Si chiamano Digital Services Act (DSA) e Digital Markets Act (DMA) e sono le due proposte messe a punto dalla Commissione europea con l’obiettivo di rendere omogeneo il mercato unico europeo digitale, di garantire maggiore protezione per gli utenti e maggiore competitività alle aziende.
Le proposte sono descritte nel dettaglio questa pagina del sito della Commissione Europea , Startupbusiness ne parla con Willem Jonker CEO di EIT Digital con cui avevamo già dialogato a fine 2019 sull’importanza dell’equilibrio tra maker (le aziende e le entità che operano sul mercato) e shaper (le regolamentazioni che rendono il mercato un terreno dove la competizione è garantita a tutti e dove gli utenti/clienti sono protetti da truffe), ne avevamo scritto qui .
EIT Digital è la sezione dell’European Institute of Technology che si occupa appunto di digitale ed è una entità di respiro europeo che fa capo alla Commissione Europea e che tra le sue attività principali annovera il sostengo alle imprese che fanno innovazione, soprattutto a quelle in fase di scale-up .
“La prima cosa da dire – spiega Jonker – è che DSA e DMA sono al momento due proposte della Commissione e che prima che entrino in vigore devono essere sottoposte al Parlamento Europeo e agli Stati membri, ci vorrà ancora un po’ di tempo, qualche anno, ma ciò che è importante fare ora è analizzare queste proposte per verificare quali implicazioni potrebbero avere e prendere atto di una cosa importante: che sono il frutto di una presa d’atto dell’Unione Europea verso l’importanza di agire sul piano dei servizi e del mercato digitali, una presa d’atto che come prima cosa definisce questo mercato e così facendo lo rende pari ai mercati di altra natura e quindi soggetto alle leggi che normalmente regolano tutti i mercati, si pensi per esempio alle norme anti-trust e a quelle per la protezione dei cittadini”.
In particolare il DSA è stato pensato per meglio proteggere gli utenti che fanno acquisti online ed è di fatti una evoluzione delle norme che già regolano le attività di e-commerce, mentre il DMA è stato scritto per rendere appunto il mercato delle piattaforme digitali maggiormente competitivo. Ma quali effetti queste nuove proposte di normativa potranno avere sulle aziende? E in particolare su quelle che fanno innovazione digitale? E soprattutto contribuiranno a rendere l’Europa più forte a livello globale in questo ambito?
Le risposte non sono né facili né immediate ma come spiega Jonker, serve molta attenzione perché “se prendiamo a esempio l’esperienza fatta con il GDPR rileviamo che in linea generale si è rivelato un vantaggio soprattutto per le aziende più grandi e strutturate che sono riuscite ad adattarsi e a farsi trovare pronte più velocemente di quelle più piccole”. Questo è un tema che la Commissione europea ha tenuto in considerazione scrivendo il DMA in cui sono contenute differenze di applicazione per le grandi piattaforme, quelle con più di 45milioni di utenti, e quelle più piccole.
“Ciò che è importante – sottolinea il CEO di EIT Digital – è il concetto di ecosistema dove sia i grandi sia i piccoli possono operare in modo coordinato, dove si realizza la caratterizzazione dei vari attori e pertanto si può più facilmente limitare la nascita di monopoli. Serve quindi definire il mercato, se prendiamo Amazon per esempio e consideriamo il mercato retail nella sua interezza, quindi online e offline, scopriamo che Amazon ha una quota minoritaria di questo mercato ma se prendiamo il mercato del retail tramite piattaforme digitali ecco che il peso di Amazon cambia e diventa maggioritario. DSA e DMA rappresentano quindi la presa di posizione dell’Europa in relazione alla definizione del mercato, ma non basta, serve il passo successivo perché è bello avere un mercato dove si applica la concorrenza leale ma a poco serve se non si hanno anche player europei in grado di competere in tale mercato”.

Ci saranno molte risorse in arrivo sia da parte dei fondi europei sia da parte dei singoli Paesi che saranno destinate all’innovazione e alla digital transformation: “non è ancora possibile stabilire l’entità precisa di queste risorse ma possiamo citare che il 25% dei fondi del recovery package che in totale dispone di 750 miliardi di euro per i prossimi 7 anni andrà in questa direzione, ci sono Horizon con 100 miliardi di euro sempre per i prossimi 7 anni, e gli investimenti dei singoli Paesi che guardano all’Artificial intelligence, alla cybersecurity, ai digital skill”.
“Bisogna preparare il terreno per le grandi aziende europee del digitale, i soldi ci sono, le infrastrutture anche, ora è fondamentale usare bene queste risorse, dobbiamo evitare frammentazioni come è per esempio accaduto con le App per il tracciamento del Covid dove ogni Paese ha fatto in autonomia con risultati non sempre efficaci e con integrazione minima o inesistente a livello europeo, ora non possiamo più andare in ordine sparso, con DSA e DMA l’Unione Europea mostra di avere pienamente preso consapevolezza dell’importanza dell’innovazione e della trasformazione digitale che avviene in tutti i settori, ora serve trasformare risorse e consapevolezza in imprese, organizzazioni e iniziative capaci di rendere l’Europa competitiva appieno”.