internazionali e incentiva la partecipazione di soggetti austriaci nei programmi ERA-NET e in altri programmi di cooperazione internazionale. Finanzia borse di studio pre e post-dottorato e le attività di mobilità internazionali del personale di ricerca. Inoltre, per la ricerca di base orientata alle applicazioni con un potenziale di sfruttamento e interesse per le imprese, il FWF e la FFG hanno sviluppato un programma specifico di finanziamento coordinato. Ogni anno il FWF concede e gestisce aiuti per un valore superiore ai 200 mln di euro per progetti di ricerca di base e in questo modo riesce a finanziare circa 3.500 ricercatori.  Nel 2021, il budget totale del FWF è aumentato del 10%, per un totale di 269 mln di euro: ciò è prvisto anche per gli anni 2022 e 2023.

6.2) La FFG – l’agenzia per la promozione della ricerca

La Forschungsförderungsgesellschaft (FFG), l’agenzia per la promozione della ricerca applicata è un organismo differenziato rispetto alla tradizionale burocrazia statale. È una società a responsabilità limitata, di proprietà del governo federale, con la proprietà divisa in parti uguali tra il Ministero federale per la protezione del clima, l’ambiente, l’energia, la mobilità, l’innovazione e la tecnologia e il Ministero federale per il lavoro e l’economia. Ha uno staff di oltre 300 persone, delle quali molte provenienti dal settore industriale. Si tratta della principale agenzia federale, al cui funzione specifica è il sostegno della ricerca applicata e dello sviluppo tecnologico. Più della metà del suo finanziamento è destinata a progetti di ricerca industriale. Nel 2018, la FFG ha distribuito 833 mln di euro per un totale di 4.326 progetti.  Prima della creazione di questa Agenzia il finanziamento del sistema d’innovazione austriaco era frammentato. La FFG è stata fondata il 1° settembre del 2004 (con la legge federale sulla creazione di un’Agenzia di promozione della Ricerca) e si è formata dalla fusione di quattro preesistenti istituzioni: l’Industrial Research Promotion Funds (FFF), la Technology Impulse Agency (TIG), il Bureau for International Research and Technology Cooperation (BIT) e la Austrian Space Agency (ASA). L’Austria ha così istituito un unico grande attore nel campo del finanziamento della ricerca applicata e dell’innovazione, che agisce come un organo consultivo governativo per i programmi di ricerca internazionali e della UE. La FFG ha lo scopo di promuovere la ricerca, la tecnologia, lo sviluppo e l’innovazione a vantaggio dell’economia austriaca e la R&S nelle imprese attraverso l’intera catena dell’innovazione. Il suo compito principale è supportare la ricerca industriale la ricerca collaborativa tra università-imprese, attraverso il finanziamento pubblico di una grande varietà di programmi. La FFG gestisce un portafoglio con più di 30 programmi e aiuti di carattere finanziario e non finanziario, rivolti sia alle imprese sia ai centri tecnologici e offre servizi trasversali per sostenere le capacità di innovazione delle imprese, il trasferimento tecnologico e il supporto per la creazione di startup. Essa è, inoltre, responsabile dell’orientamento tematico della ricerca (per esempio nei settori: nanotecnologia, energia, auto-elettrica, Smart City e ICT), dei programmi europei e del programma nazionale spaziale. I programmi di finanziamento tematici perseguono l’obiettivo di stabilire priorità in temi selezionati, al fine di raggiungere masse critiche nella ricerca, visibili a livello internazionale in settori strategici futuri. Nel 2020, il bilancio dell’agenzia era pari a 572 mln di euro, nel 2021 a 738 mln di euro, mentre nel 2022 è salito a oltre 1,6 mld di euro. Ogni anno, finanzia circa 3.000 progetti di ricerca applicata e innovazione, che attivano circa 5.500 partner. I beneficiari di questo sostegno finanziario includono le imprese attive in tutti i settori purché abbiano sede in Austria, le imprese consociate di multinazionali estere, le organizzazioni non-profit, gli istituti di ricerca, le università e i singoli ricercatori. Circa il 70% del finanziamento totale della FFG è riservato ai progetti di R&S gestiti dalle imprese (3/4 dei quali assumono la forma di sovvenzioni). Normalmente l’Agenzia finanzia il 60% dei costi totali dei progetti innovativi approvati. La FFG si concentra in particolare sulle PMI, alle quali offre una vasta gamma di informazioni e di servizi. È il punto di contatto nazionale per i programmi dell’UE, che finanzia ogni anno le organizzazioni austriache con 150 a 200 mln di euro. Inoltre, fornisce competenze professionali in materia di incentivi fiscali per la ricerca e l’innovazione e coordina le attività in ricerca e tecnologia spaziale.

Valutazioni periodiche nazionali e internazionali hanno evidenziato il successo e l’efficacia della FFG nella sua attività di finanziamento. Circa l’80% dei progetti finanziati non avrebbe potuto essere avviato senza tale sostegno, ogni euro di finanziamento da essa erogato ha generato in media dieci volte il valore inziale, sottoforma di entrate supplementari per le imprese beneficiarie e le startup da essa finanziate hanno avuto prestazioni superiori alla media. Come parte importante del sistema di innovazione austriaco, la FFG aiuta i settori dell’economia e della scienza a rimanere competitivi a livello nazionale e internazionale.  Aiuta il governo federale nel coordinamento delle attività d’innovazione ed uno dei suoi obiettivi principali è di aumentare i legami tra le politiche di innovazione a livello federale e regionale.

6.3) La AWS – Società austriaca per i servizi economici

La Società austriaca per i servizi economici (AWS – Austria Wirtschaftsservice) è una banca del governo federale austriaco, creata nel 2002, per sostenere lo sviluppo delle imprese austriache innovative. Offre finanziamenti a lungo termine alle imprese, che realizzano progetti innovativi, in Austria e all’estero. Eroga aiuti economici per circa un mld di euro all’anno, principalmente sotto forma di prestiti, crediti bancari e garanzie. Oltre ai finanziamenti, offre consulenza in tutte le fasi di crescita delle imprese e promuove l’uso della tecnologia e lo sviluppo di innovazioni, capaci di rafforzare l’efficienza delle imprese nei settori tecnologici promettenti quali biotecnologie, nanotecnologie, tecnologie ambientali ed energetiche, tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Rende possibile lo sviluppo di prototipi, impianti pilota e di dimostrazione attraverso sovvenzioni, prestiti agevolati, garanzie e capitale di rischio.  L’AWS finanzia, inoltre, i fondi di capitale che hanno investito oltre 100 mln di euro in startup, nonché il fondo di capitale di avviamento specifico per il settore delle scienze della vita, il settore delle TIC, l’industria intelligente e le industrie creative. Prevede programmi dedicati a sostenere la brevettabilità dei risultati della ricerca e la sottoscrizione di accordi di licenza di brevetto delle università e dei centri di ricerca.

