La Silicon Allee di arte e cultura, Berlino e l'Europa che riparte

Pubblicato il 07 Mar 2013

Michela Michieli, consulente di martketing e comunicazione, veste i panni di inviata a Berlino di Startupbusiness e racconta la sua visione delle città europea che maggiormente attira idee e talenti da tutto il Vecchio continente e non solo. Michela compie un'analisi di ciò che sta avvenendo nella capitale tedesca intervistando una serie di personaggi come: Daniel Paz co-founder di CapsulingMe, Christoph Raethke direttore della Berlin StartUp Academy, Stephanie Kaiser numero due dello staff di Wooga, Weston Hankins CTO di CouchSurfing.org, Stephen Crouch di Meetup, Ted Bremer di RedRigger e con i team di start-up come TurnYourTime, Kiddify, GoYum, Lookals, Urlist, Klash, Ploonge.

Il testo qui pubblicato è un'anteprima della versione completa che sarà pubblicata sul prossimo numero di Innov'azione.

Berlino, la città che ha visto sorgere e declinare la più importanti ideologie dittatoriali del XX secolo. Al centro dell’Europa, disseminati nello spazio di pochi chilometri quadrati, si incontrano i resti e le testimonianze di poteri che negarono e assassinarono le libertà individuali dei popoli. Lo stesso luogo oggi sta diventando sempre più il simbolo della libertà e dell’innovazione sociale.

La tragedia nazista si affaccia ai palazzi della Gestapo, in Babelplatz, nel palazzo delle Olimpiadi, nella Cancelleria sotto la quale Hitler si tolse la vita nel suo Bunker.

Eppure oggi, in una delle città in cui è avvenuta la persecuzione più tragica della storia Europea il 30% della popolazione non ha origini tedesche e quasi il 20% non ha origini europee. Le principali comunità sono composte da turchi, polacchi e russi ma è impressionante in generale quante nazionalità sono presenti con più di 10mila rappresentanti tra libanesi, palestinesi, serbi, italiani, bosniaci, vietnamiti, francesi, inglesi, spagnoli, israeliani, egiziani, siriani ecc… Comunità provenienti da più di 185 Paesi. Gli italiani sono oggi più di 16mila.

Start-up. Perché a Berlino?

La domanda fondamentale che mi sono posta arrivando in questa capitale affascinante e dai mille volti è: perché accade in Germania? Perché a Berlino?

La città pullula di start-up. Guardando il sito berlinstartupmap.com si può visualizzare con chiarezza un fenomeno esplosivo. Secondo la Camera di Commercio tedesca dal 2008 sono state fondate 1300 Aziende web based a Berlino. Cinquecento nel 2012.

Le prime risposte sono eccezionalmente semplici. Partirò da quelli che ritengo essere i bisogni primari per il lancio di una attività per poi analizzare le ragioni più culturali o in generale “non vitali”.

Innovazione: quali i fenomeni più interessanti?

Quali sono le tipologie di progetto che stanno nascendo nella capitale tedesca? Concretamente parlando, che tipo di Innovazione portano le start up berlinesi?

Analizzerò la scena berlinese attraverso la lente che trovo più calzante al nuovo modo in cui il nostro mondo si sta organizzando tramite il web e cioè il concetto di re-imagination. Gran parte dell’Innovazione di cui parliamo è infatti la trasposizione in rete di ciò che in realtà già esiste.

Seguendo questa logica i social marketplace (social network in cui gli utenti si scambiano beni e servizi a costi contenuti o tramite baratto) altro non sono che la trasposizione dei mercatini e dello scambio di servizi all’interno delle comunità (o quartieri) di una volta.

Desidero partire dai marketplace perché Berlino ne sta generando di diversi tipi e perché penso che saranno il futuro di un’Europa in cui il potere d’acquisto è destinato a diminuire per un lungo periodo. (…)

Anche l’innovazione nel campo software e nuove tecnologie sicuramente cambierà la società in modo radicale. E questa è la seconda anima delle start-up tecnologiche. Fondate da programmatori, ingegneri, matematici e fisici che non re-immaginano nulla. Inventano nuove tecnologie, anche queste in grado di rivoluzionare la società.

Accanto a tutto ciò scorre l’anima più profonda della Berlino di oggi: l’anima dell’arte, della musica, del teatro e di tutte le forme di espressione creativa.

Per questo Berlino è chiamata la Sillicon Allee della tecnologia e dell’arte.

Sono numerosissimi i progetti che nascono dalla volontà di artisti di utilizzare i nuovi sistemi per diffondere la cultura e renderla facilmente fruibile in modo creativo.

Gli italiani a Berlino

Cosa pensano i tedeschi degli italiani? E chi sono gli italiani che arrivano a Berlino?

Secondo Christoph Raethke, Direttore della Berlin StartUp Academy (berlinstartupacademy.com), “a Berlino arrivano per fondare imprese principalmente persone dall’Est e dal Sud Europa. La maggior parte di queste persone parla diverse lingue, ha un ottimo background accademico ed esperienze di lavoro internazionali. E’ un peccato che l’Italia e la Spagna stiano perdendo molte tra le loro persone più brillanti, d’altro canto è per noi un’opportunità per costruire qualcosa di grande qui in Germania”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

LinkedIn

Twitter

Whatsapp

Facebook

Link