Medtech

KlisBio, curare nervi, ossa, vasi sanguigni con la seta

La scaleup guidata da Gabriele Grecchi e Antonio Alessandrino è prossima al round serie B e a portare sul mercato il suo primo prodotto nel 2023

Pubblicato il 04 Feb 2022

KlisBio è la scaleup medtech che usa la seta pura per facilitare la ricostruzione di tessuti umani. KlisBio è il nuovo nome della startup che un tempo era nota come Silk Biomaterials, è guidata dai fondatori Gabriele Grecchi che è il CEO e Antonio Alessandrino che è il CTO e ha tra i suoi executive esperti di fama mondiale come Rodrigo Bianchi (che è presidente del consiglio di amministrazione e in passato è stato presidente di colossi multinazionali in ambito healthcare) e Jason Schense (Chief Business Officer di KlisBio con ventennale esperienza in questo settore).

KlisBio ha la sua sede operativa presso lo spazio OpenZone realizzato da Zambon a Bresso che ospita numerose startup che operano nel settore delle biotecnologie e che qui trovano gli spazi adatti non solo per gli uffici ma anche e soprattutto per la predisposizione di laboratori in cui sviluppare le loro innovazioni

KlisBio ha mosso i suoi primi passi nel 2014 quando raccolse i primi capitali non diluitivi (155mila euro) da istituzioni che includevano SeedLab, ComoNext, StartCup Milano Lombardia e il Premio nazionale innovazione di quello stesso anno, l’anno successivo fu la Fondazione Umberto Veronesi a sostenere l’azienda con un angel round da 485mila euro che è stato poi affiancato, nel 2016 da un round Serie A condotto da Principia Sgr per un valore di sette milioni di euro. “Recentemente abbiamo lavorato a un round con i nostri soci – dice a Startupbusiness Grecchi – ma stiamo puntando a un importante serie B nel corso del 2022 che ci permetta di fare il salto dimensionale che ci serve e che ci permetterà di mettere a frutto tutti i risultati del lavoro fatto fino a oggi”.

Lavoro che ha già ottenuto le prime validazioni cliniche e che in sintesi si concretizza nella realizzazione di dispostivi medici impiantabili micro e nano strutturati di fibroina di seta purissima che consentono alle cellule di crescere meglio – “in gergo si chiamano scaffold, come se fosse una specie di impalcatura”, spiega Grecchi – e di ripristinare i tessuti che sono stati oggetto di un trauma. La seta è formidabile perché biocompatibile e biomimetica e grazie agli impianti di KlisBio è possibile utilizzarla per riparare nervi, tendini, legamenti, ossa, vasi sanguigni periferici e perfino sviluppare dispositivi per il rilascio graduato di farmaci.

“Il primo prodotto ad arrivare sul mercato – illustra il CEO – sarà quello per la riparazione dei nervi periferici e arriverà inizialmente sul mercato statunitense, siamo al momento in attesa delle necessarie approvazioni e prevediamo di essere pienamente operativi già nel 2023 con questo prodotto al quale seguiranno quello per le ossa che prevediamo di rilasciare nel 2024, quello per la riparazione delle cuffie dei rotatori della spalla nel 2026, i vasi sanguigni nel 2027 e il rilascio mirato dei medicinali nel 2028”.

Ricercatrice KlisBio
KlisBio, che è titolare di tre brevetti internazionali, ha sviluppato un processo altamente sofisticato che permette di realizzare le protesi sfruttando le proprietà di biocompatibilità, biomeccanica, biomimetica della seta che è anche biodegradabile e consente anche il passaggio dei nutrienti delle cellule. Lo studio clinico avviato nel 2018 è servito per verificare che queste protesi siano assolutamente sicure per il corpo umano e ciò proprio grazie al processo messo a punto dai ricercatori della scaleup che permette di sfruttare al massimo la proteina fibroina eliminando invece la sericina, quest’ultima impiegata anche nell’industria dei cosmetici.

Oggi il team di KlisBio è composto da 20 persone – “la gran parte sono donne”, precisa Grecchi – che lavorano con l’obiettivo di perfezionare sempre più il dispositivo il quale deve essere da un lato capace di favorire la crescita delle cellule e dall’altro garantire caratteristiche meccaniche adatte allo scopo ed è perciò che la scaleup ha sviluppato la metodologia unica che accoppia compositi nanometrici e micrometrici, sistema che permette così di ottenere il risultato ottimale e aprire un nuovo capitolo nella medicina che si occupa della rigenerazione di tessuti.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articolo 1 di 3