6.4) La NFTE – Fondazione nazionale per la ricerca, la tecnologia e lo sviluppo

Nel 2004, il governo austriaco ha istituito con legge la Fondazione nazionale per la ricerca, la tecnologia e lo sviluppo (Nationalstiftung für Forschung, Technologie und Entwicklung). Una Fondazione senza scopo di lucro, che attua obiettivi a medio e lungo termine e distribuisce finanziamenti supplementari per circa 125 mln di euro all’anno.  Il suo capitale sociale è costituito da fondi della banca centrale austriaca (OeNB) e di interessi attivi del fondo ERP. Il governatore della OeNB è membro del consiglio di amministrazione e partecipa al processo decisionale. Per legge, la banca centrale austriaca (OeNB) fornisce ogni anno 75 mln di euro di finanziamenti, da assegnare a progetti di ricerca. L’importante dotazione finanziaria garantisce alla Fondazione un ruolo centrale nel SNI austriaco e le permette di contribuire a rendere l’Austria uno dei paesi più innovativi d’Europa. La Fondazione è stata autorizzata a fornire finanziamenti fino a 140 mln di euro all’anno per il periodo 2022-2025. La distribuzione ai beneficiari avviene sotto la denominazione “Fonds Zukunf Österreich” di cui è responsabile la Fondazione Nazionale. l compiti della Fondazione sono quelli di finanziare la ricerca di base, la ricerca applicata, la tecnologia e lo sviluppo in Austria, in particolare le attività di ricerca, che promettono di avere un beneficio a lungo termine, nonché la ricerca interdisciplinare e di contribuire all’eccellenza della ricerca austriaca a livello internazionale. Le decisioni di finanziamento sono prese dal consiglio della fondazione sulla base degli input strategici del Consiglio per la ricerca e lo sviluppo tecnologico, il cui presidente è anche membro del consiglio della Fondazione. La Fondazione funge da (“funder of funders”) “finanziatore di finanziatori”. Infatti, in base alle decisioni annuali del consiglio di amministrazione, i mezzi finanziari sono assegnati (su richiesta) alle Agenzie di finanziamento federali di R&S, come il FWF, la FFG o la CDG – Società per la Ricerca Christian Doppler. Nel 2018 ha investito nelle agenzie 107 mln di euro e nel 2019 oltre 137 mln di euro.

6.5) Il Servizio commerciale estero dell’Austria

Il Servizio commerciale estero dell’Austria (Aussenwirtschaft Austria) è un dipartimento (di diritto pubblico) gestito dalla Camera economica federale austriaca. Ha la sede centrale a Vienna e supporta l’internalizzazione delle imprese austriache. In qualità di agenzia per l’internazionalizzazione e l’innovazione, dispone di una rete mondiale di circa 110 uffici in oltre 70 Stati.  I suoi 800 dipendenti sono di 80 nazionalità e parlano oltre 70 lingue straniere, ogni anno trattano circa 25mila clienti, producono oltre 1.000 pubblicazioni e organizzano più di 1.200 eventi. Il dipartimento supporta le imprese austriache nelle di internazionalizzazione con una gamma completa di servizi. Per le imprese la collaborazione con i centri economici presenti all’estero è estremamente utile per stabilire contatti professionali, avviare affari, ottenere assistenza da esperti presenti in loco con conoscenze linguistiche ed economiche. Anche per le imprese austriache, un migliore accesso alla conoscenza mondiale sta diventando sempre più cruciale per far fronte alla competizione internazionale. Gli esperti del dipartimento studiano le tendenze globali e dispongono delle reti di partner nei più importanti centri tecnologici e di innovazione del mondo. Il Servizio commerciale estero in qualità di agenzia d’innovazione identifica le tendenze globali nella loro fase iniziale per cogliere le opportunità, dedica particolare attenzione all’innovazione per mezzo dei suoi 35 centri di commercio estero in tutto il mondo ed offre servizi di consulenza e di organizzazione eventi. I clienti sono per lo più imprese, associazioni industriali, cluster e istituti di tecnologia e istruzione.

6.6) ll contributo di ABA – Invest in Austria

ABA – Invest in Austria è l’Agenzia per gli insediamenti di imprese straniere in Austria. Di proprietà (al 100%) del Ministero federale austriaco per l’Economia e la Digitalizzazione, assiste in forma gratuita le imprese estere durante le fasi di insediamento su territorio austriaco. Nello specifico, fornisce consulenza nella scelta della sede, nelle questioni fiscali e diritto del lavoro, nella ricerca di partner e nei contatti con la PA.  Dal 1982, anno della sua costituzione, sono stati effettuati 4.177 insediamenti, creati 60.598 nuovi posti di lavoro ed effettuati investimenti per 9,91 mld di euro. Nel 2019, ABA – in collaborazione alle società regionali – ha assistito 462 imprese estere nelle fasi di insediamento, generando un totale di investimenti pari a 1,85 mld di euro e 4.896 nuovi posti di lavoro.

7) Le Istituzioni di formazione e R&S

L’Austria dispone di una robusta rete di istituzioni di educazione superiore composta da 22 università pubbliche (tra le quali sei università artistiche e tre università tecniche), 21 scuole universitarie professionali, 18 università private e 14 scuole universitarie di pedagogia.

7.1) Le Università pubbliche

In Austria vi è un sistema dell’istruzione superiore differenziato, in cui le università pubbliche sostengono il peso principale dello studio superiore, considerato che l’80% del totale degli studenti austriaci studiano presso queste istituzioni. Nel semestre invernale 2021/2022 il totale degli studenti iscritti presso le università ammontava a circa 392mila (circa 283mila gli iscritti alle università pubbliche). Le università sono responsabili per la formazione scientifica e la ricerca di base. Il rapporto tra il governo federale austriaco e le università è cambiato a partire dall’anno 2002. Le università sono, infatti, diventate entità giuridiche di diritto pubblico ed hanno ottenuto una notevole autonomia. Lo strumento utilizzato dal governo per la gestione è l’accordo di prestazione triennale tra le università e l’autorità federale.  Le università austriache possono essere multidisciplinari (come l’Università di Vienna) o specializzate (come la Wirtschaftsuniversität, l’Università di Economia). Tra le università pubbliche, quella di Vienna è la più importante. Fondata nel 1365, è la più antica università dell’area culturale di lingua tedesca, attualmente vanta 92.486 studenti ed è posizionata al 124° posto nella classifica mondiale delle università. La seguono in classifica, l’Università di medicina di Graz (168°), l’Università di medicina di Vienna (194°), l’Università di medicina di Innsbruck (201-250°), l’Università di Klagenfurt (401-500°).

Fino all’anno 2001, per gli studenti austriaci ed europei l’accesso alle università austriache era gratuito e questo ha portato all’educazione di massa introdotta in molte discipline. In Austria il livello di finanziamento pubblico delle università rimane basso e le tasse universitarie non raggiungono attualmente i 400 euro a semestre. Inoltre, le università hanno un numero relativamente elevato di studenti e sono chiamata ad affrontare il problema del maggior peso dell’insegnamento rispetto a quello della ricerca scientifica. Come altri Paesi europei, l’Austria ha risposto a questo problema e ha trasformato negli anni ‘90 il suo sistema universitario in un “sistema binario”: da una parte le Università come Università di ricerca e dall’altra le “Fachhochschulen (le scuole universitarie professionali), che si concentrano soprattutto sulla formazione professionale universitaria e sulla didattica. Presso le università austriache si iscrive però l’80% di tutti gli studenti, mentre alle FH sono iscritti solo il 12% per cento degli studenti. E attualmente, solo l’Olanda ha saputo implementare e gestire al meglio il suo sistema universitario duale, che vede il 60% dei suoi studenti iscritti presso le scuole universitarie professionali e il restante 40% presso le università.

