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La passione dell’imprenditore seriale, dalla blockchain alla barberia

Pubblicato il 20 Feb 2021

La storia di Davide Dessì rientra in quella categoria che prende il nome di imprenditori seriali. Si è fatto le ossa nel ristorante di famiglia dove ha ricoperto ogni possibile ruolo: dallo stare in cucina, al fare il cameriere in sala, fino a prendere in mano la completa gestione del negozio.

“Quello del ristoratore non era però il lavoro dei miei sogni, anche se l’ho fatto per quasi 10 anni – racconta – così nel 2010 aprii un negozio di integratori alimentari. Il negozio andò molto bene e dopo qualche anno lanciai assieme a due amici anche una piattaforma di crowdfunding che si chiamava Takeoff Crowdfunding e che venne incubata all’interno di Polihub. Mentre il negozio di integratori andava bene, la piattaforma di crowdfunding invece non andava come avevamo sperato. Nel 2015 vendetti il negozio di integratori, chiudemmo Takeoff Crowdfunding e mi dedicai con altri amici imprenditori a un progetto che partì quasi per gioco fino a diventare una realtà affermata: Forever Bambù. L’idea di Forever Bambù non fu mia, ma ebbi la fortuna di lavorare a tutta la fase di lancio e ancora oggi posseggo delle quote del progetto e oggi siamo tra i maggiori produttori di bambù gigante in Italia con una raccolta fondi che ha superato gli 8 milioni di euro tramite cessione di Equity”.

Uscito dalla parte operativa di Forever Bambù Davide ha iniziato a occuparsi di consulenza per startup e tra le aziende nascenti che ha aiutato una lo coinvolse in modo particolare, si trattava di un progetto fintech legato alla blockchain che Dessì decise di sviluppare portandolo in Svizzera, a Lugano: “è stata anche questa un’esperienza molto formativa sotto diversi punti di vista, ma in testa avevo l’idea di creare qualcosa di più vicino alle mie passioni così ho fondato Belloveso”.

Belloveso fu il leggendario principe Gallo che nel 600 a.C. arrivò con il suo esercito nelle terre che oggi ospitano la città in cui Davide è nato, fu questo principe a fondare quella che si chiamò prima Mediolanum e che oggi è nota con il nome di Milano. “L’idea di Belloveso è nata dalle mie passioni – dice – . Ho sempre amato il mondo della sartoria, della barbieria, i prodotti di lusso artigianali come per esempio borse in pelle, guanti, profumi di nicchia, ombrelli fatti a mano e così per circa un anno mi sono dedicato alla selezione degli artigiani: ho girato l’Italia alla ricerca di piccole perle da inserire all’interno del negozio. Ho cercato da nord a sud persone speciali che facessero ancora artigianalmente abiti, scarpe, e tutto quello che puoi trovare oggi da Belloveso. É stata una ricerca lunga e molto costosa: non avevo ancora un negozio, quindi dovevo comprare i prodotti per poterli valutare e decidere cosa avrei poi inserito nelle mie vetrine (che si trovano nel centro di Milano proprio accanto all’iconica brutalista Torre Velasca, ndr). Oggi, per fortuna, tutto è cambiato e sono gli artigiani stessi a contattarmi per farmi provare i loro prodotti”. 

Belloveso non è solo un negozio ma anche una barbieria: “la parte barbershop è stata pensata per avere all’interno del negozio una linea di business che fosse un qualcosa di necessario e ricorrente per i nostri clienti. Se la gran parte dei prodotti che vendiamo sono ‘vitamine’, la barbieria è la nostra ‘medicina’, assolutamente necessaria. Ho girato, più volte, i migliori barbershop di Milano per capire cosa offrissero, come e a che prezzo. Ho portato in società con me Fabio Messina, storico parrucchiere di Sanremo e Miss Italia e proprietario della più grande scuola per parrucchieri d’Italia: la Diadema Academy. Così, assieme a lui, abbiamo creato un qualcosa di assolutamente esperienziale e qualitativo. Puntiamo tutto sull’attenzione al cliente, al dettaglio, al relax in un contesto elegante ma mai troppo impegnativo. Il cliente che viene da noi deve sentirsi a casa, tra amici, in completo relax”.

Belloveso nasce nel 2020, l’anno del covid: “è stato tutto piuttosto difficile – dice il fondatore – lanciare un nuovo progetto è sempre una grande sfida, farlo nell’anno della pandemia non ha certo aiutato. Ma una situazione così estrema ci ha spinto a impegnarci in modo estremo spingendoci a fare cose che forse in una situazione normale non avremmo nemmeno pensato. Inoltre adesso abbiamo dati autentici su quello che potrebbe essere lo scenario peggiore per Belloveso da inserire in un business plan”. Dati che comprendono anche una zona eventi perché il negozio di piazza Velasca è strutturato su tre livelli: una zona rialzata per la presa misure dedicata agli abiti sartoriali fatti a mano, un piano a livello strada dove è la barbieria e l’esposizione di molti dei prodotti artigianali e un piano interrato nel quale si svolgono gli eventi. “Abbiamo fatto eventi legati ai nostri artigiani, presentazioni di libri, presentazioni di startup, eventi con realtà tipo Rotary, serate sul whiskey, sui sigari, ovviamente senza covid e chiusure per i lockdown avremmo potuto fare molto di più ma c’è tempo per divertirci in futuro”. 

Futuro che Davide Dessì vede in modo ottimista: “il 2020 è servito a smussare alcune imperfezioni dell’idea iniziale, diciamo che abbiamo lavorato la pietra grezza raffinandola sempre più. Il 2021 per noi sarà un anno importante, ora ci sentiamo pronti a proporre il progetto a possibili investitori e fondi. Stiamo già lavorando alla creazione del secondo negozio a Milano e di un altro in un’altra importante città italiana, fino a oggi tutto è stato realizzato con capitali privati, senza finanziamenti o prestiti, ma per sostenere una crescita costante siamo alla ricerca di investimenti esterni”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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