La Cina morde la Silicon Valley

Pubblicato il 11 Nov 2013

Quando dialoghiamo con i nostri amici, sempre più spesso inviamo messaggi con Whatsup. I giovani cinesi comunicano oggi soprattutto con un’applicazione: Wechat. Wechat è nata sulla falsariga di Whatsup, è stata adattata al mercato cinese, migliorata ed è poi stata lanciata sui mercati internazionali con una base utenti di più di 350 milioni di persone. In Italia Wechat ha scelto come testimoni Leo Messi e ora Belen. La storia di Wechat è legata a Tencent, società cinese nata a Shenzhen, quotatasi a New York e fortemente attiva nella Silicon Valley. Tencent è uno dei simboli dei tempi che il mondo internet cinese sta vivendo. Gli investimenti diretti esteri cinesi nella Silicon Valley stanno infatti esplodendo. (http://www.theaustralian.com.au/business/wall-street-journal/china-buys-its-way-into-silicon-valley/story-fnay3ubk-1226753956310).

Quello che si può oramai definire come un trend dimostra come le società cinesi, dopo aver saturato il proprio mercato, siano interessate a espandersi in nuovi mercati, in particolare quello americano. In cambio di una partecipazione nel capitale le società cinesi offrono alle aziende americane un supporto nel momento in cui queste vorranno vendere di più e meglio in Cina.

Un esempio è Innovation Works, un incubatore cinese basato a Pechino che ha accumulato già 10 società americane in portafoglio. Il ruolo che Innovation Works svolge è quello di “traduttore culturale” che insegna alle società americane in portafoglio cosa è necessario e come strutturarsi per entrare nel mercato cinese. Per esempio, le società che disegnano e costruiscono apparecchiature connesse a internet sviluppano ancora la parte di ignegneria in America. Tuttavia, gli ingegneri americani con idee innovative necessitano di interfacciarsi con i produttori cinesi. Accade sempre più spesso di vedere un partner cinese (società tecnologica o un fondo di venture capital) acquisire quote di una società americana per supportarla, vendere i prodotti nel mercato americano a prezzi minori (grazie alla produzione a basso costo in Cina) e infine, utilizzare la tecnologia in Cina per innovare prodotti esistenti e battere la concorrenza.

Nonostante i vantaggi per entrambe sembrino evidenti, è altrettanto importante cercare di capire quali siano i trend collegati a questa ondata di investimenti e gli scenari futuri.

La ricetta che incubatori e molte società cinesi sembrano seguire è quella di: prendere una società in Cina, portarla all’estero (creando sinergie per avere accesso a mercato, talenti e know how), riportare in Cina la tecnologia (adattando il know how e l’offerta alle dinamiche locali) e acquisire quote di mercato sbaragliando la concorrenza.

La domanda che ci si potrebbe porre è se le stesse società cinesi, dopo aver capito come migliorare il proprio prodotto all’estero e avere avuto accesso alle risorse locali, permetteranno realmente ai propri soci americani di poter competere insieme nel mercato cinese.

La quasi totalità delle società internet che si sono avvicinate al mercato cinese (Google, Youtube, Amazon ecc.) sino a ora appaiono non esserci riuscite. Molte società cinesi, dopo aver studiato il modello dei loro partner, lo hanno “localizzato” – cioè lo hanno adattato alle esigenze del pubblico cinese – lo hanno migliorato e si sono presentate sul mercato americano con un prodotto concorrente. Le società americane non solo sono state escluse dal mercato locale, ma si sono ritrovate a competere sul loro stesso mercato con un prodotto più avanzato e a prezzi minori (http://www.techinasia.com/overview-chinas-tech-startup-ecosystem-20-slides). Questo è proprio quello che è successo con Wechat.

Dopo aver costruito la propria infrastruttura ed essere diventata la fabbrica del mondo, la Cina ha ora bisogno di creare il proprio settore dei servizi. Inoltre, la Cina non è più solo “attore passivo” di investimenti esteri, ma si sta “allacciando” al resto del mondo. Quello che è successo negli ultimi 20 anni nel settore manifatturiero potrebbe verificarsi nuovamente in quello digitale? Seguiremo con attenzione come si evolveranno i trend e quali potranno essere le opportunità concrete per entrambe le parti.

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