7.2) Le Scuole Universitarie professionali

Come scritto in precedenza, accanto alle università vi sono 21 Scuole universitarie professionali (Fachhochschulen – FH). Le Scuole universitarie professionali sono state istituite con legge nel 1993 e la prima di esse è stata aperta nel 1994. Da quando sono state istituite, hanno avuto un forte sviluppo e i loro studenti sono passati da poco meno di 700, su dieci corsi di laurea nel 1994, agli oltre 50mila su 510 corsi di laurea nell’anno accademico 2016 e ai 59.673 nell’anno accademico 2020-21. Attualmente, le 21 Scuole universitarie professionali offrono più di 600 corsi di laurea in svariati settori (business, ingegneria e IT, scienze sociali, media e design, scienze della salute e scienze culturali) e circa 80 programmi di laurea sono offerti interamente in lingua inglese. Le FH sono istituzioni orientate verso una formazione meno teorica e più applicata al mondo professionale delle imprese. Sono caratterizzate da un’ammissione selettiva, un numero di iscrizione ridotto (circa trenta studenti per classe) e da una dotazione di bilancio per studente. Vi è la regola di nominare solo professori con una carriera professionale di almeno tre anni al di fuori del sistema universitario. Queste Scuole servono a garantire il collegamento tra Ricerca e mondo Imprenditoriale. Le FH sono importanti per lo sviluppo dei sistemi regionali di innovazione, in quanto al centro del loro lavoro vi è lo svolgimento della R&S orientata all’applicazione e più del 47% dei loro programmi di studio include pratiche di lavoro. I loro diplomi sono generalmente valutati in ambito industriale o governativo, non in ambito accademico. Come per le università, il loro curriculum si compone di laurea e master. Oltre agli esami di fine ciclo, lo studente di una FH deve svolgere tirocini obbligatori che completano i suoi studi.

7.3) Il rapporto tra le Università e le Scuole universitarie professionali

All’inizio del 2016, il Ministero della Scienza ha avviato un processo strategico sul tema di come il settore dell’istruzione superiore austriaco dovesse essere organizzato, differenziato e finanziato entro il 2019. Uno degli obiettivi della riforma federale, era il trasferimento di studenti dalle università alle scuole universitarie professionali. Dei 392mila studenti austriaci, solo il 13% era iscritto alle scuole universitarie professionali (in Svizzera e in Baviera ammonta al 30%). Questa distribuzione squilibrata sembrava essere responsabile, secondo il governo federale austriaco, di un sovraccarico sulle università e, pertanto, una chiarificazione delle competenze avrebbe aiutato nel ritrovare un equilibrio tra i settori congestionati e quelli con minori studenti e promuovere collegamenti tra le diverse università. Le scuole universitarie professionali, in futuro, saranno autorizzate a offrire ulteriori studi combinati – ad esempio, economia e diritto in modo tale che a lungo termine, la percentuale di studenti iscritti presso le FH passi dal 13% al 60%.

In questo modo le università di ricerca austriache potranno sviluppare priorità ed eccellenza (creando cluster di ricerca interdisciplinare), per poter distinguersi nella ricerca di base e per poter richiedere ulteriori finanziamenti. Anche nelle università austriache, accanto alle due missioni tradizionali (insegnamento e ricerca), stà crescendo in rilevanza la cosiddetta “terza missione”, che include il trasferimento e la commercializzazione delle conoscenze. Questo rende necessaria una “dualità” nella formazione del capitale umano accademico: studenti/creatori di startup e insegnanti-ricercatori/imprenditori accademici. Infatti, a fronte di un totale di 392.000 studenti e di investimenti annui in R&S per un totale che ammonta a 12,7 mld di euro, vi sono poco più di 20 spin-off accademici all’anno. Sono pochi, dunque, i ricercatori che decidono di trasformare i loro risultati in prodotti e/o imprese, motivo per cui il governo si è posto l’obiettivo che, entro il 2030, 1.000 nuove startup universitarie devono essere fondate (100 all’anno, un aumento di cinque volte rispetto al numero attuale).

7.4) L’aumento dell’importanza della ricerca di base

L’importanza della ricerca di base aumenta quando al Paese non basta più un miglioramento tecnologico incrementale, ma è necessario un orientamento nuovo capace di fare avanzare la frontiera tecnologica. È la ricerca di base che forma il personale di R&S, richiesto dalle imprese private per l’innovazione radicale. L’intensificazione della ricerca di base presso le università e la fornitura (elevata) di capitale di rischio per le imprese innovative sono un grande potenziale per ulteriori miglioramenti. Le università di ricerca ispirano l’economia e cresce lo spostamento della ricerca di base dalle imprese alle università. Le università dei cluster di eccelllenza si specializzano maggiormente in ricerche di base complesse e rischiose con possibilità applicative ancora incerte, mentre le imprese investono principalmente in R&S orientata alle applicazioni con elevate possibilità di commercializzazione. Così l’economia dipende maggiormente dall’offerta di nuove idee provenienti dalla ricerca di avanguardia universitaria. Le università dei Paesi leader alla frontiera tecnologica devono non solo offrire percorsi di formazione di qualità, ma anche assicurare una ricerca di base di eccellenza e incoraggiare gli studenti e gli accademici all’imprenditorialità. Nel SNI austriaco attualmente domina il finanziamento della ricerca applicata. Nel 2022, l’Agenzia per la promozione della ricerca applicata (FFG) ha finanziato la ricerca applicata con 1,6 mld di euro, mentre la FWF, l’Agenzia che finanzia la ricerca di base, ha ricevuto 140 mln di euro: oltre dieci volte di meno. Per fare un paragone, la Svizzera nel 2022 ha sostenuto la ricerca di base con 882 mln di franchi svizzeri (circa 910 mln di euro). In Austria la quota della ricerca di base sugli investimenti totali in R&S è aumentata, ma resta minore rispetto a quella di Paesi leader (Germania, Svezia e Svizzera), che investono con grande intensità nell’economia della conoscenza. La Svizzera, con un numero minore di studenti universitari rispetto all’Austria, spende quasi il doppio per finanziare le sue Università e il solo bilancio annuale del Politecnico federale di Zurigo (1,6 mld di franchi svizzeri) è pari al 44% del bilancio annuale delle 22 università pubbliche austriache. Un’ulteriore ragione di debolezza della ricerca di base è la mancanza di un grande numero di imprese multinazionali, con elevate disponibilità per investire in questo tipo di ricerca.

7.5) L’iniziativa di Eccellenza

Nella primavera del 2021, la FWF ha avviato l’iniziativa “Cluster of Excellence” facendo leva su uno stanziamento di bilancio pari a 150 mln di euro. Questi gruppi di ricerca riceveranno fino a 70 mln di euro in dieci anni per progetti su larga scala orientati al futuro, in campi di ricerca importanti e prioritari. Obiettivo dell’iniziativa, risolvere la frammentazione nel sistema di ricerca nazionale austriaco attraverso una maggiore cooperazione e mettersi al passo con l’élite internazionale, rafforzando la ricerca all’avanguardia. I cluster di eccellenza rappresentano una nuova dimensione della ricerca sia nel numero di istituzioni sia nel volume finanziario. Ogni Cluster è formato da un minimo di tre e da un massimo di otto università o istituti di ricerca, chiamati ad unire le forze su un tema di ricerca su larga scala orientato al futuro. Nell’ambito di questa iniziativa, 37 i consorzi in lista (con 189 istituti di ricerca) che hanno esplicitato un fabbisogno finanziario di 1.059 mld di euro o un volume medio di 28 mln di euro. A fine 2022, sono stati selezionati da una giuria internazionale 11 consorzi finalisti. I primi cluster potranno iniziare il loro lavoro di ricerca dal giugno 2023.

