La Gates Foundation contro il coronavirus e Bill lascia Microsoft

La Gates Foundation scende in campo contro il coronavirus, nasce l’Acceleratore Terapeutico COVID-19 per la ricerca sui trattamenti. Il fondatore della Microsoft si dedicherà completamente alle attività filantropiche.

Pubblicato il 12 Mar 2020

Bill Gates annuncia di avere lasciato l’incarico di membro del consiglio di amministrazione di Microsoft per meglio concentrarsi sulle attività filantropiche con la Bill & Melinda Gates Foundation che è oramai nota da anni per le sue attività di robusto sostegno all’innovazione delle sfide globali, in particolare quelle sanitarie, dove ha infuso oltre 10 miliardi di dollari per la diffusione di vaccini. In questi giorni, si sono sprecati gli articoli complottisti secondo i quali ‘Bill Gates sapeva…’, (e rispunta il suo tall al TED del 2015 ), in realtà non solo lui, ma centinaia di esperti e ricercatori e analisti stanno ripetendo da anni il rischio ‘pandemia’ che si corre nel mondo, quello che succede è una tragedia annunciata.

Ciò che rileva è invece cosa la Fondazione Gates sta mettendo in campo contro il coronavirus e l’impegno diretto dello stesso Bill:  l’annuncio arriva proprio nei giorni in cui il livello di allerta per COVID-19 si è spostato negli Stati Uniti e Bill Gates ha già messo nei giorni scorsi a disposizione dei cittadini di Seattle il tampone per verificare la positività al Coronavirus.

La nascita dell’Acceleratore Terapeutico COVID-19

In una nota stampa, ora la Fondazione annuncia che insieme alle aziende Wellcome e Mastercard ha già impegnato 125 milioni di dollari in finanziamenti per accelerare la risposta all’epidemia COVID-19 identificando, valutando, sviluppando e potenziando i trattamenti.

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I partner si sono impegnati a garantire un accesso equo alle future terapie, anche mettendo a disposizione prodotti a prezzi accessibili in contesti di risorse limitate. L’Acceleratore Terapeutico COVID-19 svolgerà un ruolo catalitico accelerando e valutando nuovi farmaci e biologici nuovi e riadattati per trattare i pazienti con COVID-19 a breve termine, e altri agenti patogeni virali a lungo termine. Attualmente non sono disponibili antivirali ad ampio spettro o immunoterapie ad ampio spettro per la lotta contro gli agenti patogeni emergenti, e nessuno approvato per l’uso su COVID-19.

La Fondazione Gates e Wellcome contribuiscono ciascuna con un contributo fino a 50 milioni di dollari, e il Mastercard Impact Fund ha impegnato fino a 25 milioni di dollari per catalizzare il lavoro iniziale dell’acceleratore. Il finanziamento della Gates Foundation fa parte del suo impegno fino a 100 milioni di dollari per la risposta COVID-19 annunciata il mese scorso.

“Le epidemie introducono un paradosso nel mondo. Virus come COVID-19 si diffondono rapidamente ma lo sviluppo di vaccini e trattamenti per fermarli si muove lentamente. Se vogliamo rendere le persone, in particolare le più vulnerabili, più sicure dalle epidemie, allora dobbiamo trovare un modo per sbloccare questo paradosso: accelerare la ricerca e lo sviluppo e rallentare la diffusione.”, ha detto Mark Suzman, amministratore delegato della Bill & Melinda Gates Foundation. “L’unico modo per trattare un’infezione virale, come COVID-19, è con farmaci antivirali. Al momento, possiamo solo trattare i sintomi, poiché semplicemente non esistono farmaci antivirali in grado di trattare una serie di condizioni come gli antibiotici per le infezioni batteriche. Questo è il punto in cui crediamo di poter aiutare, collaborando con imprese private e filantropiche, ad abbassare il rischio finanziario e le barriere tecniche per le aziende biotecnologiche e farmaceutiche che sviluppano antivirali per COVID-19.

Siamo ottimisti sui progressi che saranno fatti con questo nuovo approccio perché abbiamo visto cosa può venire da una simile cooperazione e coordinamento in altre parti del nostro lavoro per combattere le epidemie”.

L’Acceleratore Terapeutico COVID-19 servirà anche a spingere la ricerca riducendo  il rischio finanziario e tecnico per il mondo accademico, le biotecnologie e le aziende farmaceutiche, garantendo al tempo stesso che questi prodotti siano accessibili e convenienti per le persone in ambienti con scarse risorse. Il know-how delle aziende farmaceutiche sarà fondamentale per l’identificazione, la ricerca e la commercializzazione dei farmaci di successo.

Il COVID-19 Therapeutics Accelerator collaborerà anche a livello istituzionale, naturalmente con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, con i finanziatori e le organizzazioni governative e del settore privato, nonché con le istituzioni globali di regolamentazione e di definizione delle politiche. L’Acceleratore avrà un focus end-to-end, dallo sviluppo di pipeline di farmaci alla produzione e allo scale-up. Condividendo la ricerca, coordinando gli investimenti e mettendo in comune le risorse, questi sforzi possono contribuire ad accelerare la ricerca.

Questo tipo di collaborazione è stata chiave nel 2014 per arginare l’epidemia di Ebola.

Cosa farà il COVID-19 Therapeutics Accelerator

L’Acceleratore Terapeutico COVID-19 metterà a fattor comune le competenze interne ed esterne alle loro organizzazioni e si occuperà di diversi aspetti del ciclo di sviluppo snellendo il percorso dal trattamento candidato alla valutazione clinica, all’uso e alla produzione.