I seguenti progetti sono stati invitati a preparare una proposta completa:

  • “Knowledge in Crisis”, Central European University CEU, Tim Crane (Univ. di Graz, Univ. di Salisburgo, Univ. di Vienna);
  • “Neural networks in health and disease”, Medical University of Vienna, Tibor Harkany (Institute of Science and Technology Austria ISTA, Med-Univ. Innsbruck, Academy of Sciences OeAW, Univ. di Vienna);
  • “Bilateral Artificial Intelligence”, Univ. di Linz, Sepp Hochreiter (ISTA, Graz University of Technology, Vienna University of Technology, Klagenfurt University, Vienna University of Economics and Business);
  • “Circular Bioprocesses”, University of Natural Resources and Life Sciences, Roland Ludwig (TU Graz, TU Vienna, Univ. Graz, Univ. Vienna);
  • “Controllo metabolico dell’invecchiamento e delle malattie”, Univ. di Graz, Frank Madeo (Med-Univ. Graz, Med-Univ. Vienna);
  • “Cambiamenti climatici e modi per una società climaticamente neutra”, Univ. di Graz, Ilona Otto, (International Institute for Applied Systems Analysis IIASA, TU Vienna, Boku, Univ. di Salzburg, Univ. Vienna, Central Institute for Meteorology and Geodynamics ZAMG);
  • “EurAsia: Processi di trasformazione”, ÖAW, Claudia Rapp (CEU, Univ. Innsbruck, Univ. Vienna);
  • “Materiali per la conversione e lo stoccaggio dell’energia”, TU Vienna, Günther Rupprechter (ISTA, Univ. Innsbruck, Univ. Vienna);
  • “Microbiome as a motor of planetary health”, Univ. di Vienna, Michael Wagner (Austrian Institute of Technology AIT, ISTA, Med-Univ. Graz, ÖAW, TU Vienna, Univ. Linz);
  • “Quantum Science Austria”, Univ. Innsbruck, Gregor Weihs (ISTA, ÖAW, TU Vienna, Univ. Linz, Univ. Vienna);
  • “Multi-Drone Systems”, Univ. di Klagenfurt, Stephan Weiss (TU Graz, TU Vienna, Univ. Innsbruck).

I cluster di eccellenza sono solo una parte delle misure previste dall’Iniziativa per l’eccellenza. Nell’anno 2022 sono stati indetti e finanziati (con 24 mln di euro) anche gli “Emerging Field”, misura elaborata per incoraggiare i ricercatori ad assumersi dei rischi e a presentare idee nuove con un elevato potenziale di innovazione. Infine, “le cattedre di eccellenza” sono un’ulteriore misura annuale, finanziata con 6 mln di euro a partire dal 2023, con cui vengono pubblicizzate alcune cattedre per reclutare i migliori ricercatori dall’estero presso le università austriache.

7.6) L’insegnamento universitario privato

Anche l’insegnamento universitario privato si sta sviluppando ma, con circa 18.900 studenti nelle 18 università private, rimane ancora minoritario.

8) La ricerca extra-universitaria

Mentre le università svolgono un ruolo centrale per la ricerca di base e la formazione scientifica, gli Istituti di ricerca non universitari sono focalizzati all’applicazione della conoscenza. In molti casi, tuttavia, forniscono anche importanti contributi alle conoscenze di base, come ad esempio, l’Accademia delle Scienze (ÖAW) e l’Istituto Austriaco di Scienza e di Tecnologia. Inoltre, hanno un ampio spettro di temi e discipline di ricerca e rappresentano il settore a più rapida crescita nel panorama della ricerca austriaca, con le spese di R&S quasi triplicate negli ultimi dieci anni e più di 7mila persone impiegate nei circa 60 centri di ricerca. Alcuni di questi centri sono organizzazioni di “grande scienza”, istituite per fare avanzare la ricerca scientifica di grande portata caratterizzate da grandi investimenti, da grandi gruppi di ricerca e da grandi laboratori.

8.1) L’Accademia delle Scienze Austriaca

L’Accademia delle Scienze Austriaca, (ÖAW – Österreichische Akademie der Wissenschaften), fondata come “Gelehrtengesellschaft” a Vienna nel 1847, non è regolamentata dal governo ed è la più antica e la più grande organizzazione di ricerca di base extrauniversitaria senza una funzione di insegnamento. Conduce ricerca di base in tutti i settori della scienza e si concentra principalmente sulla ricerca complementare a quella svolta presso le università austriache. La ÖAW conta 770 membri, 1.600 impiegati e è composta da 28 istituti di ricerca (nel campo della ricerca di base innovativa, spaziale, biomedica, delle arti e delle scienze umanistiche, sociali e naturali), 4 centri di ricerca e 34 commissioni scientifiche. Tra i suoi istituti più grandi vi sono l’Istituto di Biotecnologie Molecolari (IMBA), il Centro di Ricerca per la Medicina Molecolare (CEMM), l’Istituto per la Ricerca Spaziale (IWF) e l’Istituto di Fisica delle Alte Energie (HEPHY).  Essa è in gran parte finanziata dallo Stato e ha un bilancio base annuale di circa 100 mln di euro; per il triennio 2015-2017 l’accademia ha ricevuto un finanziamento di 315 mln di euro, che sarà aumentato a 363 mln di euro per il successivo triennio. L’Accademia avvia e mantiene partnership di ricerca e rappresenta l’Austria nelle organizzazioni scientifiche internazionali. Sostiene la cooperazione tra gli scienziati e la partecipazione nazionale ai progetti di ricerca internazionali su larga scala. Promuove anche i giovani scienziati per mezzo di borse di studio e premi nell’ambito dei programmi quadro e delle cooperazioni internazionali e mantiene una rete di ricerca internazionale.

8.2) La ACR -Ricerca cooperativa austriaca

Fondata nel 1954, l’ACR (Austrian Cooperative Research) comprende 20 istituti di ricerca cooperativa, che svolgono ricerca applicata, trasferimento tecnologico, consulenza finanziaria, formazione, test e misurazioni di alta qualità specialmente a beneficio delle PMI, i motori dell’innovazione nei campi dell’edilizia sostenibile, tecnologie ambientali, energie rinnovabili, digitalizzazione, qualità e sicurezza alimentare, innovazioni nei materiali e nei processi. L’impulso all’innovazione è sostenuto sotto forma di 500 progetti di ricerca/anno. Nel 2015, questi istituti hanno dato impiego a circa 800 persone e realizzato più di 20.600 commissioni generando un fatturato di 59,7 mln di euro.  Nel 2020, la rete di istituti ACR ha realizzato un fatturato complessivo di 62,2 mln di euro.

8.3) L’AIT-Istituto Austriaco di Tecnologia

L’AIT, istituto austriaco di tecnologia, è il più grande istituto di ricerca non universitaria del Paese con circa 1.400 dipendenti che conducono ricerche a vantaggio dell’industria nazionale, nelle sue sedi principali di Vienna Tech Gate, Vienna Giefinggasse, Seibersdorf, Wr. Neustadt, Tulln, Ranshofen e Graz. Esso agisce come “ponte” fra scienza e industria, con la ricerca di base che trova sbocchi concreti. I suoi principali azionisti sono la Repubblica d’Austria (rappresentata dal Ministero federale BMKUEMIT) che detiene il 50,46% delle azioni e l’Associazione per la promozione della ricerca e dell’innovazione (Industriellenvereinigung Österreich) un consorzio di imprese che ne possiede il 49,54%. Questo istituto è impegnato nella “ricerca a contratto”, orientata alle applicazioni. Nel 2016, l’AIT ha generato un utile di 3,3 mln di euro a fronte di un fatturato di 157,8 mln di euro.  Nel 2020, un fatturato di 161,3 mln di euro.  L’Istituto conta otto centri: energia, trasporto a basse emissioni, salute e ambiente, visione automazione e controllo, mobilità, esperienza tecnologica, sistemi e politica dell’innovazione e tecnologie infrastrutturali innovative.  L’AIT coopera in stretta connessione con il mondo economico e le grandi imprese come Siemens, Magna, OMV o AVL che usufruiscono da molto tempo delle sue competenze. L’attività dell’istituto è centrale per sostenere le imprese austriache lungo le catene del valore strategiche, nonché nella digitalizzazione e nella decarbonizzazione dell’economia e contribuisce a posizionarle nei settori più promettenti. L’obiettivo prioritario è quello di far sì che l’Austria raggiunga i leader internazionali nel campo delle infrastrutture di ricerca e tecnologia e si rafforzi come sede di RTI.

8.4) L’IST-Istituto austriaco di Scienza e di Tecnologia

La nascita nel 2006 dell’IST è frutto della volontà politica di posizionare l’Austria su un piano paritario della ricerca scientifica internazionale, con il Regno Unito e con gli Stati Uniti.  L’Istituto, inaugurato nel 2009 a Klosterneuburg in Bassa Austria a pochi chilometri da Vienna, conduce ricerca fondamentale e di altissimo livello, sul modello delle istituzioni di ricerca internazionali, come il Weizmann Institute o la Rockefeller University. Nel 2012, è stato stipulato un accordo fra la Repubblica d’Austria e il Land della Bassa Austria che garantisce il finanziamento dell’istituto fino all’anno 2026. Il governo federale investe in media 99 mln di euro l’anno, un terzo di questa somma è legata all’acquisizione di fondi di terzi e al soddisfacimento di criteri di qualità legati alla ricerca. Anche il governo della Bassa Austria contribuisce con 368 mln di euro a supporto delle infrastrutture, degli edifici e del funzionamento dell’istituto. Nel 2016, l’IST si è aggiudicato oltre 62 mln di euro di finanziamenti UE e il Consiglio europeo della Ricerca (CER) ha contribuito con il 58% del finanziamento scientifico vs terzi al bilancio di IST. Un altro 23% proviene da altre fonti internazionali e il 19% da fonti di finanziamento nazionali come il FWF (17%).  L’Istituto, inoltre, non trascura il potenziale di trasferimento di tecnologia in termini di innovazione; le scoperte fatte dai ricercatori sono di sua proprietà e nel 2018 ha avviato la costruzione di un parco tecnologico nel campus di Klosterneuburg.

Si è affermato come un istituto di ricerca e di insegnamento a livello internazionale, nel campo della ricerca di base interdisciplinare post-universitaria e a lungo termine, matematica, informatica e scienze naturali. Ha principalmente due obiettivi: produrre una ricerca di alto livello internazionale nelle scienze naturali e formare ricercatori eccellenti. Le ricerche sono guidate esclusivamente da interessi scientifici senza influenze di vincoli politici e/o economici. L’organo direttivo è il consiglio di fondazione, che è nominato dalla Confederazione (4 membri), dal Land della Bassa Austria (3 membri) e dalla Comunità scientifica austriaca (7 membri). I suoi compiti principali riguardano le decisioni sullo statuto (organizzazione), la direzione strategica, la nomina del presidente del consiglio scientifico, del direttore amministrativo e l’approvazione della procedura di nomina e promozione del personale accademico e degli scienziati.  L’Istituto attira i migliori scienziati a livello internazionale, offre corsi post-laurea e di dottorato e attualmente comprende 45 gruppi di ricerca con circa 500 ricercatori (previsti 1000 ricercatori unità e 90 i gruppi di ricerca entro il 2026).

8.5) La Società Joanneum Ricerca

La cooperazione tra università e imprese ha una tradizione lunga e significativa in Austria e un ruolo importante nel campo di attività in cui opera la “Società Joanneum Ricerca”. Negli anni ’50 e ’60, le università di Graz avevano bisogno di costosi investimenti in computer, reattori nucleari, microscopi elettronici e, poiché il governo federale non era in grado di fornire questo genere di attrezzature, necessarie ma costose, il governo del Land Stiria mise a disposizione le risorse finanziarie necessarie, a condizione che la ricerca venisse svolta da un’entità legale separata. Tutto ciò ha portato alla creazione di quattro associazioni: un’associazione per la promozione della microscopia elettronica, un centro di elaborazione dati, un istituto per i reattori nucleari e un istituto per la fisica delle basse temperature. Alla fine degli anni ’60, si unirono dando vita al Centro di ricerca Graz (Forschungszentrum Graz), che nel 1984 è stato ribattezzato “Società Joanneum Ricerca” (Joanneum Research, Forschungsgesellschaft). Nel 1987, le aree di ricerca vennero estese ad altre attività e l’associazione JR venne trasformata in una società a responsabilità limitata. Oggi, è per il 90% proprietà del Land Stiria (80,75% delle quote), della BABEG – Kärntne Betriebsansiedlungs&Beteiligungsgesellschaft (14,25%) e della Wirtschaftsagentur Burgenland (5%). Da oltre 40 anni, la JR attua la ricerca internazionale d’avanguardia, a favore di grandi imprese. Con circa 450 dipendenti – suddivisi in ricercatori e personale tecnico e amministrativo – è la seconda istituzione di ricerca non universitaria in Austria, un fornitore importante di innovazione e di tecnologia, che dedica particolare attenzione alla ricerca applicata nei settori dell’analisi dei materiali, della salute, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, delle risorse, nonché della ricerca economica e dell’innovazione. Nell’anno 2020 la JR ha certificato un patrimonio di netto poco superiore ai 9,6 mln ed ha realizzato circa 50 mln di euro di risultati di ricerca. La Joanneum ha la sede centrale a Graz, e altre sedi periferiche a Weiz, Niklasdorf, Pinkafeld, Klagenfurt e Vienna. Nei suoi sette istituti di ricerca (Digital – Institut für Informations- und Kommunikationstechnologien, Materials – Institut für Oberflächentechnologien und Photonik, Robotics – Institut für Robotik und Mechatronik, Coremed – Kooperatives Zentrum für Regenerative Medizin, Health – Institut für Biomedizin und Gesundheitswissenschaften , Life – Institut für Klima, Energie und Gesellschaft , Policies – Institut für Wirtschafts- und Innovationsforschung) i ricercatori sviluppano innovazione e trasferimento tecnologico nelle tre aree tematiche tecnologie dell’informazione e produzione, medicina e sostenibilità. La JR collabora con l’Università di Graz, l’Università di Tecnologia di Graz, l’Università di Medicina di Graz, l’Università Alpen-Adria di Klagenfurt, con numerose Scuole universitarie professionali, con gli istituti dell’Accademia austriaca delle Scienze e fa parte di una rete internazionale di tecnologia e ricerca. La R&S si concentra sulle esigenze tecnologiche a breve e a medio termine dell’economia. Collabora con i settori privato e pubblico per generare innovazioni ed è attiva nel trasferimento del know-how verso le imprese, con partner dell’industria come Andritz AG, Anton Paar, AT & S, AVL List, Asfinag, Audi, BASF, BMW, Böhler, Epcos, Fresenius Kabi, GeoCenter – Rohstofforschung Kärnten, Hilti, Infineon, Lam Research AG, Magna, ÖBB, OMV, Plansee, Porsche, Robert Bosch GmbH, Roche, Sandoz, Semperit, Siemens, ThyssenKrupp, TIWAG-Tiroler Wasserkraft AG, VOEST.