Per identificare i composti candidati, l’Acceleratore adotterà un triplice approccio: test di farmaci approvati per la sperimentazione contro COVID-19, screening delle raccolte di migliaia di preparati con dati di sicurezza confermati e considerazione di nuovi farmaci in fase di sperimentazione e di anticorpi monoclonali (gli anticorpi monoclonali sono molecole di sintesi progettate in laboratorio per imitare gli anticorpi che l’organismo produce naturalmente come parte della risposta immunitaria ).

I farmaci o anticorpi monoclonali che superano lo screening iniziale saranno poi sviluppati da un partner industriale. Le industrie biotecnologiche e farmaceutiche saranno partner critici, metteranno a disposizione della ricerca le loro banche di preparati e dati clinici, ma anche le loro competenze e reti commerciali per scalare i farmaci e gli anticorpi monoclonali che saranno sviluppati e ritenuti idonei a sconfiggere il coronavirus.

Parallelamente allo sviluppo della pipeline di farmaci COVID-19, l’Acceleratore lavorerà con i regolatori per allineare i requisiti e sviluppare la capacità produttiva con l’industria. Un percorso accelerato per portare trattamenti efficaci ai pazienti è di almeno un anno per i prodotti che hanno l’attuale approvazione normativa o candidati con i dati clinici esistenti. I tempi sarebbero più lunghi per i composti più a monte della pipeline che non hanno sufficienti dati clinici.

Coronavirus, minaccia globale senza precedenti

Il dottor Jeremy Farrar, direttore del Wellcome, ha detto: “Questo virus è una minaccia globale senza precedenti, per la quale dobbiamo spingere le partnership internazionali a sviluppare trattamenti, diagnostica rapida e vaccini”. La scienza si sta muovendo a un ritmo fenomenale contro COVID-19, ma per superare questa epidemia abbiamo bisogno di maggiori investimenti e di garantire il coordinamento della ricerca. L’Acceleratore Terapeutico ci permetterà di fare questo per potenziali trattamenti con il supporto per la ricerca, lo sviluppo, la valutazione e la produzione. COVID-19 è un virus estremamente impegnativo, ma abbiamo dimostrato che, collaborando a livello transfrontaliero, possiamo affrontare le malattie infettive emergenti. Dobbiamo intensificare gli sforzi di fronte a COVID-19 e, nel farlo, continuare a fare in modo che i progressi siano accessibili e alla portata di tutti. Serve investire ora, fare uno sforzo collettivo globale se vogliamo cambiare il corso di questa epidemia. Siamo lieti che altri si uniscano a noi in questo sforzo”.

Serve il vaccino

“Il modo migliore per prevenire una malattia infettiva è con un vaccino. – prosegue Mark Suzman, in questo suo post –  Nel 2017 è stata creata la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI) con quasi 650 milioni di dollari da Germania, Giappone, Norvegia, Wellcome e la nostra fondazione. Da allora, altri sono stati coinvolti, tra cui Regno Unito, Canada, Etiopia, Australia, Belgio e Commissione Europea, per ridurre drasticamente i tempi di sviluppo dei vaccini per le epidemie emergenti e garantire che siano accessibili, disponibili e a prezzi accessibili. La velocità con cui le aziende hanno iniziato a lavorare su un vaccino per COVID-19 è un risultato, in parte, del CEPI.

In definitiva, il nostro obiettivo con l’Acceleratore Terapeutico COVID-19 è di fare per il trattamento ciò che CEPI fa per i vaccini. Ciò richiede che i governi, le imprese private e le organizzazioni filantropiche agiscano con urgenza per finanziare l’innovazione per i farmaci che possono essere sviluppati, prodotti in massa e consegnati rapidamente.

Bill Gates: una pandemia unica in questo secolo, serve data sharing, vaccini e terapie gratuiti

Bill Gates nel suo articolo per il New England Journal of Medicine,affronta la questione coronavirus anche sotto il punto di vista della responsabilità politica e di leadership, della strategia con cui affrontare un’emergenza grave come questa.

“In ogni crisi, i leader hanno due responsabilità altrettanto importanti: risolvere il problema immediato ed evitare che si ripeta. La pandemia di Covid-19 ne è un esempio lampante. Ora dobbiamo salvare vite umane e al tempo stesso migliorare il modo in cui rispondiamo alle epidemie in generale. Il primo punto è più urgente, ma il secondo ha conseguenze cruciali a lungo termin. La sfida a lungo termine – migliorare la nostra capacità di rispondere alle epidemie – non è una novità. Gli esperti di salute globale dicono da anni che un’altra pandemia la cui velocità e gravità rivaleggiava con quelle dell’epidemia influenzale del 1918 non era una questione di se, ma di quando.”.

La riflessione di Bill Gates è in sintesi questa: tutti i sistemi di assistenza sanitaria primaria, che possono monitorare i modelli di malattia e agire come sistema di allarme precoce, devono essere rafforzati. Il mondo dovrebbe investire di più nella sorveglianza delle malattie, compreso un database dei casi che sia immediatamente accessibile alle organizzazioni competenti. Serve maggiore collaborazione tra Paesi e data sharing. E i Paesi più ricchi dovrebbero aiutare massicciamente quelli più poveri nell’evoluzione dei sistemi sanitari e condizioni di vita, governi e industria devono trovare un accordo: durante una pandemia, i vaccini e gli antivirali non possono essere semplicemente venduti al miglior offerente. Dovrebbero essere disponibili e a prezzi accessibili per le persone che sono al centro dell’epidemia e che ne hanno più bisogno. Anche perché, dice Bill, ‘… Non solo questa distribuzione è la cosa giusta da fare, ma è anche la strategia giusta per cortocircuitare la trasmissione e prevenire future pandemie”.

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