8.6) L’CDG-Associazione di ricerca Christian Doppler

L’Associazione di ricerca Christian Doppler è stata fondata nel 1989 ed è un partner per le imprese, che intendono sviluppare ricerca di base in settori rilevanti per l’applicazione. Promuove la cooperazione tra la scienza e le imprese innovative ed è stata il primo modello di partenariato pubblico-privato attuato in Austria per promuovere l’innovazione. Le attività di cooperazione si sviluppano grazie a unità di ricerca appositamente istituite, nelle quali viene perseguita la ricerca di base orientata all’applicazione:

  • i Laboratori Christian Doppler, presso le università e gli istituti di ricerca non universitari in Austria e altrove in Europa;
  • i Centri Josef Ressel presso le Scuole universitarie professionali (il programma dei Centri Josef Ressel, iniziato nel 2012, applica i principi dei laboratori Christian Doppler nei contesti locali).

La CDG è organizzata come associazione di imprese con alta intensità di ricerca, in cui le imprese modellano strategicamente i modelli di finanziamento. L’associazione istituisce laboratori di ricerca principalmente nelle università, sotto la guida di scienziati altamente qualificati per dare risposte ai problemi di ricerca legati ai bisogni delle imprese. I Laboratori Christian Doppler e i Centri Josef Ressel non hanno personalità giuridica, ma sono integrati nelle università, nelle università di scienze applicate o negli istituti di ricerca. In questo modo non vengono costruite strutture parallele. In particolare, la ricerca avviene negli 80 laboratori CD, nei quali viene svolte ricerca di base di lungo periodo, orientata all’applicazione e dove si creano importanti legami produttivi fra scienza ed economia, in uno scambio permanente di esperienze, per dare alle imprese accesso alla ricerca di base orientata. Il programma di un Laboratorio CD, o di un Centro JR, si sviluppa a partire da un problema di ricerca di un’impresa ed è elaborato congiuntamente con le imprese partner. I ricercatori mantengono un alto grado di libertà scientifica e le imprese partner hanno accesso sia alla ricerca di base sia ai vantaggi competitivi duraturi generati, per sviluppare nuovi prodotti e processi ed ai brevetti.  Gli argomenti esaminati spaziano dall’estrazione di metalli, all’ingegneria meccanica, ai settori chimico e farmaceutico, alla medicina, alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione fino al settore dei servizi.

Il numero di Laboratori Christian Doppler è passato dai 5 del 1989 agli attuali 80, mentre i centri Josef Ressel sono 10. In totale, gli scienziati coinvolti in queste strutture sono circa 100, i laboratori di ricerca hanno un budget annuale massimo di 600mila euro e, al fine di ridurre il rischio imprenditoriale, metà del loro finanziamento proviene da fondi pubblici e l’altra metà dalle imprese private. All’inizio, le imprese coinvolte nella ricerca di base dei Laboratori CD erano 5, mentre attualmente sono circa 150 (la maggior parte delle quali, internazionali: AVL, Infineon, OMV, Sandoz, Voestalpine, Biomay Lenzing Plansee). Grazie allo stretto legame con la comunità scientifica, le imprese rimangono connesse ai progressi scientifici ed approfittano dell’opportunità per sviluppare le più recenti scoperte dell’innovazione tecnologica d’avanguardia. La CDG ha consentito nel tempo (grazie a circa 300 mln di euro), innumerevoli progetti di diploma, tesi di dottorato e qualifiche di professore ed ha finanziato numerose pubblicazioni e brevetti.

8.7) La LBG – Società Ludwig Boltzmann

La Società Ludwig Boltzmann è stata fondata nel 1961, al fine di creare (sul modello tedesco degli Istituti Max Planck) istituti di ricerca di altissima qualità. Prende il nome dal fisico, matematico e filosofo austriaco Ludwig Boltzmann (1844 – 1906), i cui ampi interessi scientifici rimangono anche oggi alla base dell’interdisciplinarietà di questa istituzione. Nel 1965, la LBG fondò il suo primo istituto, l’Istituto of Solid State Physics a Vienna.  La Società Ludwig Boltzmann è un’organizzazione privata di ricerca cooperativa, svolta in collaborazione con Istituti di ricerca non universitari e industriali. La società è uno dei principali operatori austriaci nella ricerca medica e clinica, con partner del mondo delle imprese importanti come: Siemens, Bayer Healthcare Pharmaceuticals, e start-up e PMI come Tissue Gnostics e RISC Software GmbH. È finanziata con risorse pubbliche e private ed è divisa in istituti e cluster. Attualmente, circa 550 ricercatori di 18 istituti e di 3 cluster forniscono un lavoro scientifico di altissimo livello internazionale. Nel 2022, il Ministero della scienza (BMBWF) e la LBG hanno firmato per la prima volta un contratto di servizi ai sensi della legge sul finanziamento della ricerca, definendo il finanziamento per la Società Ludwig Boltzmann per gli anni 2022 e 2023 con priorità al settore medico. Per il periodo 2022-23, la LBG ha a disposizione un totale di 18,15 mln di euro per la ricerca innovativa e socialmente rilevante.

9) Il COMET – programma austriaco dei Centri di Competenza per le Tecnologie eccellenti

Già da diversi anni le imprese e gli enti di ricerca in Austria creano programmi che rendano possibile lo scambio di conoscenze tra i diversi attori, facilitando le partnership strategiche fra l’industria e la scienza, nei settori tecnologici di punta del Paese sotto forma di centri di competenza e cluster di settore, per poter beneficiare di sinergie e potenzialità. Una delle iniziative austriache di questo tipo è il programma COMET (Competence Centers for Excellent Technologies), avviato nel 2006 e gestito dalla società austriaca per la promozione della ricerca applicata (la FFG). Il programma COMET riunisce imprese e istituzioni scientifiche in progetti di ricerca ad alto livello, definiti e gestiti congiuntamente. Incentiva la collaborazione di media e lunga durata (dai 7 ai 10 anni) tra le imprese e le strutture di ricerca scientifica e punta su aspetti come l’eccellenza, la competenza, la cooperazione, l’innovazione e il potenziale umano. I progetti che sono stati avviati sono suddivisi in 3 gruppi di finanziamento, che differiscono in base alla visibilità internazionale dei centri, al volume del progetto e alla loro durata. I più importanti, i cosiddetti centri K2, sono grandi centri internazionali di alta qualità, caratterizzati da una ricerca ad elevato rischio nello sviluppo e nell’attuazione. I Centri K1 si concentrano, invece, sugli sviluppi scientifici e tecnologici rilevanti per i mercati futuri. Infine, i “progetti K” sono centri più piccoli che consentono il supporto di temi di ricerca gestiti da consorzi di piccole dimensioni che non soddisfano ancora i criteri dei centri K1 e forniscono uno spazio per nuove idee nel campo della ricerca collaborativa, con potenziale di sviluppo futuro. Il programma dei Centri di competenza COMET è il secondo strumento più importante dell’FFG in termini di dimensioni ni finanziamenti, ha un volume annuale pari a circa 80 mln di euro e mira a rafforzare la cooperazione fra industria e scienza e ad accelerare lo sviluppo di capacità di ricerca comuni e la loro valorizzazione. I finanziamenti COMET vengono assegnati per un periodo da tre a cinque anni per i progetti K, di sette anni per i centri K1 e di dieci anni per i centri K2. Il finanziamento pubblico varia tra un massimo di 450mila euro (per i progetti K), a 5 mln di euro (per i centri K2) e non deve superare rispettivamente il 35% o il 55% dei costi. Le imprese devono fornire almeno il 40%, mentre i partner scientifici devono soddisfare almeno il 5% dei costi.

Attualmente 50 centri di competenza, di diverso livello, condividono il loro know-how e danno vita a vantaggi concorrenziali con forte attrattività anche per gli investitori esteri. Il programma COMET mira a promuovere luoghi di competenza in una specifica area tematica attraverso una rete e luoghi specifici della ricerca scientifica di base e della ricerca e sviluppo applicata e imprenditoriale. Fra il 2006 e il 2009, questo Programma ha previsto un’erogazione di 1,5 mld di euro da parte del Ministero dell’economia, dei Länder, delle imprese e degli enti di ricerca per l’intera durata del progetto. I principali obiettivi strategici del programma sono l’orientamento all’eccellenza, il coinvolgimento delle competenze di ricerca internazionali e lo sviluppo della leadership tecnologica allo scopo di rafforzare l’Austria come sede di ricerca e sviluppo a livello internazionale. Un “Centro di eccellenza” è un’entità legale, un consorzio, in cui devono essere rappresentate almeno tre società e che può ricevere fino al 60% dei finanziamenti pubblici.

Esempi di Centri di eccellenza sono il “Research Center Pharmaceutical Engineering” (RCPE) a Graz per lo sviluppo di processi e prodotti in ambito farmacologico, il centro di competenza per l’oncoterapia “Oncotyrol” a Innsbruck, che trasferisce le nuove conoscenze derivanti dalla genomica, proteomica e metabolomica alla medicina clinica oncologica. Il Centro di competenza “Austrian Center for Medical Innovation and Technology (ACMIT)”, con sede a Wiener Neustadt e specializzato nello sviluppo della robotica medica, e il “Bioenergy 2020+” con diverse sedi di ricerca sul territorio austriaco e importanti innovazioni nella produzione di energia pulita da biomasse.

10) I Cluster industriali

L’Austria è stata un pioniere nella politica dei cluster. L’obiettivo era quello di collegare le imprese e gli istituti di ricerca attorno a priorità tematiche, una politica avviata nel 1995 con la fondazione del primo cluster, l’Automotive Cluster Styria, seguito poi rapidamente da molti altri. Oggi, sono 60 i cluster industriali situati nei nove Stati federali e comprendono un totale di 7.100 imprese (il 73% sono PMI) e 825.000 occupati. I Cluster sono:

Burgenland

  • Austrian Water;
  • Kunststoff-Cluster Burgenland.

Carinzia

  • Silicon Alps;
  • Software Internet Cluster.

Bassa Austria

  • Energie. Umwelt Cluster Niederösterreich;
  • Elektromobilitätsinitiative des Landes Niederösterreich “e-mobil in niederösterreich”;
  • Kunststoff-Cluster in Niederösterreich;
  • Lebensmittel Cluster Niederösterreich;
  • Mechatronik-Cluster in Niederösterreich;
  • Technopol Krems;
  • Technopol Tulln;
  • Technopol Wieselburg;
  • Technopol Wr. Neustadt.

Alta Austria

  • Automobil-Cluster;
  • IT-Cluster;
  • Kunststoff-Cluster;
  • Lebensmittel-Cluster;
  • Mechatronik-Cluster;
  • Medizintechnik-Cluster;
  • Möbel und Holzbau-Cluster;
  • Netzwerk Humanressourcen;
  • Netwerk Metall;
  • Ökoenergie-Cluster;
  • Umwelttechnik-Cluster;
  • Verein Netzwerk Logistik.

Salisburghese

  • Automobil-Cluster OÖ in Kooperation mit ITG Salzburg;
  • Gesundheitstechnologie-Cluster OÖ in Kooperation mit ITG Salzburg;
  • GIS Cluster Salzburg;
  • Holzcluster Salzburg;
  • Kunststoff-Cluster OÖ in Kooperation mit ITG Salzburg.

Stiria

  • ACstyria;
  • ARGE Plattform Automatisierungstechnik Steiermark;
  • BioNanoNet Forschungsgesellschaft MBH;
  • Creative Industries Styria;
  • Green Tech Cluster Styria GmbH;
  • Holzcluster Steiermark;
  • technology Styria;
  • Materials Cluster Styria;
  • Photonik Austria;
  • RFID-Hotspot Steiermark;
  • Styrian Service Cluster;

Tirolo

  • Cluster Erneuerbare Energien Tirol;
  • Cluster Informationstechnologien Tirol;
  • Cluster Life Sciences Tirol;
  • Cluster Mechatronik Tirol;
  • Cluster Wellness Tirol;
  • Pro Holz Tirol/Holzcluster.

Vorarlberg

  • IG Passivhaus;
  • Smart-textiles Plattform;
  • VAI – Vorarlberger Architektur Institut;
  • VEM – Vorarlberger Elektro- und Metallindustrie;
  • Verpackungsland Vorarlberg;
  • Werkraum Bregenzerwald.

Vienna

  • AAC – Austrian Agricultural Cluster;
  • AAI – Austrian Aeronautics Industries Group;
  • ATTC – Austrian Traffic Telematics Cluster;
  • C.E.X.A. Enviromental Concepts Exchange Association;
  • LISA – Life Science Austria;
  • LISAvienna – Life Science Austria Vienna;
  • RTCA – Rail Technology Cluster Austria;
  • Schwerpunkt Smart ICT;
  • Schwerpunkt Smart Production;
  • Schwerpunkt Smart Solutions.

Nel corso degli anni, questi cluster si sono costantemente sviluppati, da semplici strutture di reti di imprese a strutture più sofisticate e scientifiche. In questo senso, un importante sviluppo è stato attuato con la costituzione dei Centri di Eccellenza e con il programma AplusB a livello federale a partire dal 2001.  Sono diventati parte costitutiva dei cluster e hanno permesso a quest’ultimi di svilupparsi in “sistemi di produzione basati sulla conoscenza”, assumere un ruolo più importante nel SNI austriaco per migliorare e rafforzare – attraverso il loro sviluppo – il processo di innovazione in Austria. Questo, inoltre, ha permesso un migliore coordinamento tra le esigenze della ricerca degli istituti scientifici e quelle delle imprese in progetti di cooperazione, con lo scopo di stimolare la creazione di spin-off e caratterizzate le imprese stesse di maggiore internazionalità ed elevato indice di ricerca (7,5%).

Nel 2008 il Ministero dell’Economia ha istituito la National Cluster Platform, un Forum cooperativo guidato dal governo, con l’obiettivo di rafforzare il ruolo dei cluster regionali nel sistema nazionale di innovazione. Questa rete riunisce oltre 7.000 imprese che partecipano a 76 cluster e reti industriali con focus su mobilità, materiali, meccatronica, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, scienze della vita, tecnologie ambientali ed energetiche.

11) La R&S delle imprese

L’industria manifatturiera austriaca impiega un totale di 673mila persone a livello nazionale in circa 29mila imprese, con una presenza particolarmente forte nelle regioni dell’Alta Austria, della Stiria e della Bassa Austria. Nel 2021 il settore industriale ha rappresentato il 28% del PIL, diverse le multinazionali significative a livello globale e circa 200 i “campioni nascosti”, leader tecnologici con numerosi brevetti in ambiti specifici. Queste 200 imprese hanno una media di 53 mln di euro di vendite e sono in prima linea nelle aree specialistiche in tutto il mondo. Si tratta di imprese familiari di medie dimensioni, caratterizzate da un alto livello di innovazione e attive a livello internazionale. A livello regionale, sono dislocate nell’Alta Austria (industria), nell’area di Graz (industria automobilistica), nell’area di Vienna e nella Bassa Austria.  Il loro successo deriva da una varietà di fattori, tra i quali una forte attenzione alla produzione con forti capacità interne di R&S&I e con una forza lavoro altamente qualificata, un merito questo del sistema duale austriaco di apprendistato e istruzione professionale.  Un elemento caratterizzante del SNI austriaco, come scritto, è la collaborazione delle imprese sia con le scuole tecniche superiori sia con le università. Nel primo caso, il sistema scolastico duale permette agli studenti (che stanno per ottenere un diploma tecnico) di fare un’esperienza operativa nelle imprese, un vero e proprio lavoro e non un semplice stage. Nel secondo caso, le imprese collaborano con le università e affidano ad esse interi progetti di sviluppo, creando team misti.

L’Austria occupa una posizione di eccellenza come Paese specializzato in media-alta tecnologia, ma solo il 4% delle sue esportazioni sono prodotti “high-tech”, una percentuale minore di Germania (15%), Francia (22%), Regno Unito (17%) e leggermente sotto la media europea. L’Austria, pur con una spesa in R&S elevata, ha una dinamica d’innovazione minore rispetto ad altri Stati europei.

Negli ultimi due decenni sono state introdotte numerose misure di sostegno per migliorare le relazioni e la collaborazione tra l’industria e la ricerca e vi sono più regimi di strutture di sostegno in cui i ricercatori accademici e quelli dell’industria lavorano assieme. La quota di co-pubblicazioni pubblico-private è del 3,1% (rispetto alla media UE-28 di 1,8%) e, inoltre, sono stati avviati programmi di dottorato di ricerca industriale, finanziato con fondi pubblici.

Le imprese private austriache spendono molto in R&S e la loro quota di R&S è cresciuta continuamente in termini assoluti. Il Paese ora è al 4° posto nell’UE per spesa in R&S da parte delle imprese. Nel 2022, il 51% della spesa in R&S in Austria è stata finanziata dalle imprese con 7,16 mld di euro.   Le imprese austriache campioni per spesa in R&S per l’anno 2019, come percentuale (%) del fatturato netto sono state Infineon Technologies Austria    (16,86%), S&T (15,18%), Ams (13,85%), Boehringer Ingelheim (13,81%), Kapsch Group (11,85%), AVL List (10,20%), Pierer Mobility – KTM (9,11%), Siemens Österreich (7,93%), BMW Motoren (7,70%) e Andritz (1,72%).

Il SNI austriaco crea buone condizioni per le imprese internazionali e nel 2022 ad esempio la società farmaceutica tedesca Boehringer Ingelheim ha deciso di investire 1,2 mld di euro per la produzione di biofarmaci, insediandosi nella Bassa Austria. Altre imprese internazionali, tra le quali Infineon, Siemens, BMW, Bosch, Novartis, Philips e Microsoft sono attori importanti che investono in R&S: pur rappresentando una minima percentuale (3,6%), finanziano la R&S per le loro filiali austriache per un totale di 2,2 mld di euro pari a circa il 16% della spesa totale di R&S. Questa loro presenza rafforza la posizione dell’Austria come luogo strategico di R&S&I.

Non bisogna, però, dimenticare che quasi la metà dei ricavi generati dall’economia austriaca è prodotta dalle PMI. Il numero di imprese impegnate nella ricerca e innovazione è passato da circa 2.000 nell’anno 2002, ad oltre 3.300 imprese nel 2011 e circa 3.872 imprese nel 2019. Grazie a misure specifiche di natura pubblica e alla cooperazione con gli istituti di ricerca, molte delle PMI austriache riescono ad essere competitive nei mercati di esportazione. Attualmente, più di 400 imprese austriache sono leader mondiali di mercato o di tecnologiche nel loro settore.

L’obiettivo politico del governo è chiaro ed è quello di trasformare l’Austria, da un Paese seguace dell’innovazione ad un Paese che “produce innovazione”

12) Il sostegno indiretto alla R&S delle imprese: il premio fiscale di R&S

In Austria ogni impresa che svolge attività di R&S può ricevere sostegno diretto (sussidi) oppure incentivi fiscali. Per quanto riguarda il sostegno diretto, l’obiettivo è quello di incoraggiare le imprese a svolgere attività di R&S ad alto rischio e ad aumentare la loro formazione in R&S. Questi aiuti consentono di orientare gli sforzi delle imprese verso le sfide che l’Austria è chiamata ad affrontare. Gli incentivi fiscali, invece, mirano a promuovere la R&S svolta dalle PMI, sostenendo progetti incrementali e attrarre l’attività di R&S delle multinazionali.

Le imprese che investono in ricerca applicata e sperimentale possono richiedere un premio alla ricerca pari al 14% delle spese sostenute, mentre per la ricerca a contratto un premio relativo ad una spesa massima sostenuta di 1 mln di euro per ogni anno di esercizio. Per l’erogazione del premio è necessaria l’approvazione dell’Agenzia Austriaca per la Promozione della Ricerca (FFG). Nel 2011 gli incentivi fiscali sono stati consolidati in un unico strumento di rimborso fiscale, il cosiddetto premio di ricerca (“Forschungsprämie”), che può essere dedotto dal reddito imponibile fino al 12% della spesa in R&S. Nel 2013 e nel 2014, l’Agenzia FFG ha ulteriormente semplificato la procedura per indurre un maggior numero di PMI a presentare domanda. Questa misura ha comportato un mancato gettito fiscale di 572 mln di euro nel 2012, di 377 mln di euro nel 2013 e di 495 mln di euro nel 2014. A partire dal gennaio 2018, il premio per la R&S è stato elevato al 14% ed è interamente rimborsato in contanti o tramite credito d’imposta. Ciò ha portato ad un ulteriore aumento della R&S finanziata dalle imprese austriache e dalle multinazionali estere ad alta intensità di ricerca. (Foto di Michael Niessl su Unsplash)

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